Pubblicato il 14/04/2020
RELIGIONE / DIOCESI
ph. Andrea Annaloro

Covid-19, celebrato l'Atto di affidamento della città e della diocesi di Caltagirone a San Giacomo



Il rito, previsto inizialmente il 29 marzo, era stato rinviato per l'aggravarsi delle condizioni di salute del vescovo mons.Peri, successivamente ricoverato nel reparto di Malattie Infettive del nococomio calatino perché risultato positivo al Covid-19.


di Giacomo Belvedere

Stamattina, alle ore 11, nella Basilica di San Giacomo, la città e la Diocesi di Caltagirone, sono state affidate al Santo patrono San Giacomo. Il rito è stato officiato dal parroco, don Nicola Vitale, alla presenza del sindaco Gino Ioppolo e di tutta la Giunta al completo, il vicesindaco Concetta Mancuso e gli assessori Francesco Caristia, Luca Distefano, Antonino Montemagno e Antonino Navanzino, e il presidente del Consiglio comunale Massimo Alparone. Presente anche, in rappresentanza della Confraternita di San Jacopo di Compostella, il suo priore Massimo Porta.


La cerimonia, molto semplice nella Basilica deserta, come ci ha abituato ormai questo tempo di Emergenza Covid-19, si è conclusa con la benedizione del parroco con la reliquia del Santo Patrono, un piccolo osso del braccio donato nel 1457 dall'Arcivescovo Burgio, incastonato in un braccio di platino con mano d'oro.

“Proteggi la tua Caltagirone, fa’ che presto la tua gente ritorni con piena dignità a costruttiva dedizione alle ordinarie attività di lavoro e di vita quotidiana, come sempre è avvenuto nel corso dei secoli. Dona a ogni cittadino e all’intera comunità la capacità di affrontare con coraggio,responsabilità, senso di solidarietà e fiducia nell’avvenire questa terribile tragedia”. Il sindaco Ioppolo ha così concluso il proprio intervento, al termine dell'Atto di affidamento al Santo Patrono. 


Tradizione vuole che il braccio con la reliquia del Santo, venga esposto durante la festa di San Giacomo, o in occasioni straordinarie per impetrarne la protezione durante pestilenze e terremoti.


Così fu nel 1542, quando un forte terremoto causò poche vittime, e la reliquia fu trasportata per tutta la città per ringraziare il Santo Patrono; nel 1575 per una pestilenza che devastò per due anni la Sicilia, causando poche vittime a Caltagirone; nel 1624 per un'altra pestilenza e per il disastroso terremoto del 1693. Nel 1743, in occasione di una nuova pestilenza, i Magistrati civici consegnarono alla statua dell'Apostolo le chiavi della città in segno perpetuo affidamento.


Il rito, previsto inizialmente il 29 marzo scorso, era stato rinviato per l'aggravarsi delle condizioni di salute del vescovo mons. Peri, successivamente ricoverato il 2 aprile nel reparto di Malattie Infettive del nococomio calatino perché risultato positivo al Covid-19.


ph. Andrea Annaloro

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