Pubblicato il 04/01/2022
AMBIENTE

Caltagirone, Legambiente scrive al Sindaco: “Per una città resiliente non serve il trasferimento di cubatura”



Il Circolo Legambiente di Caltagirone ritiene che l'approvazione del “Regolamento sul trasferimento di diritti edificatori” non vada nella giusta direzione e chiede il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste nel processo di elaborazione delle strategie comunali.


L’associazione Legambiente Circolo il Cigno di Caltagirone scrive al Sindaco e agli assessori all'urbanistica ed alla transizione ecologica chiedendo il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste nel processo di elaborazione delle strategie comunali.

“L’anno che ci lasciamo alle spalle è stato un anno difficile per la nostra città e non solo, dagli incendi boschivi alle forti perturbazioni metereologiche che hanno messo a dura prova il nostro già fragile territorio, con l’aggravamento dei fenomeni di dissesto idrogeologico nel centro storico, in particolare nella circonvallazione di ponente” dichiara la presidente di Legambiente Anita Astuto che continua: “Con l'avvento della nuova amministrazione e la creazione dell’assessorato alla transizione ecologica ci saremmo aspettati maggiore attenzione a queste emergenze; l'aver posto come priorità l'approvazione del Regolamento sul trasferimento di diritti edificatori ai sensi della Legge Regionale 10 agosto 2016 N. 16, art.22 così come modificato dall’art. 17 della Legge Regionale 06 agosto 2021, n.23, ci lascia alquanto perplessi sia nel metodo che nel merito.

Sarebbe stato auspicabile un maggior coinvolgimento delle associazioni ambientaliste che da anni operano e conoscono il territorio ed invece sono state ignorate e mai convocate nelle riunioni, privilegiando solo le associazioni di categoria.”


L’associazione eccepisce anche nel merito del regolamento: “oltre a non ravvederne l’urgenza - afferma la presidente Anita Astuto - non se ne condividono i contenuti salienti. Il trasferimento di cubatura senza idonee restrizioni rischia di togliere al pubblico ogni sorta di effettiva pianificazione. Ci ritroviamo una città costruita per una capienza tripla rispetto alla popolazione residente, con costi di gestione esorbitanti che gravano sulle tasche dei contribuenti: consentire ulteriore edificazione per un territorio fragile come il nostro, significa aggravare l’eredità emergenziale ai nostri figli. Riteniamo che l’assessorato all’urbanistica debba lavorare in sinergia con quello dedicato alla transizione ecologica per una pianificazione delle azioni di mitigazione e adattamento che rendano davvero la nostra città resiliente alla crisi climatica in atto. Tutti i progetti di trasformazione del territorio dovrebbero essere concepiti in coerenza con i principi di resilienza, dalla riqualificazione energetica alla rinaturalizzazione dei suoli, dalla bonifica dei greti dei fiumi che allo stato attuale non reggono più il carico delle acque meteoriche che i terreni attraversati dagli incendi non riescono più ad assorbire, agli interventi per la riduzione delle isole di calore urbano. Tratteggiato questo quadro, pensare al regolamento che consente il trasferimento di cubatura anche su aree non contigue, non va nella direzione della sostenibilità economica, sociale e ambientale”.


Legambiente eccepisce anche sull'apertura del CCR senza l'approvazione del relativo regolamento, e sulla “fragile” procedura adottata nel processo partecipativo per la costruzione del Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), ridotto alla somministrazione virtuale di questionari pubblicati nel sito del Comune per chiedere ai cittadini "volenterosi" di esprimersi sui propri consumi, che lascia molto perplessa l’associazione che nell’auspicare un cambio di passo si dichiara disponibile per un confronto disinteressato, in nome di un bene comune certamente condiviso.

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