Pubblicato il 02/05/2017
RELIGIONE / DIOCESI

Caltagirone, maggio alla Conadomini: la “Madonna del pane” e la “Rusedda”




Cadendo nel tempo delle messi, la sacra icona è cara al mondo dei contadini e delle loro fatiche, per cui è chiamata “Madonna del pane”. Tra le tradizioni la “Rusedda”, sabato 27 maggio, e i caratteristici “altarini”.


 di Giacomo Belvedere

Maggio è tradizionalmente a Caltagirone il mese dedicato a Maria di Conadomini. Una devozione radicata profondamente nel popolo, tant’è che, avendo chiesto nel 1642 il re Filippo IV a tutte le città del Regno di eleggere a Patrona la Vergine, sotto il titolo che fosse più venerato, i calatini, dovendo scegliere tra la Madonna del Ponte, la gaginesca Madonna della Catena in Santa Maria di Gesù e la Conadomini, indicarono quest’ultima. Il 10 luglio 1644 il Senato civico la proclamò compatrona principale della città. L’icona della Vergine Maria, di scuola bizantina, con in braccio il Bambino Gesù e avvolta in un manto trapunto di stelle, fu portata a Caltagirone nel 1225 dalla nobile famiglia guelfa dei Campochiaro, esule da Lucca a seguito del prevalere nella città toscana della fazione ghibellina. Fu donata sul finire del XVI alla Chiesa Madre dedicata all’Assunta.

Il titolo mariano Conadomini, così caro ai calatini, costituisce un unicum nella devozione mariana. Sul suo etimo due sono le interpretazioni più accreditate: la prima cerca le sue origini nella tradizione popolare, la  seconda è una versione dotta. Secondo l’interpretazione più attendibile, il  termine viene da Cona del Signore, dal nome della nicchia, sull’altare maggiore, chiamata così perché di solito vi si esponeva il Cristo alla colonna dipinto sul retro del quadro, mentre in occasioni solenni o ogni volta che gravi calamità, siccità, pestilenze, carestie affliggevano la comunità cittadina, la sacra icona veniva girata dal lato dell’immagine mariana, per venerarla ed implorare la sua misericordia. Con uno spostamento di senso assai indicativo il termine cona passò a designare Maria, colei che “contiene e porta” il Signore. La versione dotta fa derivare il termine da Icona del Signore, con chiara allusione a Gen 1,27. Ma forse le due versioni si sono contaminate e il termine potrebbe essere una storpiatura e reinterpretazione popolare (cona) di una terminologia (icona) non più compresa. Sia che si accetti l’etimologia popolare, sia quella dotta abbiamo una mirabile sintesi di mariologia.

LA FESTA: UN MIX DI DEVOZIONE, FEDE E TEOLOGIA«La nostra terra – scrive don Francesco Di Stefano nel suo saggio “Spargi tu di grazie un fonte. La Madonna del Ponte a Caltagirone. Storia, iconografia e culto” , vanta da sempre una grande devozione mariana, in modo particolare per il mese di maggio, secondo la tradizione iniziata nel XVIII secolo dal fervore dei padri gesuiti nella città di Caltagirone. Inoltre, cosa che pochi sanno, la nostra terra ha dato i natali ad uno dei più grandi studiosi e iniziatori della mariologia: il gesuita Placido Nigido di Mineo. Partendo dal lavoro di Francisco Suarez, autore del primo trattato mariano moderno (1584), scrisse una Summa Sacrae Mariologiae (1602), nella quale coniò la parola mariologia». Si può a ben diritto affermare, dunque, che la trattazione sistematica della mariologia sia nata in terra calatina.

La venerazione alla Conadomini è non solo carica di suggestione, ma, a ben vedere, densa di contenuto teologico. Inizialmente la festa era pienamente inserita nel mistero pasquale: anticamente, prima che intorno al 1750 venisse spostata al 31 maggio, la festa si celebrava la domenica in albis, con successivo novenario ed è legata all’offerta delle primizie, in specie il grano.  Cadendo poi proprio nel tempo delle messi, è in modo del tutto particolare cara al mondo dei contadini e delle loro fatiche, per cui è chiamata “Madonna del pane”.

Il suono delle campane a distesa di tutte le chiese della città nel vespro del 30 aprile chiama la cittadinanza a raggiungere in cima alla famosa Scala, il tempio-santuario della Conadomini, nel quale la venerata icona bizantina sarà esposta per l’intero mese. Una tradizione, un tempo assai viva, era quella dei famosi “altarini” rionali riccamente addobbati con fiori e festoni di bandierine multicolori, attorno ai quali, al calar del giorno, si raccoglievano i fedeli nei vari quartieri per recitare il rosario e le lodi alla Conadomini. Tra i parroci che si sono susseguiti alla guida della parrocchia promuovendo il culto della Conadomini, una particolare menzione merita in tal senso mons. Mario Mineo Ianni, oratore facondo e insigne teologo calatino, cui si deve una ricca produzione di scritti spirituali di ogni genere, e particolarmente in ordine al culto della Conadomini.

«Come ogni anno – afferma il parroco don Mauro Ciurca ci prepariamo al mese mariano, mese in cui vogliamo mettere al centro non soltanto la Vergine Maria ma rivolgere una particolare attenzione a tutto il quartiere perché possa diventare polo di attrazione della devozione a Maria».

PROGRAMMA DELLA FESTA – Ieri, 1 maggio un pellegrinaggio parrocchiale, partendo dalla Piazza Municipio, si è recato in Basilica per lo svelamento dell’Icona di Maria SS. di Conadomini, alla presenza delle Autorità civili, e per la celebrazione Eucaristica.

Tutte le sere sarà un convergere spontaneo o organizzato in pellegrinaggi parrocchiali di fedeli gruppi e scolaresche che si recano a “salutare” la Vergine Santa.

La Chiesa rimarrà aperta tutti i giorni al culto dei fedeli e alla possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione: due le celebrazioni eucaristiche feriali quotidiane, alle ore 8.30 e alle ore 20.00. Nei giorni festivi invece le celebrazioni saranno alle ore 10.30, alle 18.00 e alle 20.00.

Con particolare solennità sarà celebrata il 21 maggio l’inizio della Novena, con intervento delle autorità civili, in preparazione alla Celebrazione di mercoledì 31, quando il Clero cittadino celebrerà col Vescovo, alle ore 20.00 il solenne rito pontificale, cui presenzieranno in forma ufficiale le Autorità cittadine.

Particolare segnalazione va fatta per il tradizionale pittoresco corteo detto della “Rusedda”di sabato 27 maggio: omaggio di carri addobbati secondo l’antica tradizione contadina, cui si aggregheranno bici, motocicli, auto e mezzi agricoli, che recheranno alla Vergine di Conadomini i doni del grano e delle fascine destinate all’utilizzo delle fornaci degli stovigliai e ceramisti.

Tra le iniziative promosse, previste anche quelle di carattere culturale, che saranno affidate all’Associazione culturale “La Conchiglia”. 

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