Pubblicato il 01/07/2016
INCHIESTA

Caltagirone, l’affaire dei 300 “immobili fantasma”. Ecco dove si trovano




di Giacomo Belvedere

Il colore arancione denota gli immobili che non risultano al catasto, quello viola gli immobili accatastati. E nelle mappe del Comune di Caltagirone, in alcune zone periferiche, dove i caltagironesi hanno le loro case per la villeggiatura, l’arancione prevale di molto sul viola. Sono i cosiddetti “immobili fantasma”, scoperti dall’Ufficio tecnico del Comune, sollecitato da un’istruttoria della Corte dei Conti. E non sono pochi: esattamente 300. Cifra tonda.  

Facciamo un passo indietro e chiariamo gli adempimenti previsti dalla normativa vigente. A decorrere dalla data del 1° gennaio 2011 è stata attivata “l’Anagrafe Immobiliare Integrata”, costituita e gestita dall’Agenzia del Territorio (cfr. art. 19 del D.L. 78/2010). Una volta terminata la fase di “accertamento” da parte dell’Agenzia del Territorio, il successivo comma 8, del medesimo art.19, ha disposto, per i titolari di diritti reali sui fabbricati non censiti (compresi nell’apposito elenco pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, ai sensi del citato art. 2, comma 36, del D.L. 262/2006), l’obbligo di presentare, ai fini fiscali, la relativa dichiarazione catastale entro il 31 dicembre 2010, poi prorogata al 2 aprile 2013. Anche per i fabbricati oggetto di interventi edilizi, che avessero determinato variazioni di consistenza o destinazione non dichiarate in catasto, la legge ha fissato l’obbligo di presentare, entro lo stesso termine, i relativi atti di aggiornamento catastale. Per chi non si fosse messo in regola “spontaneamente”, l’Agenzia del Territorio avrebbe posto in essere tutti gli accertamenti di competenza, con la collaborazione dei Comuni interessati.

Questi i passaggi successivi: i Comuni, constatata la presenza di immobili di proprietà privata non dichiarati in catasto ovvero la sussistenza di situazioni di fatto non più coerenti con i classamenti catastali per intervenute variazioni edilizie, richiedono ai titolari di diritti reali sulle unità immobiliari interessate la presentazione di atti di aggiornamento. Le rendite catastali dichiarate o comunque attribuite a seguito della notificazione della richiesta del Comune producono effetto fiscale, in deroga alle vigenti disposizioni, a decorrere dal 1 gennaio dell’anno successivo alla data cui riferire la mancata presentazione della denuncia catastale, indicata nella richiesta notificata dal Comune, ovvero, in assenza della suddetta indicazione, dal 1° gennaio dell’anno di notifica della richiesta del Comune. Gli importi minimi e massimi della sanzione amministrativa prevista per l’inadempimento degli obblighi sono stati elevati con le ultime disposizioni di legge  rispettivamente a euro 258 e a euro 2.066.

300 IMMOBILI FANTASMA – E dunque, sollecitato da un’istruttoria della Corte dei Conti, nel mese di marzo 2016, l’Ufficio tecnico del Comune di Caltagirone ha effettuato uno studio dettagliato, ad integrazione degli elenchi previsti dall’art. 19 del D.L. 78/2010. Lo studio si è servito di un sistema WEBGIS, che è un sistema informativo geografico (GIS) che utilizza il web, in grado di combinare le informazioni provenienti da diverse banche dati: cartografia, anagrafi comunali, pratiche edilizie, tributi, viabilità, vincoli monumentali e ambientali. In pratica, attraverso questo sistema WEBGIS appositamente predisposto, sono stati sovrapposti i dati catastali estratti dall’Agenzia delle Entrate a marzo 2016 con le ortofoto aeree con voli del 2015. E dalla sovrapposizione sono risultati ulteriori 300 fabbricati non censiti in catasto (cosiddetti “immobili fantasma”) o che comunque rilevano significative difformità in relazione alla mappatura del catasto fabbricati. Tra questi anche villette con piscina, che difficilmente sono associabili a proprietari indigenti. Fabbricati che sfuggono alla tassazione Imu e Tarsu.

Questa la distribuzione dei 300 immobili fantasma divisi per zona:

via Gela, n. 11 immobili;

via Sfere n. 2 immobili;

via Garibaldi – Regalsemi n. 44 immobili;

Semini n. 9 immobili;

via Cristoforo Colombo n. 1 immobile;

via Magellano n. 1 immobile;

via A. Barbara n. 10 immobili;

via Balatazze n. 64 immobili;

via Gravina Bellicoso n. 2 immobili;

via Aristofane n. 10 immobili;

strada per Niscemi n. 5 immobili;

via O. Penna n. 15 immobili;

via Croce del Vicario n. 59 immobili;

C.da Romana n. 34 immobili;

Colleggiata n. 27 immobili;

via S. Nicolò le Canne n. 3 immobili;

C.da Noce n. 3 immobili.

Una vicenda «emblematica di un modo di agire che non possiamo accettare, non possiamo tollerare» – ha commentato il commissario straordinario del Comune calatino, Mario La Rocca, che il 27 giugno ha passato le consegne al neo sindaco Gino Ioppolo. E con le consegne anche la patata bollente, firmando il 6 aprile 2016 una delibera in merito. Secondo le indiscrezioni del quotidiano «La Repubblica», ci sarebbero tra gli immobili fantasma un fabbricato di proprietà dell’ex sindaco di Caltagirone Marilena Samperi e altre case di notabili locali. Secca la smentita della Samperi, «citata in maniera del tutto impropria»: l’ex sindaco ha chiarito di essere «proprietaria di un terreno sul quale non esistono immobili fantasma, ma due costruzioni, entrambe accatastate e dotate di regolare concessione edilizia (n. 222 del26/10.92 e n. 44 del 2/11/09). E che «questi gli unici immobili di sua proprietà».

La stagione dei veleni è appena cominciata.  

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