Ci sono migrazioni forzate frutto di guerre, persecuzioni e povertà, – dichiarano gli organizzatori – sono migrazioni devastanti e drammatiche. Impariamo a guardare il migrante con occhi limpidi, ripuliti da luoghi comuni e falsi pregiudizi».
“Accolti in famiglia”: è lo slogan che sintetizza il messaggio della Giornata diocesana delle Famiglie che si è tenuta oggi a Ramacca. Famiglie con le porte aperte, in controtendenza con un mondo dove sempre più si costruiscono muri e si alzano recinti. La Festa delle Famiglie si inserisce in una pastorale nuova orientata verso l’accoglienza, perché nessuno di senta straniero.
“La famiglia si rivela come luogo principe dell’accoglienza – hanno dichiarato l’Assistente don Rocco Todero e i direttori, i coniugi Enzo Ruggieri e Fortuna Scavo –: la coppia inizia perché l’uno accoglie l’altra nella sua vita e insieme accolgono il frutto dell’amore, i figli. La famiglia cristiana è chiamata inoltre ad ampliare l’orizzonte dell’accoglienza. La mobilità umana, che corrisponde al naturale movimento storico dei popoli, è evento che si presenta come problematico e complesso ma che l’insegnamento evangelico ci presenta come una opportunità da cogliere su più fronti: sia per la famiglia che emigra sia per il Paese che la accoglie».
La mattina, in Piazza Sottotenente Di Fazio, Mons. Calogero Peri ha presieduto la Celebrazione Eucaristica. A seguire, i circa 800 partecipanti si sono messi in marcia, attraverso le vie di Ramacca, verso il Centro Sociale, dove nel pomeriggio sono state presentate diverse storie di accoglienza “ordinaria”: la storia della difficile accoglienza della vita di una famiglia di Ramacca a cui è stato diagnosticato il concepimento di un figlio con disabilità; le storie di alcune donne nigeriane, accolte ed integrate dalle comunità parrocchiali di Mineo, dove hanno ricevuto il battesimo; il “Progetto Accoglienza”, nato da un’idea del Card. Montenegro, diventata esperienza concreta di accoglienza dei migranti a Ramacca; una famiglia turca integrata dalle comunità parrocchiali di Licodia Eubea, dove la figlia adesso svolge il servizio di ministrante; ed infine la storia di un ragazzo egiziano di 19 anni, inizialmente affidato ad una famiglia, e adesso integrato in paese a Ramacca dove lavora come fornaio.
L’animazione musicale è stata curata dal gruppo All Season Animation.
«Ci sono migrazioni forzate frutto di guerre, persecuzioni e povertà, – continuano gli organizzatori – sono migrazioni devastanti e drammatiche specie se hanno luogo al di fuori della legalità. Il nostro territorio e noi che lo abitiamo conosciamo bene questa dolorosa realtà. Davanti a questa tragedia dell’umanità non possiamo limitarci alla commozione, piuttosto vogliamo promuovere e testimoniare il Vangelo dell’accoglienza seguendo le indicazioni pastorali della Chiesa che ci invita a pensare ad una pastorale specifica rivolta all’accompagnamento dei migranti nel rispetto delle loro culture. Ma prima di ciò bisogna che impariamo a guardare il migrante con occhi limpidi, ripuliti da luoghi comuni e falsi pregiudizi».
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