Pubblicato il 31/05/2023
POLITICA

Caltagirone, aliquota Imu alle stelle: Consiglio comunale aggiornato all’8 giugno



È scontro sulla conferma applicazione aliquote Imu all’11,4 x mille per anno 2023. Sul punto due le posizioni in contrasto: quella dell’Amministrazione per la quale il provvedimento è legittimo e quella dell’opposizione di centro destra, che ha presentato un mozione, dichiarando il suo no alla maggiorazione. Seduta aggiornata all’8 giugno per consentire ulteriori approfondimenti. Intanto sui contribuenti caltagironese preme la scadenza dell’acconto IMU del 16 giugno.


di Giacomo Belvedere

Seduta straordinaria interlocutoria ieri, martedì 30 maggio del Consiglio Comunale di Caltagirone. Unico il  punto all’ordine del giorno: entrate tributarie – Imu, conferma applicazione aliquote anno 2023.

Nel suo intervento il sindaco Fabio Roccuzzo, in qualità anche di assessore al Bilancio, delega che ha mantenuto, ha illustrato le ragioni della conferma per l’anno 2023 delle aliquote IMU all’1,14 %. La maggiorazione fu infatti approvata il 13 luglio 2022 dal Consiglio comunale, che rideterminò la misura massima delle imposte tasse locali ai sensi degli artt. 243 e 251 del TUEL tra cui l'IMU su altri fabbricati e aree fabbricabili, che passarono dall’aliquota vigente dell’1,06% all’aliquota massima dell’1,14%.


“L'Ente – si legge nella delibera - avendo dichiarato il dissesto finanziario ai sensi dell'art. 1 comma 755 - della legge numero 160/2019 (nel testo modificato dall'art. 108 del D.L. n. 104/2020) ha l’obbligo di aumentare ulteriormente l’aliquota massima dell’1,06% fino all’1,14%, in sostituzione della maggiorazione dello 0,8% della Tassa dei Servizi Indivisibili (TASI) di cui al comma 677 dell'art. 1 della legge 147/201”. Roccuzzo ha giustificato quindi la conferma dell’aumento per la situazione di dissesto finanziario dell’Ente, aggiungendo anche che nessun rilievo è stato mosso dal Ministero dell’Interno e che l’aliquota al 1,14% ha portato nelle casse comunali, con i versamenti a saldo effettuati dai cittadini a dicembre 2022, un surplus di introito quantificabile in 300 mila euro. E – ha ammonito - nel caso di un passo indietro rispetto a quanto già deliberato il 13 luglio 2022, si verrebbe a creare un ammanco non indifferente, a cui andrebbe sommato il minor introito dai versamenti dell’acconto IMU 2023.

Gli ha dato man forte il Ragioniere generale dott. Pino Erba, per il quale la maggiorazione dell’aliquota Imu è pienamente giustificata dalla condizione di dissesto finanziario dell’Ente.

Diverso il parere della maggioranza di centro destra, che ha presentato un emendamento, ritenendo la maggiorazione dell’11,4 x mille illegittima. Il Consigliere Aldo Grimaldi, illustrando le ragioni dell’emendamento, ha spiegato che già a luglio 2022 vi erano perplessità sulla legittimità dell’aumento dell’aliquota Imu, tanto è vero che si  è chiesto un parere al MEF, perché a suo avviso è il Ministero dell’Economia e delle Finanze e non il Viminale competente in materia. “Parere che non è ancora arrivato – ha supposto Grimaldi – forse perché il MEF… si è già chiaramente espresso, come si può constatare nel sito del Ministero alla voce: RILIEVI IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA (IMU)”.

Al punto 7.6, infatti, si tratta dell’applicazione della maggiorazione dell’IMU in mancanza del presupposto della vigenza  della maggiorazione della TASI nell’anno 2015 da parte di comune in dissesto finanziario. “Una fattispecie – ha aggiunto – che calza a proposito per il Comune di Caltagirone”. Il MEF chiarisce inequivocabilmente – ha spiegato Grimaldi, leggendo testualmente il documento del Ministero - che “l’Ente non è legittimato ad esercitare la facoltà di aumento dell’aliquota dell’imposta municipale propria (IMU) per gli immobili diversi dall’abitazione principale dall’1,06 per cento all’1,14 per cento e ciò in considerazione del fatto che nel comune medesimo la maggiorazione del tributo per i servizi indivisibili (TASI) di cui all’art. 1, comma 677, terzo periodo, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, non era vigente nell’anno 2015”.


E il Comune di Caltagirone non ha mai, né nel 2015, né negli anni successivi, deliberato l’aumento della TASI, conditio sine qua non perché la maggiorazione dell’aliquota IMU al 11,4 per mille possa essere applicata legittimamente. Per cui il MEF invita “l’Ente a procedere a modificare tempestivamente, nell’esercizio del potere di autotutela amministrativa e al fine di ripristinare la legittimità dell’imposizione, l’aliquota dell’IMU applicabile  ai fabbricati e alle aree fabbricabili in questione, riconducendola entro il limite massimo del 10,6 per mille”.

La riprova dell’illegittimità dell’aumento sarebbe per Grimaldi che nessun Comune in dissesto, come Catania, Taormina o – nel Calatino - Palagonia, lo ha deliberato.  “Caltagirone è forse diversa?” – ha aggiunto -. Se occorre ci autotassiamo per venire incontro alle difficoltà dell’Ente, ma non voteremo un provvedimento illegittimo”, ha concluso con ironia.

Dopo una sospensione decisa dal Presidente Francesco Incarbone per dare modo agli uffici di valutare l’emendamento dell’opposizione, la seduta è ripresa, con il nuovo intervento del Ragioniere generale dott. Pino Erba, che ha espresso parere sfavorevole all’emendamento in merito sia alla regolarità tecnica sia in merito alla regolarità contabile, anche alla luce del parere del Collegio dei Revisori dei Conti, prospettando, inoltre che i minori introiti non consentirebbero di esitare il bilancio stabilmente riequilibrato. A suo avviso, inoltre, la delibera del 13 luglio 2022 non sarebbe revocabile e sarebbe vincolata per cinque anni, senza poter essere modificata.


Gli ha risposto il Consigliere dell'opposizione Giuseppe Rabbito, secondo cui occorre un parere giuridico e non sono sufficienti pareri esclusivamente contabili e tecnici. “Esiste in diritto il principio secondo cui la legge speciale abroga la legge generale. In questo caso il ricorso agli artt. 243 e 251 del TUEL, cui fa riferimento il Ragioniere generale, non legittimerebbe a suo avviso la leva fiscale aggiuntiva dello 0,8 per mille, preclusa in  via definitiva in virtù del    comma 755 dell’art. 1 della legge n. 160 del 2019.


Dai banchi della minoranza di centro sinistra che sostiene l’Amministrazione, si è alzato il Consigliere Enzo Di Stefano, per chiedere una sospensione della seduta, in modo da tenere una conferenza dei capigruppo consiliari. La discussione in conferenza si è focalizzata, più che sulla legittimità o meno del provvedimento, sul vincolo dei cinque anni prospettato dal Ragioniere Generale. Pertanto, si è pervenuta alla decisione – spiegata al rientro dal consigliere Rabbito – di un ulteriore approfondimento, dando mandato al Segretario Generale di studiare dal punto di vista giuridico la questione e di riferire successivamente al Consiglio. La seduta è stata dunque aggiornata dal presidente Incarbone all’8 giugno.

Intanto sui contribuenti caltagironesi preme, come una spada di Damocle, la scadenza dell’acconto IMU del 16 giugno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Commenta
Il tuo commento verrà pubblicato previa approvazione. Soltanto il nickname sarà visibile a tutti gli utenti.