Pubblicato il 09/05/2014
ATTUALITÀ

POLEMICHE A CALTAGIRONE SUI 245 MINORI STRANIERI A VILLA MONTEVAGO. «È TUTTO IN REGOLA» SOSTIENE LA COOP. “LA FORZA DELLA VITA”



POLEMICHE A CALTAGIRONE SUI 245 MINORI STRANIERI A VILLA MONTEVAGO. «È TUTTO IN REGOLA» SOSTIENE LA COOP. “LA FORZA DELLA VITA” – Sabato 3 maggio, tra le ore 19,30 e le 21, cinque pullman scortati dalla polizia sono giunti a Caltagirone. A bordo 245 ragazzi, di nazionalità prevalentemente sub sahariana, tra i dieci anni e i 18 anni, sbarcati ad Augusta tra il 30 aprile e il 2 maggio, reduci da una delle traversate disperate a cui migliaia di donne e uomini, si affidano per fuggire da condizioni di vita difficili ma soprattutto da luoghi in cui le persecuzioni, gli agguati e le violenze sono all’ordine del giorno. Tra loro 4 giovani ragazze di cui una incinta.La maggior parte, 239, erano stati soccorsi dalla nave San Giorgio, impiegata nell’operazione Mare nostrum, ed erano sbarcati alle 8.30 del giorno prima. Lo sbarco mandava in tilt i centri di accoglienza di Augusta e della provincia siracusana già al collasso.

«Per quanto riguarda i circa 200 minori giunti questa mattina in porto sulla San Giorgio» – affermava la stesso giorno Giuseppe Occhipinti, Consulente amministrativo del comune di Augusta, guidato dal Commissario prefettizio, il Prefetto Maria Carmela Librizzi, incaricata dopo lo scioglimento per mafia il 7 marzo 2013, – stiamo attendendo la conferma della disponibilità di una struttura ricettiva fuori provincia. Se questa risposta non dovesse giungere allora non avremmo altra alternativa che tornare ad utilizzare, come fatto sino ad alcune settimane addietro, la struttura sportiva del Palajonio».

In poco tempo la struttura veniva individuata a Caltagirone. Si tratta della Villa Gravina di Montevago, edificio storico in stile liberty, sito nella periferia sud della città. Legata al nome della Villa sono una serie di incontri che dall’agosto ad ottobre del 1943 si tennero per la ricostituzione del partito cattolico di Caltagirone. Recentemente l’edificio è stato destinato ad uso ufficio da parte di Kalat e dell’Asi. La Cooperativa a cui sono stati affidati dal Prefetto Librizzi i minori è “La Forza della Vita” con sede legale a Modica, che si occupa prevalentemente di assistenza agli anziani, e che ha una comunità alloggio per minori stranieri a Porto Palo. La responsabile è Mary Finocchiaro che ha affittato Villa Montevago per ospitarvi i minori.

ALLARME E PREOCCUPAZIONE IN CITTÀ. BONANNO: «NON SIAMO STATI AVVISATI»  – L’arrivo di un così  gran numero di minori senza che la città fosse stata informata ha messo in allarme alcuni cittadini che abitano nella zona, anche per il diffondersi di notizie non controllate di casi di scabbia e tubercolosi. Dicerie diffuse anche in rete da alcuni articoli che hanno parlato indiscriminatamente di 250 minori infetti arrivati a Caltagirone.

La caccia all’untore si sa va di moda. La realtà è ben diversa. La notizia che è stata fatta trapelare imprudentemente dalle autorità sanitarie e che poi è stata gonfiata creando allarmismo è che 49 minori sono risultati positivi al test della tubercolina. Il test si esegue ogni qualvolta si vuole conoscere se c’è stato un precedente contatto con il Mycobacterium Tubercolosis, responsabile della tubercolosi: una reazione positiva indica che il soggetto in esame ha avuto un precedente contatto con il batterio della tubercolosi. Ma ciò non sempre equivale ad essere ammalati. Occore precisare infatti che un soggetto positivo al test potrebbe essere stato effettivamente infettato dal mycobacterium tuberculosis, oppure da uno degli altri micobatteri (quindi non tubercolari) che hanno reazione positiva al test di Mantoux, o ancora potrebbe essere stato vaccinato in passato contro la tubercolosi con BCG (mycobacterium bovis). Al contrario, un paziente Mantoux negativo potrebbe anche essere abbastanza immunodeficiente o immunodepresso da non poter scatenare la reazione infiammatoria, oppure aver contratto il micobatterio più recentemente rispetto al periodo finestra della malattia. E dunque un risultato negativo al test non garantisce che non abbia la tubercolosi. Da un rapporto del 2008 sui casi di tubercolosi in Italia, si è visto che il test può risultare negativo in un’alta percentuale dei contagiati per cui è utilizzato.

monte2In considerazione dello stato di allerta sociale e per informare la cittadinanza, lunedì 4 maggio, il sindaco Nicola Bonanno, gli assessori Chiara Gulizia, Egidio Sinatra e Fabrizia Palazzo hanno convocato una conferenza stampa, a cui ha partecipato anche il dirigente ai Servizi sociali Antonio Virginia. Gli amministratori di Caltagirone hanno lamentato il fatto che i minori fossero arrivati “senza preavviso e senza la verifica delle condizioni igienico – sanitarie previste dalla legge. Ed hanno voluto rassicurare i cittadini circa l’impegno dell’amministrazione nel costante monitoraggio della situazione sanitaria.

«Comprendiamo la situazione d’emergenza – ha detto in conferenza stampa il sindaco Nicola Bonanno – ma è inaccettabile che tutto ciò avvenga sulla testa del Comune e delle altre autorità locali, senza tenere in alcuna considerazione l’impatto sulla nostra comunità. Abbiamo costituito, insieme ad altri enti e organismi quali l’Asp, il Commissariato e le altre forze di polizia, una cabina di regia per fronteggiare l’emergenza».

L’assessore ai Servizi alla Persona Chiara Gulizia ha affermato che  «la struttura in questione non sarebbe debitamente autorizzata, né in possesso dei requisiti richiesti. Chiederemo alla Procura dei minori di Catania e alla Procura della Repubblica di Caltagirone l’accertamento di eventuali responsabilità per la situazione creatasi». Per l’assessore alla Sicurezza Egidio Sinatra – Caltagirone ha una struttura quasi pronta, destinata a ospitare, nelle condizioni migliori, 88 minori non accompagnati, ma il Ministero non eroga da gennaio le somme per pagare gli stati di avanzamento dei lavori». «La nostra città – ha rilevato, invece, il dirigente ai Servizi socialiAntonio Virginia  ha una grande tradizione di accoglienza, ma in questo modo non ci mettono nelle condizioni di dimostrarla».

Anche la dirigente dell’ufficio Immigrazione della Prefettura di Catania, Rosaria Giuffrè colta di sorpresa dopo le richieste di chiarimento che le giungevano, in una dichiarazione riportata da una testa giornalistica online ha affermato: «Comprendiamo la situazione d’emergenza ma è inaccettabile che tutto ciò avvenga sulla testa del Comune e delle altre autorità locali, senza tenere in alcuna considerazione l’impatto sulla nostra comunità»

IL VIDEO

 

LE REAZIONI DELLE FORZE POLITICHE E DELLE ASSOCIAZIONI – Il cima si è dunque fatto teso attorno all’affaire minori stranieri di Villa Montevago. Irritata l’amministrazione e le forze politiche per le modalità con cui si è deciso di ospitare i minori a Caltagirone senza che le istituzioni cittadine e la popolazione fossero state avvisate. Allertate le associazioni di volontariato del settore che hanno puntato l’indice su alcune criticità rilevate. Alle ore 20 dello stesso lunedì, il Consiglio Comunale convocato per discutere diverse tematiche si è trovato ad affrontare con urgenza ciò che stava avvenendo nel comune calatino. Molti consiglieri hanno dichiarato di essere stati raggiunti dalle telefonate di cittadini allarmati e si sono detti stupiti dall’arrivo improvviso di un numero cospicuo di minori. La seduta del Consiglio comunale è stata assai animata. Da tutte le parti, pur con posizioni articolate, si è chiesto al sindaco di attivare tutti gli strumenti per monitorare la situazione. Unanime la critica per le modalità con cui è stata presa una decisione che è passata sulla testa della città. Da parte di molti Consiglieri si è chiesto di segnalare tutto anche alla Procura della Repubblica e al Tribunale dei Minori.

«Qualcosa non torna» in questa vicenda, dichiara Gemma Marino consigliere comunale Sinistra Ecologia Libertà. «Non quadra – chiarisce Marino  che i tizi abbiano affittato una struttura a Caltagirone, che abbiano acquistato i mobili, che li abbiano trasportati e sistemati senza che ci fosse stata una concertazione con il prefetto di Siracusa. Non quadra che Villa Montevago, che conosciamo, possa avere la capienza per 250 persone a meno che non vengano sistemati come i polli di batteria. Non quadra che questi ragazzini siano stati lasciati senza custodia di adulti vagare per la città e, addirittura, andare in gruppi e a piedi verso Catania nella speranza di prendere un treno che li porti chi ad Augusta, chi a Modica, chi chissà dove». Una situazione di disagio sociale che non può non «far nascere sentimenti di risentimento che, inevitabilmente, ricadono anche sulle vittime, da parte dei nostri cittadini che stanno soffrendo una delle più profonde crisi economiche di Caltagirone». La consigliera Sel ha chiesto al Consiglio e all’Amministrazione di scrivere di fare una lettera esposto al Ministro dell’Interno e di attivarsi per andare nella struttura a controllare la situazione, per capire quanti dei minori sono già scappati, quale personale è destinato all’accoglienza.

«Nella nostra città – suggerisce in una nota Fortunato Parisi, a nome dell’opposizione di centrosinistra – c’è già una struttura, l’ex casa di riposo Santa Maria di Gesù, che può essere un adeguato centro d’accoglienza, disponendo di locali e servizi adeguati, come si conviene a una comunità, come la nostra, che ha grandi tradizioni di accoglienza e solidarietà. Su questo aspetto l’Amministrazione comunale può e deve far sentire la propria voce».

Aldo Grimaldi, di Forza Italia, dichiara che «Caltagirone paga già un prezzo altissimo data la vicinanza al Cara di Mineo”, chiedendo con un’interrogazione alla Giunta “di contingentare, di concerto con le autorità competenti, il numero di stranieri in città in modo da ridurre al minimo l’impatto sociale nei confronti dei nostri concittadini».

Michelangelo Lirosi dell’Area autonomista e Giovanni Garofalo, in una nota protocollata alla presidenza del Consiglio, reclamano «il blocco di ulteriori arrivi, l’incremento del personale di polizia, maggiori dotazioni di medici e apparecchiature diagnostiche” e chiedono “la designazione di un responsabile presso il ministero dell’Interno che curi i rapporti tra il Comune e lo stesso ministero relativamente a immigrazione, erogazione di somme spettanti al Comune a vario titolo e appronti un progetto che valuti il disagio che Caltagirone sta vivendo».

Il M5S Caltagirone  in una comunicato si dice «assolutamente contrario ad ogni forma di speculazione mascherata da solidarietà». Da un sopralluogo presso la struttura adibita a centro di accoglienza per minori migranti non accompagnati, i pentastellati calatini hanno ricevuto l’impressione«di totale disorganizzazione, un work in progress ingiustificabile in un’isola in cui la questione dell’immigrazione e degli sbarchi non è più un’emergenza ma uno stato di assoluta normalità». «Non ci riteniamo per nulla rassicurati  prosegue la nota –  dalle risposte ricevute dai responsabili della cooperativa che si occupano del centro mentre molti dei bambini gironzolano spaesati per le vie adiacenti. Torneremo fine settimane a verificare quale è lo stato dell’arte, faremo nuovamente ingresso all’interno della villa per verificare lo stato di salute e la loro sistemazione».

Foto Andrea Annaloro

Foto Andrea Annaloro

Anche le associazioni che operano nel settore si sono allertate. L’Arci Amari di Caltagirone denuncia «giochi di prestigio e non curanza nelle comunicazioni da effettuare alle autorità locali, il tutto perché l’affidamento è stato predisposto troppo in fretta, tanto tempestivamente che i responsabili si sono premurati di affittare una dimora di eccellenza, a Caltagirone,  in cui accomodare alla meno peggio soggetti vulnerabili. Caltagirone, da sempre città consapevole d’Accoglienza, si trova oggi a veder vagare delle anime mute, incapaci di comunicare a parole i loro bisogni». «Noi riteniamo – continua la nota –  abominevole accogliere minori stranieri in numero così elevato, su un territorio già provato dalla presenza del mega Cara di Mineo. Non è possibile gestire decentemente una situazione del genere, una struttura in cui si riversano i minori in una promiscuità esagerata, la mancanza di personale altamente qualificato per provvedere a non peggiorare le condizioni dei minori: mediatori culturali che possano informare ed orientare i minori dei loro diritti e doveri sul territorio in una lingua a loro conosciuta, educatori, operatori sanitari, psicologi e  una rete di servizi strutturata a ricevere un’ utenza così delicata».

In una nota dell’associazione di volontariato Astra protezione civile si richiamano alla loro responsabilità, ciascuno per la propria parte, Prefetture , Sindaco e affidatari. «Ai minori stranieri non accompagnati – viene precisato – si applicano le norme previste in generale dalla legge italiana in materia di assistenza e protezione dei minori. Si applicano, tra le altre, le norme riguardanti:  il collocamento in luogo sicuro del minore che si trovi in stato di abbandono; la competenza in materia di assistenza dei minori stranieri è attribuita, come per i minori italiani, all’Ente Locale (in genere il Comune); l’affidamento del minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo a una famiglia o a una comunità; l’affidamento può essere disposto dal Tribunale per i minorenni (affidamento giudiziale) oppure, nel caso in cui ci sia il consenso dei genitori o del tutore, può essere disposto dai servizi sociali e reso esecutivo dal Giudice Tutelare ; l’apertura della tutela per il minore i cui genitori non possano esercitare la potestà. Ogni minore straniero non accompagnato deve essere segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, Giudice Tutelare, per l’apertura della tutela, al Comitato per i minori stranieri, ad eccezione del caso in cui il minore abbia presentato domanda di asilo».

LA REPLICA DELLA COOP. LA FORZA DELLA VITA: «È TUTTO IN REGOLA» – Nell’occhio del ciclone è dunque la cooperativa sociale “La forza della vita” che gestisce la struttura. Ma la responsabile della cooperativa Mary Finocchiaro si difende e rigetta ogni accusa. Si tratta – spiega – di un centro di prima accoglienza per minori non accompagnati. Gli operatori della struttura sono 20. «Li abbiamo cercati a Caltagirone», dichiara la responsabile. Secondo Finocchiaro tutto è in regola e i problemi sono dovuti al fatto di aver dovuto affrontare un’emergenza in poco tempo. E lamenta di non aver avuto la solidarietà dalla città. Nel frattempo molti minori si sono allontanati dalla struttura, cercando il ricongiungimento con i parenti e amici. ll numero dei minori ospiti a Villa Montevago mercoledì sera era sceso intorno alle 90 unità.

Giacomo Belvedere – Giuliana Buzzone – Giusi Scollo

IL VIDEO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Commenta
Il tuo commento verrà pubblicato previa approvazione. Soltanto il nickname sarà visibile a tutti gli utenti.