Pubblicato il 29/07/2023
POLITICA

Arturo Vella. L’ardente socialista ritornò alla Fede e morì da buon cristiano



Pubblichiamo un articolo del 31 luglio 1954 a firma dell’allora direttore della «Croce di Costantino», il prof. Luigi Marino. Marino, da avversario politico, rende omaggio al nome di Arturo Vella, alla sua “dirittura morale e politica, alla sincerità ed alla passione con cui abbracciò la causa dell’elevazione del proletariato”.  È un numero della «Croce» che il battagliero direttore fece uscire a sue spese senza la dicitura “Organo della Dc”, in rotta con la direzione del partito, che, riassorbita la pesante débâcle elettorale del 25 maggio 1952, premeva per la pacificazione con i fuoriusciti spadariani, di cui Marino era stato uno dei più strenui oppositori.

di Luigi Marino

Undici anni or sono, il 31 luglio 1943, mentre imperversava ancora l’immane tragedia in Italia e sul mondo, si spegneva in Roma una delle più spiccate personalità calatine ed italiane della prima metà di questo secolo: l'On. Arturo Vella.

Il suo transito nel fragore della guerra, che in Italia si complicava con un capovolgimento di regime politico e una lotta fratricida, non destò quell'impressione che in tempi normali avrebbe destato.


Ma il nome di Arturo Vella è vivo nella memoria dei suoi concittadini, i quali anche se di diversa opinione politica, rendono unanimi omaggio alla sua dirittura morale e politica, alla sincerità ed alla passione con cui abbracciò la causa dell’elevazione del proletariato.

Ma pochi anche a Caltagirone sanno che egli rientrò pienamente in grembo alla Chiesa, e volle ricevere i Sacramenti della Confessione e della Comunione; eppure questo fatto tanto importante è stato reso di pubblica ragione non solo durante i funerali che in un anniversario gli furono resi fra il compianto generale nella Chiesa di San Giorgio, ma anche in un’ampia e utilissima biografia che ha pubblicato la sorella Giovanna due anni fa [Arturo Vella dai Ricordi della Sorella, G.A.R. Presso l’Autrice via Salandra 6, Roma - L. 1.500).

 

Con i Sacerdoti si dimostrò sempre affabile e talvolta invitò taluni a pranzo e ne accettò inviti a pranzo, non fu insomma un anticlericale. Il suo credo politico lo portò lontano dalla Religione, ma non fu anticattolico, bensì un acattolico. Le preghiere della sorella ottennero infine il suo pieno ritorno alla Fede alla quale aveva guardato sempre con occhi di simpatia di rimpianto.

[Seguono alcune pagine tratte dalla biografia della sorella Giovanna. in cui si raccontano le ultime ore di vita di Arturo Vella, la sua conversione e risposta affermativa data all’infermiera che gli aveva chiesto se voleva ricevere i sacramenti: “Non sono stato mai un anticattolico”). 

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