Pubblicato il 13/02/2015
AMBIENTE

Il Tar di Palermo sul Muos: “È pericoloso”. Bocciato il rapporto ISS “Documentazione insufficiente e non condivisa”



IL TAR DI PALERMO SUL MUOS: “È PERICOLOSO”. BOCCIATO IL RAPPORTO DELL’ISS “DOCUMENTAZIONE INSUFFICIENTE E NON CONDIVISA” – Il movimento No Muos incassa un importante punto a suo favore nella complessa battaglia contro il sistema mobile di comunicazione MUOS, Mobile User Objective System, della Marina americana sito in contrada Ulmo, nella sughereta di Niscemi (Caltanissetta). È stato accolto dai giudici del Tar di Palermo il ricorso presentato dal Comune di Niscemi. Secondo la sentenza della prima sezione del Tar di Palermo 13.02.2015, l’ok dato dall’ISS al sistema Muos, sulla base del quale l’assessorato all’Ambiente della Regione Sicilia revocò la precedente revoca delle autorizzazioni, non è suffragato da documentazione scientifica sufficiente. E dunque non è ragionevolmente scongiurato il pericolo potenziale per la salute dei cittadini.

Lo «studio dell’Istituto superiore di sanità – scrivono i giudici della prima sezione del Tar di Palermo, presieduta da Caterina Criscenti, estensore Maria Cappellano, primo referendario Luca Lamberti – costituisce un documento non condiviso da tutti i professionisti che hanno composto il gruppo di lavoro e – fatto ancor più significativo – risulta non condiviso proprio dai componenti designati dalla Regione siciliana, Mario Palermo e Massimo Zucchetti».

I due esperti, in una loro autonoma relazione allegata allo studio Iss avevano evidenziato, fra l’altro, «che rimangono aperte le valutazioni predittive in campo vicino, per le quali la stessa relazione principale dell’Iss dà atto trattarsi di un campo molto esteso vista la dimensione delle antenne e di non avere a riguardo informazioni specifiche. Inoltre, non sarebbe stata ben indagata nello studio Iss neppure la reale dimensione del rischio alla salute».

Decisive sono state per i giudici anche le considerazioni sulla pericolosità del Muos formulate dal professor Marcello D’Amore, verificatore nominato dal Tar dopo il ricorso del Comune di Niscemi, e riconvocato il 16 aprile 2014 «con lo specifico compito – spiegano i magistrati – di integrare la precedente verificazione, estendendola allo studio dell’Istituto superiore di Sanità e alle osservazioni critiche dei due esperti Mario Palermo e Massimo Zucchetti».

Del resto la stessa relazione dell’ISS si concludeva ambiguamente, sottolineando come le valutazioni riportate, che escludevano pericoli per la salute, fossero “puramente” teoriche, per cui necessitavano di «verifiche sperimentali, successive alla messa in funzione delle antenne del sistema MUOS, qualora quest’ultime vengano affettivamente installate». Un’affermazione un po’ ponziopilatesca, che costituiva un vulnus non di poco conto: per l’ISS non c’era prova che il Muos facesse male, ma per averne la certezza l’unica prova era quella sperimentale. Ma per il principio di precauzione, non è possibile sperimentare sull’uomo qualcosa su cui resta il dubbio che possa far male. La relazione lasciava insoluti anche i dubbi sull’incidenza che l’impianto satellitare potrebbe avere sulla sicurezza dei voli negli aeroporti di Fontanarossa, Sigonella e Comiso. Insomma, la relazione dell’ISS è un autentico colabrodo dal punto di vista scientifico e lascia il campo a più di una critica.

Il Tribunale amministrativo ha invece preso sul serio tutte queste criticità latenti nel documento dell’Istituto superiore di Sanità. Il Tar ha bocciato il referto dell’ISS, perché «basato su procedure di calcolo semplificate che non forniscono accettabili indicazioni nell’ottica del caso peggiore. Il verificatore afferma che le problematiche riguardanti la mappa del campo elettromagnetico irradiato dalle parabole satellitari del Muos in asse, fuori asse e in particolare in prossimità del terreno, il livello del campo elettromagnetico irradiato dalle antenne della base Nrtf nel breve e nel lungo periodo, i possibili effetti causati dall’interazione di aeromobili con il fascio del Muos sono trattate rispettivamente dall’Iss, dall’Ispra e dall’Enav in maniera non esaustiva e come tale suscettibile di ulteriori doverosi approfondimenti».

Non è  la prima volta che il Tar regionale siciliano è chiamato a pronunciarsi sul controverso sistema Muos. L’aveva fatto con l’Ordinanza del TAR di Palermo 9 LUGLIO 2013, con cui aveva rigettato il ricorso del Ministero della Difesa italiano contro la revoca delle autorizzazioni da parte della regione Sicilia ai lavori del Muos. Ma poi la cosiddetta “revoca della revoca” di Crocetta, aveva di fatto reso vana quella sentenza. Ora i giochi si riaprono.

Il momento del lancio del satellite Muos.

Il momento del lancio del satellite Muos.

Continua dunque il braccio di ferro sul Muos. La partita si fa nuovamente incerta e aperta, proprio quando sembrava mettersi male per gli attivisti del movimento No Muos. 
La notte del 21 gennaio di quest’anno (alle 8 circa del 20 gennaio a Cape Canaveral), era stato effettuato il lancio del terzo satellite geostazionario del sistema, denominato MUOS-3, partito a bordo del razzo Atlas V da Cape Canaveral, Florida, base Us Navy. E la marcia del Muos verso la sua piena messa in funzione sembrava ormai inarrestabile.

Non si sono fatte attendere le prime reazioni. «Con la sentenza di oggi – si legge in una nota del Coordinamento regionale dei Comitati No Muos  oltre ad essere accolto il ricorso del Comune di Niscemi e dei Comitati No MUOS, è revocata la revoca della revoca e i lavori fin qui eseguiti sono, di conseguenza, privi di una qualsiasi autorizzazione.

Nella storia della vicenda MUOS, dopo questa sentenza NULLA SARÀ COME PRIMA. Nessuno potrà ignorare quanto stabilito dal TAR, vale a dire che i No MUOS abbiamo sempre avuto ragione.

Ora più che mai occorre mobilitarsi per non farsi strappare la vittoria da una politica collusa e da funzionari e apparati di sottogoverno che farebbero bene a trarre le loro conseguenze e dalle decisioni dei giudici e dalla “considerazione popolare” che si sono meritati».

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