Pubblicato il 23/03/2023
CRONACA

Calatino, scoperti 87 “furbetti” del Reddito di cittadinanza



Emblematica la figura di un 24enne di Caltagirone, che già arrestato nel gennaio 2020 nell’ambito dell’operazione “Nebrodi”, per “Associazione a delinquere di stampo mafioso”, aveva incassato senza averne diritto circa 8.000 €.

 

I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, al termine di una complessa attività investigativa sull’area del Calatino-Palagonese intrapresa congiuntamente alla Direzione Provinciale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (I.N.P.S.) e con il supporto dei militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania, hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Caltagirone 87 indebiti percettori del Reddito di Cittadinanza, distribuiti nel territorio delle Compagnie di Caltagirone e di Palagonia.

Le indagini, partite da soggetti che non avevano dichiarato di essere già riscossori dell’“Indennità di disoccupazione agricola”, hanno poi accertato altri stratagemmi attraverso cui i “furbetti” avrebbero “ingannato” lo Stato per ottenere il beneficio, facendo emergere molteplici ed evidenti irregolarità.

Tre, in particolare, gli stratagemmi attraverso i quali i “furbetti”, residenti nei Comuni di Caltagirone, Grammichele, Palagonia, Ramacca, Vizzini e Mineo, avrebbero concretizzato le frodi. Oltre infatti a coloro che avevano evitato di dichiarare il reddito da lavoro dipendente – le c.d. “giornate di lavoro”- e di essere destinatari di “indennità di disoccupazione agricola” (situazione incompatibile per la concessione del “Reddito di Cittadinanza” o, quanto meno, utile per rideterminarne l’importo), sono stati individuati, tra gli indagati, anche una decina di persone che avrebbero comunicato dati incongruenti su composizione o capacità reddituale dei rispettivi nuclei familiari, ricevendo il sussidio in misura maggiorata rispetto a quanto dovuto, nonché 4 extracomunitari non residenti in Italia da almeno 10 anni.

Tra gli 87 deferiti, circa la metà di questi sono soggetti già noti alle Forze dell’Ordine, per reati che vanno dalla detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, al porto abusivo di armi, rapina, resistenza a P.U., truffa ai danni dello Stato e falso.

Tra questi, emblematica la figura di un 24enne di Caltagirone, che già arrestato nel gennaio 2020 nell’ambito dell’operazione “Nebrodi”, per “Associazione a delinquere di stampo mafioso”, “Contraffazione”, “truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche” e “Falso”, aveva incassato senza averne diritto circa 8.000 €.

Negli 87 deferiti, circa la metà sono oggetti già noti alle Forze dell’Ordine, per reati che vanno dalla detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, al porto abusivo di armi, rapina, resistenza a P.U., truffa ai danni dello Stato e falso.

L’importo complessivo indebitamente riscosso ammonta a circa 600 Mila Euro.

L’attività odierna, che costituisce la naturale continuazione sulla zona del Calatino-Palagonese dell’operazione svolta lo scorso 21 marzo sempre dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catania (che hanno deferito 267 soggetti residente su tutta la Provincia etnea alla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, per un danno allo stato di oltre 1,3 milioni di euro), è solo l’ultima di una serie di azioni di contrasto intraprese dai Carabinieri di Catania all’indebita percezione di denaro pubblico connessa al “Reddito di cittadinanza”.

I controlli avviati sin dal 2021 nella provincia di Catania, anche in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro del capoluogo etneo, hanno infatti consentito (includendo gli 87 odierni denunciati nel Calatino-Palagonese) di individuare e deferire complessivamente circa 1000 persone che riscuotevano il sussidio senza averne il diritto, per un danno complessivo alle casse dello Stato, nel quadriennio 2019 – 2022, di complessivi 7 Milioni di Euro circa; tra questi, almeno 80 cittadini, avevano personalmente richiesto ed ottenuto il beneficio pur essendo gravati da sentenze passate in giudicato per i reati di “associazione di tipo mafioso”, oppure omettendo di comunicare che all’interno del proprio nucleo familiare, vi fosse tra i destinatari del reddito di cittadinanza anche un proprio congiunto gravato da sentenze di condanna definitive per associazione di tipo mafioso.

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