Pubblicato il 17/03/2018
CRONACA
ph. Andrea Annaloro

Caltagirone, femminicidio Formica: il pm chiede rinvio a giudizio per Pirronello




La Procura non ha creduto al raptus di follia, formulando l’accusa di omicidio doloso pluriaggravato. Tre le aggravanti  contestate: futili motivi, minorata difesa, e crudeltà: Pirronello rischia l’ergastolo. Udienza preliminare il 27 marzo. 

di Giusi Scollo–Giacomo Belvedere


Una coltellata. Poi una seconda, una terza e ancora una. In piena notte, nella sua casa in via Filippo Paladini, in contrada Balatazze a Caltagirone, per Patrizia Formica, la donna uccisa dal suo compagno Salvatore Pirronello la notte tra il 2 e il 3 aprile 2017 è stata la fine. È morta dissanguata per le ferite ricevute, mentre il suo assassino con calma di toglieva il pigiama macchiato di sangue, si ripuliva e rivestiva. Una vita stroncata a 47 anni, dopo una domenica trascorsa con l’uomo che amava, il figlio e gli amici «tutti insieme appassionatamente». La città sconvolta le ha dedicato un “posto occupato”: una panchina rossa in piazza Umberto. Patrizia Formica si è aggiunta alla lista, sempre più numerosa, di donne uccise ogni giorno dal proprio marito, dal compagno, dall’uomo che amavano.  

A un anno di distanza, chiusa la fase delle indagini preliminari, il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone,  Fabio Salvatore Platania, ha chiesto il rinvio a giudizio per Salvatore Pirronello, 53 anni, con l’accusa di omicidio doloso pluriaggravatoL’udienza preliminare è fissata il 27 marzo prossimo davanti al Gup Salvatore Ettore Cavallaro. Pirronello è un volto noto alle Forze dell’Ordine: nel 1981 fu coinvolto in una rapina finita nel sangue. In quattro assaltarono l’autobus di linea Catania-Palermo. Furono uccisi l’autista, Giuseppe Savarino, e l’avvocato Enzo Auteri, che era stato presidente della Provincia di Catania. Pirronello, allora minorenne, fu processato soltanto per rapina dal Tribunale per i minorenni di Catania.

Quel femminicidio atroce ha ancora dei lati oscuri, che spetterà alla verità processuale chiarire. Certo è che Patrizia Formica non si aspettava quella fine. «Fuori piove, e chi se ne frega, io ho il sole dentro. Le persone che amo sono accanto a me, può anche arrivare il diluvio io mi sento al sicuro. Buona domenica a tutti». Queste parole si leggono in un messaggio, postato il giorno prima di una “truzzata” fuori porta, per prendere aria, in campagna, assieme ai parenti, agli amici e all’uomo che amava. Non sapeva che quella sarebbe stata l’ultima domenica della sua vita. Si sentiva al sicuro Patrizia Formica. Il freddo invernale, che in quei giorni aveva stretto in una morsa di gelo Caltagirone, interrompendo la primavera, non aveva gelato il suo entusiasmo, la voglia di vivere una giornata all’«insegna del divertimento assoluto». Salvatore, il fratello della vittima, ha dichiarato di aver ricevuto un sms da parte di Patrizia, in cui lei lo informava di voler comprare casa:  «Vogliamo comprare casa con Salvo. La casetta che hai tu va bene per noi». Nel video sulla scampagnata postato su Facebook si vede Patrizia Formica che cerca di attirare più volte l’attenzione di Pirronello, che appare visibilmente infastidito. Ma da qui a pensare che l’uomo stesse meditando l’omicidio ne corre.  

GLI ULTIMI MOMENTI DI GIOIA DI PATRIZIA FORMICA



ph. Giusi Scollo

I FATTISecondo la ricostruzione degli inquirenti, la donna sarebbe stata colpita da una prima coltellata mentre dormiva. Un brusco risveglio, poi ci sarebbe stata una colluttazione, durante la quale la vittima ha tentato disperatamente di difendersi. I due sono finiti per terra, l’uomo le ha inflitto altre tre coltellate: un colpo all’addome e siprattutto uno al torace sotto il cuore sono stati fatali. La lama di 12 cm non ha lasciato scampo. Mentre la donna era agonizzante riversa a terra, l’uomo si sarebbe ripulito, tolto il pigiama e rivestito con abiti puliti. Un particolare ha destato l’attenzione degli inquirenti: la camera era chiusa a chiave dal di dentro, il che farebbe pensare che la donna  ha avuto la forza di arrivare sino alla porta per chiudersi dentro. L’uomo è uscito da casa e quindi si è recato presso la vicina Stazione dei Carabinieri, a poche centinaia di metri dall’abitazione dove è stato commesso il delitto, per costituirsi.

LA VERSIONE DI PIRRONELLO – Secondo quanto dichiarato da Pirronello, durante un primo interrogatorio, condotto dal Luogotenente Tommaso Cilmi del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Caltagirone, l’omicidio sarebbe stato frutto di un raptus. La donna, avrebbe affermato l’omicida, soffriva per la lontananza dai figli, al punto che, sempre secondo il racconto dell’uomo, quest’ultimo avrebbe minacciato di interrompere la relazione per consentirle di dedicarsi completamente a loro. Ma Patrizia Formica non accettava la fine del rapporto, tanto che avrebbe tentato il suicidio. Di qui il passo indietro di Parrinello che, tuttavia, non sapendo cosa fare per mettere fine alla storia con la compagna, la notte tra domenica e lunedì, tra una sigaretta e un’altra, avrebbe maturato il proposito omicida. Versione dei fatti che tuttavia stride, con l’immagine di famiglia felice che risulta dai video e dai post messi su Facebook dalla donna la domenica precedente al delitto.  

ph. Giusi Scollo

ESCLUSO IL RAPTUSMa la Procura non ha creduto al raptus di follia. Il capo d’accusa formulato è di omicidio doloso pluriaggravato. Tre le aggravanti contestate:

1) futili motivi: lui la voleva lasciare ma Patrizia Formica non accettava la separazione. Di qui sarebbe maturata l’idea di eliminarla;

2) minorata difesa, che si configura allorquando l’agente abbia approfittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa: di tempo, perché l’omicidio è avvenuto  di notte; di luogo, perché dentro una stanza piccola, da cui era impossibile scappare; di persona, perché si trattava di una donna fragile e debole contro un uomo  forte e violento;

3) aver agito con crudeltà per le diverse coltellate inferte, di cui l’ultima fatale ha provocato la morte  per sanguinamento lento.

Con questo capo d’imputazione, se si va a processo ordinario, Pirronello rischia l’ergastolo. A meno la difesa non opti per il rito abbreviato.

ph. Andrea Annaloro

PATRIZIA SI POTEVA SALVARE? – A sconfessare l’ipotesi del raptus, sarebbe la dinamica stessa dell’omicidio. L’uomo si è preso tutto il tempo necessario per ripulirsi e rivestirsi, togliendosi il pigiama. Un interrogativo inquietante si affaccia: Patrizia Formica, infatti, non è morta sul colpo, dopo le quattro ferite inferte dall’uomo, ma il decesso è avvenuto per lento sanguinamento. Una morte, dunque, non improvvisa: lo scenario che si presenterebbe è che la donna, forse, era ancora viva e avrebbe potuto essere salvata, se il lasso di tempo tra l’aggressione e l’autodenuncia dell’assassino davanti ai Carabinieri fosse stato più breve. Particolare degno di nota, inoltre, è che Pirronello si è diretto alla caserma a piedi, allungando così i tempi. Altro particolare importante: l’uomo avrebbe avuto con sé il suo cellulare, ma non l’ha usato per chiamare i Carabinieri o il 118, che è stato allertato dai Carabinieri allorquando l’uomo si è presentato in caserma. I militari  si sono precipitati dopo pochi minuti sul posto, quando tuttavia, era ormai troppo tardi e la donna era già morta.

VIDEO FUNERALE PATRIZIA FORMICA


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