Pubblicato il 18/02/2015
SOCIETÀ

Il Comprensivo Capuana resta a Mineo? La città ci crede dopo le rassicurazioni dell’assessore Lo Bello



IL COMPRENSIVO CAPUANA RESTA A MINEO? LA CITTÀ CI CREDE DOPO LE RASSICURAZIONI DELL’ASSESSORE LO BELLO  “Il Capuana non si tocca”: così la pensano i cittadini di Mineo (Ct) che non ci stanno a perdere l’autonomia delle loro scuole. E sembra che l’abbiano spuntata. Dalle prime indiscrezioni trapelate dal tavolo regionale sul dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica che si è tenuto ieri e oggi pare che siano state accolte le richieste dei cittadini di MIneo, anche se ancora non è chiara quale sarà la soluzione adottata. Lo scorso 9 febbraio la Conferenza Provinciale di Catania per la razionalizzazione della rete scolastica ha assunto una decisione draconiana: accorpare l’Istituto Comprensivo “Luigi Capuana” di Mineo ad un Istituto Comprensivo di Palagonia e l’Istituto Alberghiero “C.A. Dalla Chiesa” ad un Istituto di Militello. Una soluzione penalizzante per la città che ha destato serio allarme e preoccupazione.

LA LETTERA A MATTARELLA RENZI E CROCETTA  «La Città di Mineo non si identifica nella soluzione proposta, ritenendo la stessa irrazionale» – hanno scritto in una lettera indirizzata al Presidente Mattarella, al premier Renzi, al governatore Crocetta, all’assessore regionale all’Istruzione Mariella Lo Bello e al Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale. La chiamano infatti razionalizzazione delle rete scolastica, ma il più delle volte di razionale non ha nulla e nasconde solo l’intento di effettuare tagli indiscriminati senza tener conto delle esigenze del territorio e delle conseguenze sulla funzionalità ed efficienza del servizio scolastico. Un Comitato pro autonomia scolastica ha presentato un esposto all’Assessorato regionale all’Istruzione, con una proposta alternativa: «verticalizzare le due scuole già esistenti sul territorio affidandole ad un’unica dirigenza in loco che ne potrebbe garantire una continuità di indirizzo e una maggiore efficienza ed efficacia», senza «privare il paese dell’identità di entrambe le sue uniche scuole, per risparmiare sulle spese della dirigenza didattica e amministrativa». Una richiesta, secondo i proponenti, più logica e proficua che tuttavia – si ricorda nella nota – «ci è stata rifiutata per la seconda volta senza una esplicita motivazione». I cittadini di Mineo si sentono discriminati, dal momento che quest’anno la stessa tipologia di istituto è stata approvata per altre scuole della provincia di Catania. Sa di beffa poi che la soppressione della scuola intitolata a Luigi Capuana avvenga nell’anno del centenario della morte dell’illustre concittadino menenino.

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Ph. Facebook

Quella di Mineo è una buona scuola non a proclami ma nei fatti: tempo pieno, classe di strumento, fondi europei richiesti e spesi dal 2007 ad oggi per rendere la scuola di alto livello, risultati Invalsi superiori alla media nazionale. C’è da tenere presente anche che la popolazione scolastica può subire fluttuazioni non previste nel tempo rispetto ai dati demografici per la presenza nel territorio del Cara. Un elemento da tenere nella debita attenzione al momento di stabilire il tetto massimo per conservare l’autonomia.

La proposta di verticalizzazione con la costituzione di un “Istituto Omnicomprensivo”, ai sensi del comma 3, art. 1 del Decreto Assessoriale Regione Sicilia del 23/12/2014, comprendente l’Istituto “L. Capuana” e l’Istituto Alberghiero “C.A. Dalla Chiesa”, era stata approvata dal Collegio docenti, dal Consiglio d’Istituto ed aveva avuto il placet del Consiglio comunale con le delibere del 22.01.2015 e del 04.02.2015. Insomma, su questo punto la città si è stretta unanime, pronta a difendere la sua scuola. Le due scuole unite supererebbero ampiamente il limite minimo di alunni necessario alla “sopravvivenza” di un’istituzione scolastica autonoma secondo i parametri fissati dalla Regione Sicilia (600 alunni).

Si tratta di una questione strategica per la città di Mineo, perché «perdere l’autonomia scolastica vuol dire far morire il senso di appartenenza alla nostra città e alla sua storia. Un popolo che perde la propria “scuola” perde lo strumento essenziale che forma il senso di appartenenza alla comunità».

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Il gruppo dei 22 del comitato pro-autonomia davanti all’assessorato regionale (ph. Facebook)

L’INCONTRO CON L’ASSESSORE LO BELLO  Verba volant scripta manent. Ma spesso anche gli scritti restano nel cassetto e non vengono letti né tenuti in considerazione. Lo sanno bene i 22 volenterosi, tra docenti e genitori, che, sfidando il freddo e la pioggia di una giornata uggiosa e lo scetticismo e la rassegnazione di chi suggeriva di lasciar perdere, si sono organizzati per andare a Palermo lunedì 16 febbraio per manifestare davanti all’Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione. Si sarebbe dovuto tenere infatti il tavolo regionale sul dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica. Al gruppo si sono uniti il vice sindaco Salvatore Tamburello e l’assessore comunale all’Istruzione Luana Mandrà. Presenti anche i consiglieri Chiara Cutrona e Nella Risuscitazione, in veste non solo di consigliera, ma anche e soprattutto di docente e mamma. Un’attesa lunga e snervante (il tavolo era infatti fissato nel pomeriggio), che è stata premiata. L’assessore Lo Bello si è fermata, incuriosita dai cartelloni posti davanti al cancello dell’assessorato e ha avuto un incontro con una delegazione dei manifestanti, formata dal vice sindaco Tamburello, dall’assessore Mandrà, da Anna Cuttone, docente e responsabile di uno dei plessi, nonché promotrice dell’iniziativa e membro del comitato scolastico pro-autonomia costituitosi sabato mattina, e da Maurizio Dammone, assistente amministrativo, memoria storica della scuola e membro anche lui del comitato pro-autonomia. Cuttone e Dammone hanno protocollato l’esposto all’assessorato, lasciato al responsabile del gabinetto assessoriale tutta la documentazione del caso (copia delibere della Giunta comunale, verbale del Collegio docenti e delibera del Consiglio d’Istituto).

La delegazione ha avuto modo di esporre le ragioni dei cittadini di Mineo e le soluzioni possibili: in primis la difesa di entrambe le scuole attraverso la verticalizzazione, come seconda opzione l’autonomia, nel caso si rendesse impossibile attuare la verticalizzazione, infine la reggenza come ultima spiaggia.

L’assessore Lo Bello si è detta solidale con tutte le motivazioni portate e ha assicurato che avrebbe difeso la causa della scuola al tavolo regionale sul dimensionamento scolastico che si era insediato mezz’ora prima alla presenza delle sigle sindacali. Nulla è certo, ma almeno il messaggio è arrivato a destinazione forte e chiaro.

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Ph. Facebook

“SIAMO IN ATTESA FIDUCIOSA” – Esprimono “soddisfazione e cauto ottimismo” il sindaco Anna Aloisi, il vice sindaco Tamburelloe l’assessore Mandrà, in attesa di conoscere meglio in dettaglio la decisione del tavolo regionale. .

Positivi i commenti sui social: «La soddisfazione di aver potuto “raccontare” la scuola di Mineo direttamente e senza “filtri” – scrive Anna Cuttone, – è comunque un grosso successo. Rimaniamo in fiduciosa attesa!» .
Le fa eco Chiara Cutrona: «Torniamo stanchi, ma fiduciosi. Bisogna avere il coraggio di provare. Aspettiamo il responso nei prossimi giorni», è stato il suo commento a caldo sul Fb. 
«Se non avessimo avuto nulla da proporre, una alternativa “valida e ragionevole” – spiega Nella Risuscitazione  non avremmo nemmeno ingaggiato la battaglia, avremmo abbassato la testa per accettare un destino che purtroppo accomuna tutta la scuola italiana, ammazzata da tagli che guardano tanto al risparmio economico e davvero poco alla perdita di qualità nel difficile compito che ha principalmente la scuola di educare gli italiani che prenderanno in mano il paese tra vent’anni. Ma avevamo più di una soluzione da proporre. Lo abbiamo fatto. Ci hanno ascoltato. Abbiamo motivo di sperare bene».

Giacomo Belvedere

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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