Pubblicato il 30/11/2018
RELIGIONE / DIOCESI
ph. Il Sette e Mezzo

Caltagirone, 7 nuovi candidati ammessi al diaconato permanente



Questi i 7 candidati: Cannizzaro Fabrizio e Lo Faro Francesco (Parrocchia S. Anna - Caltagirone), Sgarlata Maurizio (Parrocchia Madonna della Via – Caltagirone), Giannone Lorenzo (Parrocchia Spirito Santo – Grammichele), Gulizia Mario (Parrocchia S. Pietro – Mineo), Cicala Salvatore (Parrocchia S. Giuseppe – Palagonia), Leonardo Salvatore (Parrocchia S. Pietro Matrice – Palagonia). 

In diocesi sono stati ben 15 gli ordinati a questo ministero. Al diaconato permanente possono accedere anche laici sposati, previo consenso della moglie.


Oggi 30 novembre, festa di S. Andrea Apostolo, alle ore 18,30 nella Cattedrale di Caltagirone, mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone, ha presieduto la solenne Eucaristia per celebrare il 25° anniversario del Diaconato permanente nella chiesa diocesana. Durante la celebrazione sono stati ammessi al diaconato permanente 7 nuovi candidati, provenienti da esperienze diverse: Cannizzaro Fabrizio e Lo Faro Francesco (Parrocchia S. Anna - Caltagirone), Sgarlata Maurizio (Parrocchia Madonna della Via – Caltagirone), Giannone Lorenzo (Parrocchia Spirito Santo – Grammichele), Gulizia Mario (Parrocchia S. Pietro – Mineo), Cicala Salvatore (Parrocchia S. Giuseppe – Palagonia), Leonardo Salvatore (Parrocchia S. Pietro Matrice – Palagonia).


«Da quando questo servizio è stato ripristinato nella prassi della nostra Diocesi – dice mons. Umberto Pedi, Delegato Vescovile dei Diaconi Permanenti - sono stati ben 15 gli ordinati a questo ministero, riprendendo la antichissima tradizione della Chiesa, che fin dai suoi inizi ha individuato nell’Ordine del diaconato una preziosa modalità di evangelizzazione, mediante il servizio della Parola e della Carità, di uomini appositamente scelti e coinvolti».

I sette nuovi candidati hanno iniziato il necessario cammino teologico e spirituale previsto dagli ordinamenti della Chiesa, coniugando la loro condizione di padri di famiglia, professionisti e lavoratori impegnati nella vita sociale e professionale, col desiderio di intensificare con consapevolezza vocazionale la loro volontà di servizio. Sono già attivamente presenti nelle comunità di appartenenza, con funzioni di responsabile collaborazione coi Presbiteri e con gli altri operatori pastorali prevalentemente nell’ambito della catechesi e della carità. Adesso, dopo attento discernimento proprio e della comunità, chiedono di formalizzare questa loro disponibilità vocazionale. Saranno necessari ovviamente tempi non brevi di studio, maturazione spirituale e preghiera perchè sia confermata questa aspirazione del loro cuore con l’accoglienza del Vescovo e della comunità, e parallelamente col libero consenso naturalmente, ove necessario, della moglie e dei figli. 


Il diaconato permanente ha ricevuto nuovo impulso dopo il Concilio Vaticano II. Viene chiamato così perché non è una tappa per la successiva ordinazione presbiterale. Al diaconato permanente possono essere ammessi anche laici sposati, che, una volta ordinati, potranno battezzare, benedire matrimoni, assistere i malati con il viatico, celebrare la Liturgia della Parola, predicare, evangelizzare e catechizzare. Non potranno, invece, celebrare Messa e  consacrare l'Eucaristia, confessare o amministrare l'unzione dei malati. Se il candidato è celibe , l’età minima per l’ordinazione (nella quale assume l’impegno perpetuo del celibato) è di 25 anni; se è sposato, dopo aver compiuto i 35 anni di età, secondo quanto stabilisce il Codice di diritto canonico (CIC 1031). Per i candidati sposati è richiesto il consenso della moglie.


«Lo Spirito, che non abbandona mai la sua Chiesa e continuamente la arricchisce con nuove “vocazioni” ai servizi necessari per la proclamazione del Vangelo e il servizio assiduo della comunità dei credenti, – dice mons. Calogero Peri -, offre ancora una volta alla nostra Chiesa calatina un segno generoso della sua forza e della benevolenza del Padre. Mediante la chiamata del Maestro Gesù, che individua continuamente tra i suoi figli “quelli che vuole”, eleggendoli tra i suoi discepoli, indica la via maestra per farsi ‘servi generosi’ verso i fratelli. Con l’investitura sacramentale e istituzionale dell’Ordine proprio, li rende degni con la forza del suo amore di predilezione. Lo Spirito li plasmi con la sua forza e li arricchisca con l’abbondanza dei suoi doni, li assista nel cammino perché sappiano con umiltà e dedizione fare più ricca e bella la nostra Chiesa con le risorse del loro cuore, della loro vita, delle loro esperienze e delle loro competenze umane e professionali: siano seme prezioso e fecondo, modelli credibili e luminosi nella complessa ed esigente realtà del tempo che viviamo».

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