Pubblicato il 10/02/2015
RELIGIONE

Dai vita alla pace. L’Azione Cattolica di Caltagirone in marcia per la pace



DAI VITA ALLA PACE. L’AZIONE CATTOLICA DI CALTAGIRONE IN MARCIA PER LA PACE – Sono arrivati da tutta la diocesi. Domenica 8 febbraio circa 400 partecipanti tra adulti, giovani e ragazzi hanno dato vita a Caltagirone alla festa della Pace dell’Azione Cattolica. Dai vita alla pace: è stato lo slogan della giornata. Gennaio è per l’AC il mese della Pace: la festa arriva alla fine di un percorso che ha visto impegnati nelle parrocchie i soci dell’associazione in varie attività di sensibilizzazione e formazione.

La giornata è iniziata con la messa presso la Parrocchia Sant’Anna presieduta dal mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone: «la pace è essenzialmente un dono», ha detto il vescovo nell’omelia. Al termine della liturgia, è partita la marcia. Sfidando il clima rigido e un accenno di pioggia, il corteo si è snodato allegramente, tra canti, balli e slogan, per le vie Principe Umberto, Giorgio Arcoleo e Roma, per raggiungere, infine, la Scuola dell’infanzia (ex Padri Crociferi), dell’Istituto Comprensivo “A. Narbone”.

«Nel suggestivo messaggio di papa Francesco per la 48° Giornata mondiale della pace– afferma Margherita Marchese, presidente diocesana di ACI – troviamo un forte e pressante appello alla costruzione di relazioni nuove, fondate sulla fraternità come progetto di liberazione».

Nel pomeriggio i ragazzi dell’ACR hanno partecipato ad attività formative e di festa presso la Galleria Luigi Sturzo. «I ragazzi hanno riflettuto sul tema» spiega don Francesco Di Stefanoassistente diocesano ACR. «Abbiamo piantato un seme di pace che speriamo germogli». L’iniziativa dell’AC calatina è finalizzata a sostenere l’acquisto di una “volanta”, una pompa a motrice umana per l’approvvigionamento di acqua dai pozzi nei territori secchi del Burkina Faso, nell’Africa occidentale. Un modellino è stato realizzato dagli stessi ragazzi.

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Nei locali della scuola i giovani hanno dato vita a gruppi di animazione e riflessione sui temi della pace, della libertà e della partecipazione. Gli adulti hanno ascoltato le testimonianze di Michele Giongrandi, ostetrico nel nosocomio di Caltagirone e presidente dell’organizzazione non governativa Cope, Cooperazione Paesi Emergenti, e di don Beniamino Sacco, parroco della Chiesa dello Spirito Santo di Vittoria, impegnato da 25 anni sul fronte dell’accoglienza, balzato agli onori della cronaca recentemente per la denuncia di casi di lavoro nero e sfruttamento sessuale subito da giovani migranti rumene, che lavorano nelle serre della provincia di Ragusa. «Padre Beniamino è la rovina di Vittoria – sapete quante persone l’hanno detto, perché denuncia il malaffare»: è l’amara constatazione di don Sacco. Che tuttavia non l’ha scoraggiato né fatto rinunciare alla sua battaglia: «Ognuno di noi di fronte al malaffare – ha aggiunto con calore e passione – deve metterci la faccia, anche se il malaffare lo compie tuo marito, tuo fratello, o tuo cognato, perché nessuno ha il diritto di calpestare la dignità degli altri».

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