Pubblicato il 10/08/2014
ATTUALITÀ

I No Muos invadono la base. In due restano sulle antenne



I NO MUOS INVADONO LA BASE. IN DUE RESTANO SULLE ANTENNE – Era nell’aria. Il desiderio di andare lì dentro lo si leggeva negli occhi dei manifestanti, anche se le bocche rimanevano cucite. L’avvisaglia era stato il blitz dei sette attivisti che due giorni prima si erano nottetempo arrampicati sulle antenne. In fondo lo sapevano tutti che sarebbe finita così, persino le forze dell’ordine. Esattamente a un anno di distanza dalla prima invasione pacifica della base Muos della Marina statunitense, sabato 9 agosto gli attivisti No Muos hanno forzato le reti e sono entrati all’interno. Si è ripetuto un rito: come una sorta di riappropriazione simbolica del territorio. Un rito propiziatorio ma anche di scongiuro: il segno che la battaglia non è ancora persa, nonostante le tre grandi parabole si innalzino superbe verso il cielo della sughereta di Niscemi da gennaio scorso, indifferenti alla proteste. Nonostante i 29 provvedimenti restrittivi che hanno colpito alcuni attivisti nei giorni scorsi e che sono stati strappati e bruciati. Nonostante la partecipazione in calo rispetto all’anno scorso e la tentazione di abbandonare il campo si sia fatta più forte.

Ph. Giuliana Buzzone

Ph. Giuliana Buzzone

IL CORTEO SI METTE IN MARCIA  – Il corteo, poco più di un migliaio di persone, si è mosso intorno alle 15. Il serpentone umano si è inoltrato tra canti, bandiere e slogan dirigendosi verso il cancello 4. In fondo al corteo incontriamo la sparuta pattuglia dei sindaci venuti a solidarizzare col sindaco di Niscemi Francesco La Rosa: ci sono i sindaci di Caltagirone e Ragusa, l’assessore alla legalità di Vittoria.«Siamo stati lasciati soli», è il commento amaro del primo cittadino di Niscemi. Ci sono i deputati grillini calatini Cappello e Rizzo. Sventolano bandiere di Sel, di Rifondazione comunista, dell’Italia dei Valori. Ma certo gran parte del mondo politico ha preferito andare al mare.

Poi ci sono loro: il variegato mondo No Muos. Un gruppo di donne inscena un flash mob. È il gruppo “Boicotta Israele”. I No Muos di Modica intonano allegramente il grido di guerra degli indiani americani. Lo storico pacifista Turi Vaccaro canticchia una nenia antimilitarista.

SI TRATTA CON LA POLIZIA – Intorno alle 17 il corteo si ferma. Si capisce che i manifestanti hanno in mente qualcosa. Fervono febbrili trattative con le forze del’ordine che hanno seguito con discrezione il corteo, stando al di là della recinzione. Il ronzio monotono di un elicottero accompagna tutta la manifestazione. Qualcuno lo saluta ironicamente. La polizia propone di far entrare una delegazione di una decina di manifestanti per andare a riprendere i compagni sulle antenne. Un’ambulanza è pronta al trasporto di chi fosse troppo debilitato. Il sole cocente e il caldo afoso hanno duramente provato i sette e qualcuno comincia ad avvertire i sintomi della disidratazione. Ma i No Muos non ci stanno e rigettano la proposta delle forze dell’ordine: «dobbiamo andare tutti», dicono e spingono sulla rete.

L’INVASIONE DELLA BASE – Alle 17.25 la recinzione viene tranciata e un fiume umano si riversa dentro. Non ci sono scontri. Solo all’inizio qualche momento di tensione, subito placato. Un attivista riceve una manganellata. Qualche incosciente accende un fuoco, subito spento dagli stessi manifestanti. Poi è una corsa allegra a chi arriva primo alla base, alle parabole e agli eroi sulle antenne. Una dei sette scende e chiede agli altri di restare lì tutta la notte. Alcuni sono disposti al cambio, in modo che l’azione dimostrativa duri sono al 12 agosto, giorno in cui si conclude il campeggio No Muos.

Alla fine sulle antenne sono rimasti solo due irriducibili. I manifestanti cominciano ad abbandonare la base e l’assemblea si scioglie. Molti fanno ritorno passando da un’altra via e utilizzando il varco fatto dai sette sulle antenne, per evitare di essere identificati dalla polizia. Ci potrebbero essere altri provvedimenti restrittivi simili a quelli già emessi, ci spiega Goffredo D’Antona dell’Osservatorio dei diritti, il team di avvocati che si occupa dell’assistenza legale agli attivisti. Ma oggi non importa ai No Muos. Oggi è per loro un giorno di gloria.

AGGIORNAMENTO 11.8.14: I due attivisti rimasti sulle antenne sono scesi. Stanotte c’è stato un blitz di circa 50 attivisti che sono entrati nella base per prelevarli e evitare l’arresto. Il comando Usa aveva fatto sapere che le antenne, in questo particolare frangente, avrebbero dovuto essere tutte accese. Momenti di tensione con le forze di Polizia.

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