Il Presidente della regione Siciliana ha annunciato la sua decisione di anticipare la fine della legislatura regionale di 40 giorni, in modo da far coincidere le elezioni politiche e le regionali, in video postato sulla sua pagina social, spiegando i quattro motivi che lo hanno indotto a prendere questa decisione.
Il dado è tratto. Il
Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, si dimette. Musumeci ha annunciato, in video postato sulla sua pagina social, la sua decisione di anticipare la fine
della legislatura regionale di 40 giorni, in modo da far coincidere le elezioni
politiche e le regionali.
“Il 25 settembre in Sicilia –ha detto - si voterà anche per le regionali oltre che per le politiche. È una divisione sofferta, naturalmente meditata, che ho adottato alcuni minuti fa dopo averci pensato per alcuni giorni. Non c'è nessun motivo politico alla fonte di questa di questa decisione: sono quasi tutte ragioni di ordine tecnico, di ordine procedurale progettate da buon senso”.
Ci sono, per Musumeci, almeno quattro motivi perché si debba votare il 25 di settembre in Sicilia.
“Il primo – ha proseguito -: la chiusura delle scuole. Si vota nelle scuole, negli edifici scolastici. Bisogna interrompere le lezioni: una cosa è farlo soltanto per il 25 settembre, altra cosa è farlo anche il 6 di novembre, quando scade naturalmente la legislatura della Regione e dell’Assemblea regionale. Non ci possiamo permettere il lusso di tenere giornate intere la scuola chiusa”.
Il secondo motivo per il Presidente della Regione Siciliana sono i casi di contagio Covid che crescono. “Lo abbiamo visto in queste settimane d'estate – ha spiegato -: immaginate cosa potrebbe accadere con l’arrivo dell’autunno, alla luce dell'esperienza che abbiamo maturato nei due anni precedenti. Se aumentano i casi di contagio, noi non possiamo garantire a tutto il corpo elettorale - Dio sa quanto abbiamo bisogno di combattere l’astensionismo - di poter esercitare il diritto al voto, quindi di andare nella cabina”.
Il terzo motivo è lo stress provocato da tre mesi e più di campagna elettorale: “Significa che i partiti – ha continuato -, mentre sta per concludersi per le elezioni nazionali, debbono raccogliere le firme, preparare le liste, cercare i candidati, definire i simboli per le elezioni regionali: assurdo, impossibile! Uno sforzo sul piano organizzativo che crea soltanto disordine e non serve al buon andamento delle due campagne elettorali, non serve alla democrazia, non serve alla partecipazione della gente”.
Il quarto e “più importante e significativo” motivo: “i costi, che deve affrontare la Regione, che deve affrontare l’istituzione pubblica per garantire il diritto al voto. Parliamo di circa 20 milioni di euro, non sono pochi centesimi. Se si dovesse votare il 25 settembre e il 6 novembre, venti più venti, significa quasi 40 milioni. Non è possibile e buon senso dice di no”.
Sulla sua eventuale ricandidatura, Musumeci ribadisce la sua
disponibilità. Quanto alle critiche di chi ritiene la sua candidatura “divisiva”,
chiarisce che se le critiche non sono “un capriccio di qualcuno”, è “disposto a
fare un passo di lato”, ma attende e chiede che vengano fatti i nomi di eventuali candidati.
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