Pubblicato il 12/03/2015
ATTUALITÀ

Cara Mineo, 11 avvisi di garanzia. Tra gli indagati Castiglione ma lui smentisce



La voce circolava da giorni e oggi si è materializzata. Sarebbero stati recapitati 11 avvisi di garanzia che riguarderebbero altrettanti indagati a vario titolo nella gestione del Cara di Mineo. Dalla Procura etnea nessun commento sinora. Sul Cara menenino stanno indagando due Procure: quella di Caltagirone, competente per territorio, e la Dda di Catania, per reati collegati all’immigrazione. Da quanto si sa, l’indagine parte al momento da ipotesi di reato che vanno dall’abuso d’ufficio alla turbativa d’asta.

Tra i nomi eccellenti che si fanno c’è quello dell’on. Giuseppe Castiglione, sottosegretario all’Agricoltura, deputato nazionale e leader in Sicilia del Nuovo centro destra. Castiglione è stato soggetto attuatore del centro di contrada Cucinella dal 28 giugno 2011, in qualità di presidente della Provincia di Catania; poi, dall’8 marzo 2013, dopo che la competenza era passata dalla Protezione civile al Ministero dell’Interno, ha guidato il Consorzio “Calatino Terra di Solidarietà” (nome mutato dopo in “Calatino Terra d’Accoglienza”); infine il 19 luglio 2013 ha passato la mano al vice presidente del Consorzio, il sindaco di Mineo Anna Aloisi nominata presidente il 25 luglio 2013. A Castiglione si deve la nomina di Luca Odevaine, arrestato nell’ambito dell’inchiesta romana su Mafia Capitale, che il sottosegretario all’Agricoltura e allora presidente dell’UPI (Unione Province Italiane) volle al tavolo di coordinamento nazionale del Viminale sull’Immigrazione, prima, e al Cara di Mineo, poi, come suo consulente e supervisore.

«Lo apprendo dalla stampa, non ne so nulla – è il secco commento di Castiglione. «Non posso commentare quello che non conosco, ma ho grande fiducia nella magistratura».

Ph. Andrea Annaloro

Ph. Andrea Annaloro

INDAGATI SINDACI, COOP, FUNZIONARI – Nell’inchiesta, come atti dovuti e seppur con posizioni molto differenziate, oltre al sottosegretario Castiglione, ci sarebbero Luca Odevaine (già in carcere per “Mafia Capitale”), i vertici del consorzio di ComuniCalatino Terra d’Accoglienza; alcuni esponenti di cooperative che gestiscono i servizi e funzionari che hanno avuto un ruolo nell’aggiudicazione di appalti. Sotto accusa l’appalto del 2014 da quasi 100 milioni per la gestione triennale del Cara. In commissione aggiudicatrice sedeva Odevaine, che appena cinque giorni prima, il 20 giugno, era stato assunto come “collaboratore dell’Ufficio Progettazione, gestione e rendicontazione dei fondi europei”. Un appalto, quest’ultimo, a cui il sottosegretario Castiglione è estraneo avendo lasciato il suo incarico al Cara nel 2013.

Ma le Procure di Caltagirone e Catania hanno nel mirino anche gli appalti antecedenti, quello del 2011 e quello del 2012. In entrambi, così come poi avverrà per l’appalto del 2014, al tavolo della commissione giudicatrice c’è sempre Luca Odevaine. Appalti sempre vinti dalla stessa invincibile armata che ha sbaragliato la concorrenza nelle tre gare d’appalto e passato indenne le forche caudine dei ricorsi al Tar e dei pareri richiesti all’Autorità nazionale anticorruzione. Almeno sino ai primi di questo mese quando Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Anticorruzione ha inviato alla Procure di Catania e Caltagirone la documentazione sulla gara d’appalto per il Cara di Mineo, da cui si evince che la gara è “illegittima” e lede i principi di “concorrenza” e “trasparenza”.

collage 2LA CONFERENZA ANNULLATA– Che ci fosse nervosismo nell’aria, è testimoniato indirettamente dall’annullamento di una conferenza stampa convocata mercoledì mattina dal sindaco di Mineo e presidente del Consorzio Calatino Terra di Accoglienza, Anna Aloisi. L’idea, poi abbandonata, era quella di revocare in autotulela gli atti della gara da quasi cento milioni, bandita dal Consorzio Calatino Terra di Accoglienza, per l’affidamento triennale della gestione e delle forniture del Cara. Il Consorzio ha preso tempo per studiare meglio le carte. Ed anche evitare la richiesta di risarcimento da parte dell’Ati che si è aggiudicata l’appalto. Ma forse sulla decisione ha anche influito il vento negativo che spirava sempre più forte dalle Procure.

PRIME REAZIONI – «Il sottosegretario Giuseppe Castiglione si dimetta. Non può restare un minuto di più al suo posto dopo l’inchiesta a suo carico. Se non lo farà lui, deve essere Renzi a revocare il suo incarico». Lo afferma la senatrice del Movimento 5 Stelle Ornella Bertorotta che nei mesi scorsi ha presentato due interrogazioni.

«Il Ministro Alfano venga a riferire in Aula su quello che sta accadendo a Mineo. Dopo il coinvolgimento del centro di accoglienza nell’inchiesta “Mafia Capitale”, l’illegittimità della gara d’appalto sollevata da Raffaele Cantone e l’iscrizione nel registro degli indagati del sottosegretario Castiglione, il governo non può continuare a fare finta di niente.» Lo ha chiesto in Aula il deputato siciliano di SEL Erasmo Palazzotto. E ha aggiunto «Il Ministro Alfano è il responsabile istituzionale e politico della gestione del Cara, molti degli uomini coinvolti sono esponenti di rilievo del suo partito e non può tirarsi fuori da questa vicenda».

Frattanto il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha annunciato in un tweet che lunedì prossimo sarà in visita ispettiva al Cara menenino: «Lunedì sarò a Mineo per denunciare chi specula sugli immigrati e se ne frega degli italiani».

Giuliana Buzzone

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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