Pubblicato il 22/06/2022
CULTURA

Esami di maturità: nelle tracce su Pascoli e Verga errori e sviste



Il Ministero dell'Istruzione non si smentisce. mai. Degli errori ed orrori imbarazzanti nei quiz dei concorsi per  i docenti si sa. Ma anche oggi ci sono state sviste grossolane o chiavi interpretative a dir poco depistanti nelle tracce della prima prova scritta di Italiano. E non è la prima volta che succede.


di Giacomo Belvedere

Il Ministero dell'Istruzione non si smentisce. mai. Degli errori ed orrori imbarazzanti nei quiz dei concorsi per  i docenti si sa. Ma anche oggi ci sono state sviste grossolane o chiavi interpretative a dir poco depistanti nelle tracce della prima prova scritta di Italiano. E non è la prima volta che succede.

Si davano due tracce (Pascoli e Verga) per quanto riguarda l'analisi del testo poetico o narrativo. Orbene (meglio or... male) nelle note alla poesia La via ferrata di Pascoli, si dice che “il femminil lamento” è il suono dei fili del telegrafo, mentre con tutta evidenza si allude al fischio della locomotiva (tutta la poesia paragona la ferrovia al telegrafo, e i versi della quartina finale sono distribuiti armonicamente e simmetricamente a significare, il primo distico la locomotiva, il secondo i fili del telegrafo).


Ma non finisce qui. La seconda traccia dell'analisi del testo proponeva la novella Nedda di Verga. Orbene (meglio or... male), in questo caso, invece, si danno indicazioni fuorvianti allo studente. Gli si chiede quali fossero “i principali elementi riferibili al Verismo” verghiano presenti nella novella, che tuttavia non è propriamente una novella verista (come ad esempio "Rosso Malpelo"). Manca lo stile asciutto, oggettivo, straniante, prodotto dalla geniale dissociazione che Verga opera tra autore e narratore. In Nedda il narratore è più tradizionalmente invece alter ego dell'autore. Non si capisce poi, perché non si sia data agli studenti anche la conclusione della novella, che fornisce una chiave interpretativa non trascurabile.   

Inoltre, si chiede di paragonare il personaggio della novella con uno o più dei protagonisti dei romanzi del Ciclo dei vinti. Con  "Ciclo dei vinti" si intendono i progettati cinque  romanzi, di cui solo due portati a termine (I Malavoglia e Mastro don Gesualdo). Indicazione assai riduttiva, perché riferimenti e spunti interessantissimi, per un confronto, ci sono in tutta la narrativa verghiana e non solo nei romanzi. Sarebbe stato assai più produttivo, invece, un confronto tra Nedda (1874) e Rosso Malpelo(1878), la prima novella del tutto verista di Verga. C’è un abisso tra le due novelle, per costruzione narrativa, scelte stilistiche e linguaggio. In Malpelo Verga raggiunge una delle vette più alte della sua produzione narrativa; mentre Nedda non è altro che un bozzetto  melodrammatico di un realismo tardo romantico piuttosto che verista.   


Insomma, per quanto riguarda la traccia su Verga, si sono tagliate le ali agli studenti, depistandoli o dando indicazioni riduttive (o forse trabocchetto: ti chiedo di parlare dei romanzi, ma tu parli delle novelle e così ti sanziono con la penna rossa! A parlare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca…).

Orbene, meno male che alcuni studenti se ne sono accorti. A parlare male degli studenti si fa peccato, ma spesso non ci si azzecca proprio.

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