Il 3 ottobre si ricorda il giorno in cui, nel 2013, 368 persone tra bambini, donne e uomini persero la vita in un naufragio a largo di Lampedusa. Stamane la Giornata è stata celebrata al Cimitero di Caltagirone, con la partecipazione degli ospiti delle comunità di accoglienza SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) e degli alunni dell'Istituto Superiore Secusio, che hanno reso omaggio, con riflessioni, poesie e brani musicali, alla vittima n. 357, tumulata nel Cimitero di Caltagirone.
di Giacomo Belvedere
Il 3 ottobre è una data simbolica, che ricorda il giorno in cui, nel 2013, 368 persone tra bambini, donne e uomini persero la vita in un naufragio a largo di Lampedusa, nel tentativo di fuggire da guerre e violenze, attraversando il Mediterraneo stipati in barconi precari. Stamane la Giornata è stata celebrata al Cimitero di Caltagirone, con la partecipazione degli ospiti delle comunità di accoglienza SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) e degli alunni dell'Istituto Superiore Secusio, che hanno reso omaggio, con riflessioni, poesie e brani musicali, alla vittima n. 357. Per non dimenticare quella strage, dal 2016 il 3 ottobre è diventato la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, in virtù della legge 45/2016. La ricorrenza è stata istituita per ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà.
Stamane la Giornata è stata celebrata al Cimitero di Caltagirone, con la partecipazione degli ospiti delle comunità di accoglienza SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) e degli alunni dell'Istituto Superiore Secusio, che hanno reso omaggio, con riflessioni, poesie e brani musicali, alla vittima n. 357.L'iniziativa è stata organizzata dal comune di Caltagirone, ente titolare dei progetti SAI e dagli enti gestori delle comunità di accoglienza SAI, in collaborazione con l'associazione Astra.
VIDEO
Questi i brani musicali eseguiti e i testi proposti dagli alunni del Secusio.
BRANI MUSICALI
LÁGRIMA di Francisco Tárrega. Alla chitarra classica Stefan Lazar - 3B Secusio
IL SILENZIO (brano musicale). Alla tromba Emanuela De Caro – 3B Secusio
testi
L’uomo nero (di Brunori Sas)
Legge: Edoardo Buscetta - 4B Secusio
Hai notato
che gli argomenti
Sono sempre più o meno quelli
Rubano, sporcano, puzzano e allora
Olio di ricino e manganelli.
Hai notato che parla ancora
Di razza pura, di razza ariana
Ma poi spesso è un po' meno ortodosso
Quando si tratta di una puttana.
E tu, tu che pensavi
Che fosse tutta acqua passata
Che questa tragica misera storia
Non si sarebbe più ripetuta
Tu che credevi nel progresso
E nei sorrisi di Mandela
Tu che pensavi che dopo l'inverno sarebbe arrivata una primavera
E invece no
E invece no
Hai notato che l'uomo nero spesso ha un debole per la casa
A casa nostra, a casa loro
Tutta una vita casa e lavoro
Ed è un maniaco della famiglia
Soprattutto quella cristiana
Per cui ama il prossimo tuo
Solo carne di razza italiana.
Ed hai notato che l'uomo nero
Semina anche nel mio cervello
Quando piuttosto che aprire la porta
La chiudo a chiave col chiavistello
Quando ho temuto per la mia vita
Seduto su un autobus di Milano
Solo perché un ragazzino arabo
Si è messo a pregare dicendo il corano.
solo andata (di Erri de Luca)
Leggono: Giada Barletta e Sara di
Gregorio - 4B Secusio
Siamo gli
innumerevoli
raddoppia ogni casella di scacchiera
lastrichiamo di corpi il vostro mare
per camminarci sopra
Non
potete contarci:
se contati aumentiamo,
figli dell’orizzonte
che ci rovescia a sacco
Nessuna
polizia può farci prepotenza
più di quanto già siamo stati offesi
faremo i servi, i figli che non fate
le nostre vite i vostri libri di avventura
Portiamo
Omero e Dante,
il cieco e il pellegrino
l’odore che perdeste
l’uguaglianza che avete sottomesso
Da
qualunque distanza
arriveremo a milioni di passi
noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso
spaliamo neve, pettiniamo prati
Battiamo
tappeti
raccogliamo il pomodoro e l’insulto
noi siamo i piedi
e conosciamo il suolo passo a passo
Noi siamo
il rosso e il nero della terra
un oltremare di sandali sfondati
il polline e la polvere
nel vento di stasera
Uno di
noi, a nome di tutti,
ha detto "non vi sbarazzerete di me
va bene, muoio, ma in tre giorni
risuscito e ritorno"
In
braccio al Mediterraneo
migratori di Africa e di oriente
affondano nel cavo delle onde.
il pacco dei semi portati da casa
si sparge tra le alghe e i capelli
La terraferma Italia è terrachiusa.
Li lasciamo annegare per negare.
IL MIO NOME È ORMAI MORTO (di Elisa Calandra)
Legge: Elisa Calandra – 4B Secusio
Sotto le palpebre
ormai serrate
quest’oggi un’onda
m’ha privato
di quest’ultimo
respiro.
Tra sogni
di salvezza
perduti in quest’oceano
di amarezza
la mano fredda del destino
ha afferrato me
in questo mondo
crudele, sublime
particella di male
dischiusa in questo
salato, convulso mare.
Io che
non sono più io
senza più amore
senza più futuro
scompaio dal teatro
silenziosamente
come brina gelata
di una calda primavera.
L’uomo non m’ha accolto
no, ha chiuso il sipario:
è una dolce tragedia
dal sapore amaro.
Ora mi accingo a lasciar voi,
superstiti del tempo,
gli ultimo sgoccioli di speranza.
Il mio nome è ormai morto
ciò che non perirà mai
sarà in voi, la mia assenza.
È solo un caso (di Phil
Ochs. Brano originale: There But For Fortune)
Leggono: Alessandra Belgiovane e Alessandra Romano- 5EL Secusio
Phil Ochs è un cantautore statunitense particolarmente critico verso tutte le forme di disuguaglanza sociale presenti nella nostra società occidentale, la cosidetta società del "benessere".
I suoi versi sono ricchi di sensibilità verso chi non gode delle stesse opportunità e sono animati dalla speranza di un mondo improntato alla solidarietà e alla tolleranza.
TESTO
Fammi vedere una prigione, fammi vedere una galera,
Fammi vedere un prigioniero con la faccia impallidita
E io ti farò vedere un ragazzo, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel ragazzo non sia io o te, io e te.
Fammi vedere il vicolo, fammi vedere il treno,
Fammi vedere il vagabondo che dorme fuori, sotto la pioggia,
E io ti farò vedere un ragazzo, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel ragazzo non sia io o te, io e te.
Fammi vedere le macchie di whisky sul pavimento,
Fammi vedere l'ubriaco che inciampa fuori dalla porta,
E io ti farò vedere un ragazzo, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel ragazzo non sia io o te, io e te.
Fammi vedere la carestia, fammi vedere la debolezza,
Occhi senza futuro che mostrano i nostri fallimenti,
E io ti farò vedere dei bambini, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quei bambini non siamo io o te, io e te.
Fammi vedere il paese dove son dovute cadere le bombe,
Fammi vedere le rovine degli edifici una volta tanto alti,
E io ti farò vedere un giovane paese, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel paese non siamo io o te, io e te.
Al termine, gli alunni della 3B e della
5EL hanno consegnato ai partecipanti cartoncini con riflessioni e pensieri e
gli alunni dei fiori di carta, leggendo
i messaggi scritti.
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