Pubblicato il 25/12/2014
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Cara di Mineo, il Consorzio dei comuni si dice estraneo a Mafia Capitale. E se la prende col giornalismo d’inchiesta



CARA DI MINEO, IL CONSORZIO DEI COMUNI SI DICE ESTRANEO A MAFIA CAPITALE. E SE LA PRENDE COL GIORNALISMO D’INCHIESTA 

«Non siamo delinquenti!»: è accorata la difesa del sindaco di Vizzini Aurelio Sinatra, presidente dell’assemblea dei sindaci del Consorzio Calatino Terra d’Accoglienza. il Consorzio dei comuni ha indetto lunedì 22 dicembre, una conferenza stampa presso il Centro Cara di Mineo in contrada Cucinella per protestare la propria estraneità ai fatti emersi nell’inchiesta romana su Mafia Capitale. Non ci stanno i sindaci del Consorzio a essere identificati con le vicende in cui è coinvolto il consulente del Cara di Mineo Luca Odevaine. Dalle intercettazioni dei Ros, Odevaine risulta avere una parte centrale nell’orientare i flussi migratori transitanti dal Cara di Mineo verso le coop amiche di Buzzi e Carminati, grazie al suo doppio ruolo di esperto del Cara menenino e di membro del tavolo di coordinamento nazionale per l’immigrazione del Viminale.

“ODEVAINE ERA SOLO UN TECNICO” – I sindaci ammettono l’imbarazzo che la vicenda crea loro. La linea di difesa è tuttavia chiara «Odevaine era solo un tecnico, con un ruolo assolutamente marginale, che non ha avuto nessuna influenza nella gestione del Cara di Mineo», spiega Anna Aloisi, sindaco di Mineo e presidente del Consorzio Terra d’Accoglienza, che lo aveva confermato come consulente a gennaio di quest’anno. La Aloisi critica chi definisce il Cara un ghetto, e chi al contrario un hotel a 5 stelle, alludendo alle visite istituzionali al Cara del deputato di Sel Erasmo Palazzotto e del segretario della Lega Matteo Salvini. Per il sindaco di Mineo il collegamento con Mafia Capitale è frutto di un pregiudizio antisiciliano: «Si è scoperto – ha detto – che a Roma c’è la mafia e siccome noi siciliani dobbiamo essere per forza mafiosi, necessariamente questa cosa deve avere ripercussioni anche nella Sicilia».

QUANDO ODEVAINE TENTÒ LA SCALATA AL CONSORZIO – Il direttore del Consorzio, Giovanni Ferrera, è intervenuto sulla questione dell’ultimo bando di gara in cui Luca Odevaine è stato componente, nominato dalla stesso Ferrera. «Avevamo chiesto alla Prefettura dei nomi, – ha spiegato – ma non ci sono stati dati. Allora abbiamo optato per degli interni al Consorzio». Odevaine presentò nel 2013 la propria candidatura a direttore del neo costituito Consorzio dei Comuni di Odevaine in concorrenza con lo stesso Ferrera. Il direttore del Consorzio ha confessato di essere stato sorpreso e di esserci rimasto male. Allora vinse Ferrera perché nel suo curriculum vantava una maggior esperienza amministrativa, ma Odevaine aveva più crediti nel campo dell’immigrazione. Certo se avesse vinto lui, ammettono i sindaci, «oggi racconteremmo un’altra storia». I tre Sindaci presenti, di Mineo Anna Aloisi, di Vizzini Aurelio Sinatra e di Licodia Eubea Giovanni Verga, hanno annunciato la decisione di costituirsi parte civile nell’eventuale processo.

“FATE MENO GIORNALISMO D’INCHIESTA”  È stata ribadita la legittimità delle iniziative locali organizzate con soldi provenienti dalla gestione del Cara come prevede un accordo tra il Ministero degli Interni e il Consorzio. Non sagre, ma progetti di integrazione – chiariscono. Ma ammettono che forse c’è stato un difetto di comunicazione.

Sotto accusa anche l’informazione fatta dai media che a loro avviso predilige il giornalismo d’inchiesta per fare audience, invece di optare verso un giornalismo culturale. Curiosa distinzione che ribalta l’idea tradizionale che si ha del giornalismo impegnato, solitamente poco redditizio in termini di audience rispetto a un’informazione di intrattenimento. Ma tant’è. «Non fate i gufi ma fate cultura» – è l’appello finale del sindaco di Vizzini Sinatra. Come si possa fare cultura disgiunta dalla critica, questo è un dilemma che la cui soluzione ci sfugge. Ma forse abbiamo un’idea diversa di cultura.

Giusi Scollo – Giacomo Belvedere – Giuliana Buzzone


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