Riceviamo e pubblichiamo un lettera aperta di un gruppo di genitori dell'I.C. Arcoleo-Feltre di Caltagirone che esprimono il loro "rammarico" per il prolungarsi della DAD per i loro figli a causa di lavori per la messa in sicurezza dell’edificio con la sostituzione della vecchia caldaia a gasolio con una a gas, lavori che, iniziati il 2 febbraio scorso, avrebbero dovuto completarsi in pochi giorni, ma non sono ancora terminati.
Gentile direttore,
sembrerebbe che l’anno funesto e bisesto non sia ancora passato per gli alunni della “Vittorino da Feltre-Arcoleo” e non ci riferiamo solo alla pandemia, che da un anno costringe i nostri figli a rimanere a casa, per la maggior parte delle circostanze, soli e ostaggi dei loro tablet o degli smartphone per collegarsi alla lezione. Purtroppo al virus Covid 19 si aggiunge la problematica dell’assenza dei riscaldamenti. Ma questa criticità per la “Vittorino da Feltre” è stata interpretata in maniera del tutto singolare.
L’amministrazione comunale avvia i lavori di sostituzione della caldaia all’inizio dell’inverno, dopo un periodo di “zona rossa”, iniziato il 9 gennaio 2021, e la sosta natalizia, per effetto dell’Ordinanza del Presidente della Regione che ha stabilito la chiusura delle scuole fino al 31 gennaio scorso.
Ma gli allievi delle classi dell’edificio “Vittorino da Feltre”, giorno 1 febbraio, al rientro in aula, trovano un edificio scolastico gelido.
Apprendiamo il 2 febbraio dell’ordinanza del Sindaco che dispone la chiusura della scuola, per “far fronte con la massima urgenza alla dotazione di un impianto efficiente per la scuola” e dispone la didattica a distanza (DAD).Ad oggi, 19 febbraio, i nostri figli non possono rientrare a scuola.
Nonostante i vari tentativi di interlocuzione, formale e informale, con gli uffici dell’amministrazione comunale e con la dirigenza scolastica, nessuno riesce a fornirci una risposta adeguata sul rispristino delle attività didattiche.
Non si intravvede nessuna ipotesi di un piano alternativo, nessun interesse a sollecitare gli uffici preposti alla risoluzione del compito, nessun impegno da parte di quelle istituzioni che dovrebbero garantire “la piena salvaguardia della salute dei ragazzi”.
Ma di quale salute parliamo? Di quale benessere psicofisico? Di quale formazione dei futuri cittadini di questa comunità? Di quale tutela del diritto allo studio? Di quale sostegno alle famiglie, soprattutto in questo durissimo periodo?
Oggi, ai nostri figli, non riusciamo a spiegare perché sia così complesso dialogare con le istituzioni e perché sia altrettanto complicato che le istituzioni parlino fra di loro per tutelare le fasce più fragili e rispondere ai bisogni dei cittadini, mettendo da parte incomprensioni.
La DAD non è il destino della scuola, è una modalità “d’urgenza”; e non è neppure il destino dei nostri figli. La DAD non è, neanche, la soluzione alle carenze di programmazione degli uffici comunali. Le lentezze con le quali stanno procedendo, si sono, infatti, aggiunte a una inspiegabile scelta di sostituire la caldaia della scuola nel periodo invernale.
Il nostro pensiero va a tutti i genitori che chiudono la porta di casa la mattina e lasciano i loro ragazzi e ragazze dietro un tavolo con il PC, rinunciando ancora una volta all’esperienza preziosa della socializzazione e dell’incontro con i loro compagni di scuola, perché devono pagare le inefficienze di altri.
In questa sede vogliamo ringraziare i docenti che, nonostante le difficoltà, continuano ad onorare il loro impegno.
É inconcepibile che amministrazione comunale e direzione scolastica, non abbiano, ad oggi, dopo 3 settimane, trovato una soluzione opportuna, alternativa, comprensiva delle esigenze e dei bisogni dei ragazzi e delle loro famiglie.
Esprimiamo il nostro rammarico per quanto accade e in attesa di una soluzione, che speriamo non sia, per ironia della sorte, una nuova zona rossa, auspichiamo che il dialogo e la responsabilità prevalgano e guidino intelligenze e cuori per il benessere, anche, dei nostri figli.
Un gruppo di genitori degli alunni dell’Istituto Comprensivo “Arcoleo-Feltre”
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