Pubblicato il 16/08/2017
CRONACA

Caltagirone, evaso dai domiciliari sorpreso a fumare sulla Scala S. Maria del Monte



L’uomo, ai domiciliari con braccialetto  elettronico, per l’omicidio di Giuseppe Giandinoto, avvenuto il 27 agosto del 2010, si era fatto  disattivare il congegno per recarsi in ospedale, ma non aveva poi fatto rientro a casa.

I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile durante la notte di ferragosto hanno arrestato per il delitto di evasione il pregiudicato Marco Tasca, 39enne di Caltagirone, già agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico presso la sua abitazione. L’uomo è stato sorpreso mentre fumava una sigaretta sui gradini della suggestiva Scala Santa Maria del Monte, in violazione delle prescrizioni.

Nella tarda serata del 14 Agosto 2017, l’uomo ha contattato il comando dei carabinieri, affermando di essere affetto da un malore, facendosi così disattivare il congegno di allarme del braccialetto elettronico allo scopo di farsi accompagnare in Ospedale.

Dopo gli accertamenti sanitari di routine, Tasca è stato dimesso intorno alla mezzanotte ma, anziché rientrare a casa ha preferito girovagare per le vie di Caltagirone. Marco Tasca è stato così rintracciato intorno alle ore 5:00 del 15 Agosto da una gazzella dei carabinieri di Caltagirone, mentre fumava una sigaretta sui gradini della Scala S. Maria del Monte.

È stato subito arrestato e accompagnato presso la Casa Circondariale di Caltagirone.

Tasca vanta diversi precedenti. Si trovava agli arresti domiciliari per l’omicidio di Giuseppe Giandinoto, l’uomo assassinato con due coltellate al torace da un rumeno, dietro un compenso di 500 euro.  L’omicidio, avvenuto il 27 agosto del 2010, fu commissionato dalla moglie di Giandinoto, la quale stava per separarsi, per vendicarsi delle violenze subite, e aveva progettato l’omicidio per incassare il premio dell’assicurazione sulla vita del marito, centomila euro.  La donna si sarebbe avvalsa, per portare a termine il disegno criminale, dell’aiuto di Tasca e di altri tre uomini. I particolari dell’omicidio furono decisi durante una cena nel pub della donna. Giandinoto, in quel momento, si trovava agli arresti domiciliari per maltrattamenti e lesioni alla moglie. I quattro complici gli tesero un agguato: ferito a morte, Giandinoto, ebbe comunque la forza di chiamare soccorso. Trasportato in ospedale, poco prima di morire, riuscì ad indicare ai carabinieri il suo aggressore e a rivelare i suoi sospetti. Il rumeno fu immediatamente arrestato e successivamente le indagini individuarono gli altri complici del delitto.

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