I lavori, pari a circa un milione di euro fra fondi dell’8 per mille e contributi del bonus facciate, si sono tradotti nel recupero e nel restauro conservativo delle parti lapidee della cupola, del campanile e del prospetto esterno, nel rifacimento integrale delle coperture, nel restauro dell’apparato decorativo interno e nel rifacimento degli impianti di illuminazione interni ed esterni.
La Chiesa ex Matrice, da due anni interessata da interventi di ristrutturazione e consolidamento adesso in dirittura d’arrivo, riaprirà i battenti entro la prossima Pasqua. È quanto emerso dal sopralluogo effettuato stamani dal sindaco Fabio Roccuzzo con l’assessore ai Beni culturali Claudio Lo Monaco, dal responsabile dell’Ufficio Beni culturali ecclesiastici della Diocesi, don Fabio Raimondi, dal parroco don Salvatore De Pasquale e dal progettista e direttore dei lavori, architetto Michele Savatteri. I lavori, pari a circa un milione di euro fra fondi dell’8 per mille e contributi del bonus facciate, si sono tradotti nel recupero e nel restauro conservativo delle parti lapidee della cupola, del campanile e del prospetto esterno, nel rifacimento integrale delle coperture, nel restauro dell’apparato decorativo interno e nel rifacimento degli impianti di illuminazione interni ed esterni. Durante le opere, nel primo arco cieco posto a sinistra è stato rinvenuto un affresco della seconda metà del ‘700, che rappresenta una decorazione floreale.
“Ringrazio la Curia e don Raimondi – ha dichiarato il sindaco Roccuzzo –
per questi consistenti interventi di riqualificazione, che consentiranno alla
Chiesa ex Matrice di riaprire al culto e di tornare, finalmente, a ospitare la
Festa di Maria Santissima di Conadomini, tanto amata dai cittadini di
Caltagirone. Tutto ciò avviene in
un’area che, già interessata dai lavori per il completamento funzionale finalizzato all’allestimento
museale del prestigioso edificio di Sant’Agostino (8,6 milioni di euro), sarà
oggetto pure di significative azioni di riqualificazione e rigenerazione urbana
con i fondi del Pnrr”.
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