Il peschereccio spagnolo Nuestra Madre de Loreto ormai vaga da dieci giorni nel Mediterraneo con a bordo 12 migranti, tra cui due minori, salvati da un naufragio e con i segni delle torture subite in Libia, senza avere l’autorizzazione a sbarcare. Ieri sera un giovane in stato di incoscienza è stato evacuato in alicottero. Le ong segnalano che le condizioni meteo stanno peggiorando e sollecitano una soluzione immediata.
Drammatico appello di United4Med, l’alleanza tra le ong Mediterranea, Pro activa Open Arms e Sea Watch, a Spagna, Italia e Malta affinché accolgano il peschereccio spagnolo Nuestra Madre de Loreto, che ormai vaga da dieci giorni nel Mediterraneo con a bordo 12 migranti, tra cui due minori, salvati da un naufragio, senza avere l’autorizzazione a sbarcare. Le ong segnalano che le condizioni meteo stanno peggiorando e sollecitano una soluzione immediata anche per gli altri 11 migranti rimasti sulla nave. L’appello, per ora non è stato raccolto.
“Le organizzazioni dell’alleanza United4Med, Mediterranea, Open Arms e Sea-Watch chiedono ai governi europei di assumersi la responsabilità su quanto sta accadendo in queste ore e di trovare una soluzione condivisa per assicurare che queste persone possano sbarcare in sicurezza in un porto sicuro e ricevere l’assistenza necessaria alle loro condizioni”, si legge nell’appello congiunto. Anche l’Unchr ha espresso preoccupazione per il caso auspicando una soluzione e sottolineando che la Libia non è un porto sicuro.
Ieri sera, uno dei dodici naufraghi del peschereccio Nuestra Madre de Loreto, un giovane disidratato, è stato trasportato d'urgenza con un elicottero a Malta in stato di incoscienza. Altre undici persone, di cui due minori, rimangono a bordo, in mezzo alle onde, nel Mediterraneo centrale. A bordo del peschereccio ci sono oltre l’equipaggio, che da giorni vive questa condizione drammatica, ancora 11 persone in precarie condizioni di salute, tra cui 2 minori, che sono sopravvissute ad un naufragio e che riportano evidenti segni di torture subite nei campi di detenzione in Libia.
“Abbiano visto
la disperazione del capitano e la stanchezza dell'equipaggio che non capiscono
questa situazione. I due minori e gli altri nove – scrivono le
Ong – sono malati, esausti e spaventati. Nei loro occhi e nei
loro corpi ci sono i segni delle torture subite in Libia.
Preferiscono la morte al tornare indietro. La loro vita dipende da tutti noi. Non
possiamo permetterci che su di loro ricada l’indisponibilità dei governi
europei di trovare una soluzione. Chiediamo con forza che Spagna, Malta e
Italia si mettano d’accordo per trovare un porto sicuro di sbarco nel più breve
tempo possibile”.
VIDEO
© RIPRODUZIONE RISERVATA