Pubblicato il 13/04/2021
POLITICA

Caltagirone, panchina gialla per Giulio Regeni e cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki



Le due mozioni sono state approvate dal Consiglio comunale all’unanimità.


Il Consiglio comunale, nel corso della seduta di ieri sera, ha approvato all’unanimità due mozioni, entrambe presentate da Marco Failla (primo firmatario), Giuseppe Carnibella e Simone Amato. Con la prima si chiede al sindaco e alla Giunta municipale “di unirsi al coro di richieste di giustizia per il ricercatore ucciso, installando una panchina gialla in memoria di Giulio Regeni”. Con la seconda si impegna l’Amministrazione “ad attivarsi per avviare il procedimento relativo al conferimento della cittadinanza onoraria di Caltagirone allo studente Patrick George Zaki, attualmente detenuto in Egitto, partecipando così in maniera attiva al network dei Comuni che chiedono un maggiore sforzo del nostro Governo per la liberazione dello studente”.


Sui documenti, illustrati dallo stesso Failla (che ha sottolineato “l’importanza di una forte mobilitazione su vicende come queste che chiamano in causa temi e valori di assoluta centralità”), sono intervenuti, anticipando il proprio motivato voto favorevole, i consiglieri Vincenzo Di Stefano, Valentina Messina, Margherita De Caro, Piera Iudica e Mario Polizzi, 


In apertura di seduta, Vincenzo Di Stefano ha riproposto l’argomento della “mancata costituzione di parte civile del Comune di Caltagirone nel procedimento penale scaturito dall’inchiesta <Nebrodi> (97 imputati per truffe all’Ue)”, in corso di svolgimento a Messina, sostenendo che “ci sarebbero state tutte le condizioni perché esso compisse questa chiara scelta di campo o facesse perlomeno il tentativo di costituirsi” e lamentando quindi “la timidezza dell’Amministrazione, che avrebbe invece dovuto essere molto netta nel prendere posizione”.


A margine dei lavori, l’Esecutivo ha così replicato: “Il Comune di Caltagirone non è considerato parte offesa e peraltro i reati ascritti agli imputati non sono stati commessi nel suo territorio. Ogni tentativo di costituzione di parte civile avrebbe pertanto risposto soltanto alla logica dell’apparenza e non della sostanza. Se dovessero emergere condotte delittuose avvenute nel nostro territorio, questa Amministrazione si costituirebbe non una ma, se possibile, cento volte”.

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