Pubblicato il 23/04/2018
RELIGIONE / DIOCESI
ph. Andrea Annaloro

L’AC di Caltagirone in festa per il 150° – VIDEO



L’Azione Cattolica della diocesi di Caltagirone ha festeggiato il 150° della fondazione dell’associazione: un viaggio nel tempo che ha avuto inizio dal Presente, guardando al Passato, e proiettandosi verso il Futuro.

di Giacomo Belvedere–Giusi Scollo

150 anni e non li dimostra. Sabato 21 aprile l’Azione Cattolica della diocesi di Caltagirone ha festeggiato il 150° della fondazione dell’associazione. La più antica associazione laicale italiana è  nata nel settembre 1867, da un’intuizione di due giovani universitari, Mario Fani e Giovanni Acquaderni, che diedero vita alla Società della Gioventù Cattolica Italiana, con il motto «Preghiera, Azione, Sacrificio». La nuova associazione fu approvata il 2 maggio 1868 da papa Pio IX.

L’INCONTROFESTAL’IncontroFesta, che ha visto la partecipazione di numerosi soci convenuti da tutta la diocesi, si è tenuto sabato 21 aprile nei locali dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Caltagirone: si è trattato di un viaggio nel tempo che ha avuto inizio dal Presente, con una duplice tensione e attenzione: verso il passato (memoriale) e verso il futuro (profezia). Senza volere un’operazione nostalgia, ma con l’intento – ha dichiarato Concetta Antenucci, Presidente diocesana AC – di “celebrare il memoriale di una storia che ci appartiene e ci precede, capace di generare un futuro di speranza”.

Un momento di festa e di riflessione: dopo il saluto del vescovo di Caltagirone mons. Calogero Peri e del sindaco Gino Ioppolo, ha portato il saluto l’AC siciliana, presente con il delegato regionale Sebastiano Di Stefano e l’assistente regionale don Calogero Cerami. A conclusione della festa, l’intervento di Claudia D’Antoni, consigliera nazionale AC, che ha prospettato il volto di un’AC che pur mantenendosi fedele, viva, operante su sentieri antichi, è proiettata verso mete nuove.
Invitati speciali tutti i presidenti diocesani e gli assistenti ecclestiastici che si sono susseguiti alla guida dell’AC calatina dopo la riforma dello Statuto del 1969.

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Proiettata nel futuro ma con la radici ben salde nel passato: una storia che ha dato tanto alla Chiesa e al Paese e che anche nella diocesi calatina ha vissuto momenti memorabili: la fondazione del primo Circolo “S. Tommaso d’Aquino”, aderente alla Società della Gioventù Cattolica, nel 1884 ad opera di Felice Sturzo, Emanuele Taranto, rispettivamente padre e zio di Luigi Sturzo, di mons. Mario Mineo Janny, di Giacomo Strazzuso, primo presidente del Comitato diocesano dell’Opera dei Congressi, e soprattutto di Mario Sturzo, allora giovane studente universitario, che del Circolo fu l’attivissimo presidente; quindi la straordinaria stagione del Comitato interparrocchiale di S. Giorgio, fondato nel 1895 da don Luigi Sturzo, dove il sacerdote calatino fece le prime prove di quel cattolicesimo sociale che lo vide protagonista della storia nazionale; gli anni difficili del regime fascista, in cui, guidata dal battagliero presidente della Giac Luigi Marino, l’Ac calatina seppe difendere la sua libertà e autonomia.

IL TESTIMONE: LUIGI MARINO – Il prof. Luigi Marino è stato scelto dalla Presidenza diocesana come testimone della propria storia associativa, per una pubblicazione celebrativa dei 150 anni, che raccoglie i contributi da tutte le diocesi italiane e che sarà edita dall’AVE.

Padre amorevole di 10  figli, dalla fede cristallina, Marino educò a scuola e in Azione Cattolica, generazioni di calatini al rigore morale e alla coerenza tra cristianesimo e vita. Presidente della Giac difese strenuamente la libertà dell’Azione Cattolica nei tempi grigi del fascismo. Per le sue idee fu denunciato, minacciato di licenziamento, sorvegliato speciale e gli si impedì di esibire il distintivo dell’AC, ma mai si piegò al regime. «Ricordatevi – disse ai suoi giovani – che qui non c’è posto per i neutrali: o con Cristo e per Cristo o contro di Cristo… La gioventù di Ac ha scelto il suo posto con decisa fermezza e lo ha giurato a sé stessa e a Dio: con Cristo fino agli ultimi aneliti della vita» (Discorso per il 70° della Giac, Caltagirone,18 dicembre 1938).

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STAGLIANÒ: UN VESCOVO CON LA CHITARRA – “Il cattolicesimo convenzionale è per definizione un cattolicesimo svuotato di cristianesimo, un “sacramento incompiuto”, una forma religiosa esteriormente cristiana ma senza passione missionaria…un bacio senza amore”: sono parole di don Tonino Bello che ben sintetizzano l’intervento sui generis di mons. Antonio Staglianò, vescovo  di Noto, che, chitarra in mano, ha presentato la sua Pop Theology: un modo certamente “irrituale” di annunziare il vangelo attraverso la musica pop.

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FOTOGALLERY (A. Annaloro)

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