Pubblicato il 19/12/2021
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Caltagirone non è arancione, ma dati dei vaccinati ricalcolati al ribasso



A Caltagirone non è stata possibile la Didattica a distanza perché non si era in zona arancione. Ha scongiurato la zona arancione l'alto numero di vaccinati con seconda dose. Ma il dato dei vaccinati è stato ricalcolato al ribasso e l’errore è vistoso: più del 5%. Qualcuno ci deve spiegare chi e perché ha sbagliato. Ed eventualmente chiedere scusa ai caltagironesi.

di Giacomo Belvedere

Il contagio del Covid corre a Caltagirone soprattutto fra i bambini e i preadolescenti, un dato comune a tutta Italia. La pandemia, infatti sta colpendo di più quelle fasce di popolazione prive dello scudo vaccinale, tra cui tutti gli under 12, per i quali la campagna vaccinale ha preso l’avvio solo dal 16 dicembre scorso.

Per tali ragioni il sindaco di Caltagirone Fabio Roccuzzo aveva pensato all’unica soluzione fattibile per frenare il contagio fra i bambini e ragazzi delle elementari e medie: mettere tutte le scuole in Dad, in modo da bloccare la propagazione del virus. “Avremmo voluto la Dad nelle scuole – ha spiegato Roccuzzo, che una richiesta in tal senso ha avanzato all’assessore regionale all’Istruzione Lagalla -, ma un sindaco può deciderla solo se il Comune è in zona arancione. E Caltagirone non lo è. Bisogna, quindi, stringere i denti in attesa delle ormai prossime vacanze natalizie”.


Stringere i denti. Come a dire: facciamo buon viso a cattivo gioco, limitiamo per quanto possibile i danni, ma purtroppo è un’arma spuntata senza la possibilità di mettere le classi in Dad, perché non in zona arancione. Benché Caltagirone abbia fatto registrare in queste ultime settimane un’incidenza altissima, non è stata inserita in zona arancione – sorte che è toccata invece nel Calatino ai Comuni di Militello e di San Michele di Ganzaria -  grazie alla percentuale dei vaccinati che superava l’80% della popolazione vaccinabile (tutti gli over 12 anni).    

DATI DEI VACCINATI GONFIATI - Ma ora la sorpresa: i dati sui vaccinati potrebbero essere errati. Secondo l’ultimo Bollettino sulla pandemia, pubblicato il 15 dicembre scorso dal Dasoe (Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico della Regione Siciliana), emerge, infatti, un dato clamoroso. È stata, infatti, ricalcolata al ribasso la percentuale dei vaccinati nei Comuni siciliani. “Con riferimento alla popolazione ISTAT 2021, i vaccinati con almeno una dose si attestano all’83,63% del target regionale. Gli immunizzati si attestano al 80,95. Il 16,37% del target rimane ancora da vaccinare”. Così si leggeva nel Bollettino n. 10 dell’8 dicembre 2021. Dati che sono stati ribassati nel successivo Bollettino n. 11 del 15 dicembre 2021: i vaccinati con almeno una dose sono l’82,95% del target regionale e gli immunizzati l’80,36. Sale al 17,05%, di conseguenza, il target ancora da vaccinare.


Nella città della ceramica, secondo i dati corretti, chi ha completato il ciclo vaccinale con seconda dose è l’80,16%, ma risultava l’84,82% la settimana scorsa. Un errore vistoso di 4,66 punti percentuale. Ancora più vistoso se si considera che il dato è riferito a una settimana dopo, e dunque l’84,82% dell’8 dicembre, se fosse stato un dato veritiero, avrebbe dovuto superare l’85% il 15 dicembre. Quindi l’errore è più del 5%. Un’enormità.

Non è dato sapere la ragione che ha portato al ricalcolo al ribasso: se il target su cui si è calcolata la percentuale è stato, ad esempio, cambiato. Apparentemente no: nel Bollettino n. 11 del Dasoe a pag. 30 si leggePer target si intende la popolazione residente ISTAT 2021 di Età >= 12 ANNI. Dunque il target è sempre quello degli over 12. La Regione Siciliana non è nuova a problemi di ricalcolo dei dati: eclatante il caso del ricalcolo del numero dei morti per Covid che portò alle dimissioni dell’assessore regionale alla Salute Razza. Dimissioni poi rientrate e caso archiviato.  


Dunque, se i dati sui vaccinati corretti vanno presi sul serio (il dubbio a questo punto è lecito!), Caltagirone avrebbe avuto tutti i crismi per essere messa in zona arancione. È plausibile, infatti che quando il 1 dicembre l’incidenza in città era al 508,98 casi su 100 mila abitanti; e l’8 dicembre al 472,62, il dato sui vaccinati con seconda dose, che hanno scongiurato la zona arancione (il 1 dicembre l’83,85% e il 15 dicembre l’84,82%) si attestasse al di sotto della soglia dell’80%. Quindi con tutti i presupposti per mettere Caltagirone in zona arancione e consentire la Dad.


Si  sarebbe evitato questo clima di disagio e incertezza che non ha fatto bene alla città: didattica in presenza a singhiozzo; classi che entrano ed escono dalla Dad a turno; file interminabili di ragazzi, genitori, insegnanti e personale della scuola, che si sono sottoposti ogni giorno a tamponi di controllo al drive-in; intere famiglie in quarantena forzata, alcune costrette persino a passare il natale in isolamento; strutture sanitarie di controllo e tracciamento sotto stress, e i ragazzi superstiti in presenza in aula, ma con la paura di essere le prossime vittime nel mirino del  Covid. 

Qualcuno ci deve spiegare chi e perché ha sbagliato. Ed eventualmente chiedere scusa ai caltagironesi.

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