Pubblicato il 13/07/2021
SPORT

Perché l’Inghilterra ha meritato di perdere



Le partite si vincono o perdono. L’Inghilterra ha perso la sua. Ha perso sul campo, ma ha anche perso la faccia.

di Giacomo Belvedere

Ci sono partite che si vincono e partite che si perdono. Si possono vincere o perdere per fortuna o sfortuna; per merito o demerito; divertendo o annoiando. La casistica è infinita. E anche le discussioni, i verdetti, i commenti post partita. Ma non ci sono dubbi su un fatto incontrovertibile: l’Inghilterra ha perso la finale di Euro 2020 meritatamente.


Ha perso meritatamente, perché era sicura di vincere per una sorta di destino divino. Football is coming home: era il mantra ripetuto ossessivamente. Ma chi entra in conclave papa, il più delle volte ne esce cardinale.

Ha perso meritatamente, perché ha sottovalutato l’avversario e sopravvalutato se stessa. La superbia non porta in paradiso, ma sovente all’inferno.

Ha perso meritatamente, perché non ha saputo sfruttare il vantaggio di giocare in casa con il 90% del pubblico a suo favore. Il 12° uomo è la carta vincente, se i restanti undici fanno il loro dovere. E soprattutto se gli undici avversari ti fanno vincere.   

Ha perso meritatamente, perché, dopo il gol a freddo al secondo minuto, ha ritenuto la pratica della finale già archiviata. Ma c’erano da giocare i restanti 88 minuti, più eventuali supplementari e rigori. l’ha data per vinta troppo presto.

Ha perso meritatamente, perché, nel secondo tempo, c’è stata una sola squadra in campo che continuava a crederci e si chiamava Italia. Dell’Inghilterra era rimasto solo il fantasma di una squadra cotta e rinunciataria, che contava solo sull’efficacia del mantra infallibile: football is coming home, ma sempre più quell’home stava tramutandosi in Rome.

Ha perso meritatamente, perché non si fanno entrare due rigoristi a freddo al 122 minuto. I rigori sono una lotteria, ma occorre giocarsela bene. E non si affida la terribile responsabilità dell’ultimo rigore a un ragazzo di 19 anni: era il capitano che si doveva assumere l’onere e l’onore dell’ultimo tiro in porta. E anche caricarsi sulle spalle gli eventuali insulti dei tifosi, in caso di errore.  

Ha perso meritatamente, ovviamente, perché dall’altra parte c’era l’Italia. Affamata e vogliosa di riscatto, come l’Inghilterra. Ma umile e con in piedi per terra.

Ma anche perso meritatamente, perché non ha saputo perdere. I fischi all’inno nazionale italiano; le medaglie tolte sprezzantemente dal collo; i reali d’Inghilterra che, invece di fare gli onori di casa all’ospite prestigioso, si comportano come l’ultimo dei villani, sono immagini volgari, che fanno male allo sport. Ecco, l’Inghilterra ha perso la partita più importante e non ha meritato l’onore delle armi. Non ha perso solo l’europeo: ha perso la faccia. Dio salvi la Regina dai suoi sudditi (e nipoti) cafoni.

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