Pubblicato il 11/01/2022
POLITICA

David Sassoli: addio a un signore gentile della politica e cristiano autentico



“I muri tra le persone vanno non costruiti, ma abbattuti. È passato qualche anno: non ho cambiato idea”. Lo vogliamo ricordare così, David Sassoli, con una foto in cui, nel 1989, piccona il muro di Berlino. Foto da lui postata su Twitter il 10 ottobre scorso, a conferma di una coerenza di fondo, mai venuta meno.


di Giacomo Belvedere

“I muri tra le persone vanno non costruiti, ma abbattuti. È passato qualche anno: non ho cambiato idea”. Lo vogliamo ricordare così, David Sassoli, con una foto in cui, nel 1989, piccona il muro di Berlino. Foto da lui postata su Twitter il 10 ottobre scorso, a conferma di una coerenza di fondo, mai venuta meno.

Se ne è andato in punta di piedi, come nel suo stile: un uomo che la politica ha sempre interpretato con garbo e gentilezza, un signore della politica. Un credente autentico, formatosi alla scuola di Dossetti e La Pira, che la sua fede non esibiva brandendo crocifissi e rosari, ma testimoniandola nella vicinanza e solidarietà ai più deboli e fragili, agli emarginati e tagliati fuori da un’Europa che si sta chiudendo sempre più dentro recinti e muri.


Il suo ultimo tweet ieri, per ricordare la prematura scomparsa di Silvia Tortora, che suona oggi come un testamento: “Il mio cordoglio – ha scritto Sassoli - per la prematura scomparsa di #SilviaTortora. Una vita spesa per il garantismo, per la memoria del padre #Enzo vittima di malagiustizia, per un Paese più maturo e più civile”.

Quel Paese più maturo e civile, quell’Europa più matura e civile per cui si era battuto  negli anni della Presidenza del Parlamento europeo. Un ruolo prestigioso, a cui teneva con passione, e a cui era tornato con entusiasmo a novembre, dopo che la malattia lo aveva costretto a casa: “Bello tornare in Parlamento! – scrive in un tweet, il 23 novembre scorso - In sessione plenaria ho rivolto un saluto alle istituzioni parlamentari e a tutti i gruppi politici che hanno garantito il proseguimento dei lavori durante la mia malattia. A tutte e a tutti va il mio ringraziamento!”. In questo grazie la consapevolezza, propria dei  grandi, che nessuno è indispensabile, che una volta svolto il nostro compito siamo, evangelicamente “servi inutili”.  


Tant’è che aveva declinato, col consueto garbo, ma al contempo fermezza, il 15 dicembre, gli inviti a ricandidarsi allo scranno più alto del Parlamento europeo: “Ringrazio per le tante sollecitazioni, ma ho deciso di non ricandidarmi alla Presidenza del Parlamento europeo. Il fronte europeista rischierebbe di dividersi, e sarebbe andare contro la mia storia, le nostre convinzioni, le nostre battaglie. Non posso permetterlo”.

Ecco chi era David Sassoli: “Presidente del Parlamento europeo. E sempre, ancor di più, uno di voi”, come si legge nella bio del suo profilo Twitter. Uno di noi. Appassionato alla politica dei cittadini e non a quella delle poltrone. La terra gli sia lieve. E il Signore della Storia sgombri dall’urna in cui riposa l'ignobile fanghiglia di sedicenti no vax, per i quali pietà l’è morta. 


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