Pubblicato il 02/12/2014
POLITICA

Crocetta al “Gravina” di Caltagirone difende il suo piano sanitario regionale: «Un capolavoro»



CROCETTA AL GRAVINA DI CALTAGIRONE DIFENDE IL SUO PIANO SANITARIO REGIONALE: «UN CAPOLAVORO» – Evitare la mannaia dei tagli ai piccoli ospedali, puntando sulle eccellenze: «Noi non vogliamo il piccolo ospedale che fa tutto. Vogliamo il piccolo ospedale d’eccellenza». Questa la ricetta per salvare i nosocomi di periferia dal declino e dalla chiusura, enunciata dal presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta a Caltagirone, dove, sabato 29 novembre, ha inaugurato i nuovi reparti di Malattie Infettive e di Medicina Interna dell’Ospedale “Gravina”. Con Crocetta era anche l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino.

Ad accoglierli Rosalia Murè, commissario straordinario dell’Asp Catania, e i direttori, sanitario e amministrativo, dell’Asp Catania, Franco Luca e Maria Maugeri. Presenti anche il sindaco di Caltagirone, Nicola Bonanno, la deputazione regionale e nazionale, e i sindaci del Calatino.

CROCETTA: “ANCHE MIO PADRE È STATO PRECARIO” – Il presidente della regione ha difeso l’azione del suo assessore alla Salute, sostenendo che, grazie agli interventi effettuati, non solo si conserveranno i posti di lavoro, ma addirittura saranno aumentati. «Il nostro è stato un capolavoro» – ha dichiarato soddisfatto. I progetti sanitari – ha sostenuto Crocetta – non sono «un’automatica conseguenza dell’organizzazione burocratica dello Stato ma devono tenere conto delle esigenze del territorio». Il piano sanitario deve essere improntato ai principi dell’autonomia: «I comuni che possono condividere le scelte le fanno insieme». E ha lanciato l’idea di un polo sanitario Gela- Caltagirone.

Ad attenderlo un gruppo di precari che da anni chiedono la stabilizzazione. Sono 82 i lavoratori precari (25 a Caltagirone) con contratto quinquennale di diritto privato che prestano il loro servizio presso l’ASP di Catania. «È un anno e mezzo che ci prendono per i fondelli, sempre con i loro giochetti burocratici e perdite di tempo», è lo sfogo di Luigi Sortino, che non si spiega come mai in altre Asp si è proceduto alla stabilizzazione: «Due pesi e due misure», sbotta amaro.«Sono 18 mila i precari della Sicilia, spero che non mi accolgano tutti», ha scherzato il presidente.«Siamo tutti precari» ha aggiunto Crocetta, rispondendo ai manifestanti. Poi ha spiegato: «Noi abbiamo il dovere del rigore. Dentro questo rigore però non dobbiamo dimenticare che chi amministra ha come riferimento il cittadino, l’uomo, la persona». «Questi cartelli – ha continuato – a me fanno soffrire, mi creano un dramma personale, perché io non vengo da una famiglia ricca, ma di operai. Anche mio padre è stato precario in certi momenti del suo lavoro».

Ph. Giuliana Buzzone

Ph. Giuliana Buzzone

BORSELLINO: “SARÀ ADEGUATA LA DOTAZIONE ORGANICA”  «Caltagirone è una realtà ospedaliera consolidata che abbiamo voluto confermare anche all’interno della rete ospedaliera territoriale della regione» – ha affermato la Borsellino, fugando i dubbi di chi teme la marginalizzazione del nosocomio calatino. «Questo a dimostrazione del fatto – ha continuato l’assessore alla Salute – che anche presidii che non si trovano nel territorio che è sede di area metropolitana hanno comunque un loro valore nel tessuto dell’intero territorio regionale». La Borsellino non ha escluso che all’interno del programma di rete ospedaliera, laddove raggiungessero indici di performance adeguati, gli ospedali riuniti Caltagirone-Militello potrebbero assurgere a polo di primo livello. Ha promesso a breve l’adeguamento della dotazione organica, con la nomina di nuovi primari e lo sblocco dei concorsi che dovrebbe por fine alle note carenze nei settori dell’anestesia e rianimazione, ginecologia e ostetricia, riabilitazione. Vi sarebbero inoltre «ottime speranze» di stabilizzazione dei precari.

MONS. PERI: “ATTENZIONE ALLA VITA” – Un forte monito a tutti gli operatori sanitari è stato rivolto da mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, che ha benedetto i locali. Bisogna avere un valore aggiunto quando si trattano gli ammalati: «Quando c’è un uomo – ha detto il vescovo – ci dobbiamo fermare in punta di piedi perché stiamo per oltrepassare un limite sacro, bello, importante unico e irrIpetibile. La nostra vita è una: viviamo per la prima, l’unica e ultima volta. Questo la rende di una preziosità straordinaria».

Gli interventi per le due nuove strutture ammontano a oltre 1,6 milioni di euro, e rientrano nell’ambito dei lavori di completamento, ristrutturazione e adeguamento dell’Edifico principale del “Gravina”. Il costo complessivo dei lavori che interessano il “Gravina”, è di 26.179.200 euro.

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