Pubblicato il 15/08/2021
ATTUALITÀ

Il Covid a Caltagirone: quando la verità non piace ai Don Ferrante di casa nostra



Ieri la comunicazione dei dati Covid a Caltagirone, forniti dall’Asp Catania (169 positivi e, purtroppo, un deceduto, non vaccinato), ci è stata contestata sulla base di informazioni SICURE (scritto così!), di cui tuttavia non si citava la fonte. Il personaggio manzoniano sembra rivivere oggi, ma moltiplicato in modo esponenziale, su internet e sui social, in cui teorie complottiste e negazioniste di dubbia scientificità, trovano terreno fertile, fondate sul principio di “me lo ha detto mio cugino”. 

di Giacomo Belvedere

Racconta Manzoni nei suoi Promessi Sposi, che Don Ferrante, uno dei personaggi del romanzo, imbevuto di teorie aristoteliche negò fino alla fine che la peste ci fosse, fondandosi sui suoi sillogismi e rifiutandosi di vedere la realtà dei fatti e che “su questi bei fondamenti, non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle”.

Il personaggio manzoniano sembra rivivere oggi, ma moltiplicato in modo esponenziale, su internet e sui social, in cui teorie complottiste e negazioniste di dubbio fondamento trovano terreno fertile.


Don Ferrante ci viene in mente, a proposito di alcune reazioni, provocate da un articolo sulla pagina Facebook della nostra testata, in cui comunicavamo l’aggiornamento dei dati Covid a Caltagirone: 169 positivi (14 in più di ieri) e, purtroppo, un deceduto, non vaccinato. La notizia della morte di un paziente per Covid ci è stata contestata sulla base di informazioni SICURE (scritto così!), di cui tuttavia non si citava la fonte, che attestavano che invece fosse morto per tumore. Ed è partito il trenino dei commenti più disparati: dalle accuse di mentire a quella di essere al soldo del ministro Speranza;  di fare terrorismo;  c'è persino a chi ci minaccia di non seguirci più. Ce ne faremo una ragione. Ci sarebbe da ridere, se non stessimo parlando di un argomento serissimo.


Lasciando stare che per alcune affermazioni gratuite ci sarebbero gli estremi per una querela per diffamazione, ci soffermiamo solo su un principio basilare di metodo e di deontologia professionale. Un giornale non dà mai una notizia di cui la fonte non sia certa e verificabile. La nostra fonte l’avevamo palesata: l’Asp Catania, i cui  dati sono di dominio pubblico.

Per alcuni lettori  invece, sembra valere il principio di “me lo ha detto mio cugino”. Ricordiamo che i pazienti di Caltagirone ammalati di Covid non sono ricoverati presso il nosocomio “Gravina”, che non è centro Covid, ma presso altre strutture ospedaliere della provincia di Catania o delle altre province siciliane. E dunque l’aver sentito di un decesso per tumore presso il “Gravina” o in città, ammesso che la notizia sia vera, non dice nulla sulla morte del paziente per Covid, che pur essendo di Caltagirone, non è morto a Caltagirone. Il paziente in questione non aveva patologie pregresse, è morto per Covid, e non era vaccinato. Queste le notizie certe e sicure, che basandoci su fonti verificabili, abbiamo dato. Su tutto ciò invece che è opinabile (perché non fosse vaccinato), nulla abbiamo  scritto per rispetto della verità. Noi le notizie le diamo, non le interpretiamo.

Ma, a quanto pare, di emuli di Don Ferrante è piena la città di Caltagirone. Forse il commento più appropriato è quello di un lettore che scrive: “Tutti laureati in medicina e biologia all'università della strada, vero? Strano che cu tutti sti geni c'avimmu a Cattaggrun, stammu fetennu peggiu r' na favela”. Meglio di così non si sarebbe potuto dire.

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