Un’ispezione dei Carabinieri di Caltagirone alla R.E.M.S., residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria, sita a Santo Pietro, frazione di Caltagirone, consentirà di comprendere e verificare le responsabilità delle recenti evasioni dall’interno del centro che hanno destato non poca preoccupazione tra gli abitanti del borgo. Allarmato il Comitato Pro Santo Pietro che in diverse occasioni ha denunciato come inappropriata la scelta operata dall’Asp di Catania, che il 28 aprile 2015, presso gli Uffici della Prefettura, su proposta dell’Assessorato alla Sanità della Regione Siciliana, ha sottoscritto il Protocollo d’Intesa sull’attuazione delle procedure operative di sicurezza e vigilanza per la gestione della R.E.M.S. di Caltagirone.
Verranno vagliati i requisiti della struttura, la predisposizione della strumentazione tecnologica ritenuta necessaria, il sistema di video sorveglianza, il collegamento con le Forze di Polizia, se è adeguato contingente sanitario nell’arco delle ventiquattro ore, le autorizzazioni in riferimento alla destinazione d’uso e se i requisiti siano regolari come previsto dal protocollo.
Il 30 aprile, lo stesso giorno in cui erano arrivati i primi quattro internati nella struttura, che oggi ne ospita 10 su un pieno regime di 20, avveniva la prima evasione, il soggetto in questione la stessa sera era rintracciato vagante nel borgo di Santo Pietro, il giorno successivo, data in cui l’Asp di Catania ufficialmente inaugurava la residenza, nel pomeriggio un altro soggetto si allontanava. Trovato dai carabinieri di Caltagirone sempre nel borgo in cui sorge la struttura, questi lo consegnavano alla polizia municipale, che tra le sue funzioni contempla anche quella di polizia sanitaria, veniva cosi ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Caltagirone con trattamento sanitario obbligatorio, dopo qualche giorno si allontanava per essere individuato nei pressi nel nosocomio ma poche ore dopo evadeva nuovamente ed i carabinieri lo rintracciavano nella città di Catania.
In seguito a questi eventi l’allora vice sindaco Claudio Di Pasquale, il 5 maggio, chiedeva al prefetto di Catania, Maria Guia Federico, la convocazione del Comitato della sicurezza “per determinare iniziative e adempimenti da assumere allo scopo di garantire in maniera adeguata la sicurezza del territorio“, così si riteneva necessario rinforzare la vigilanza ed eseguire qualche intervento nella struttura, ponendo degli accorgimenti come la rimozione di elementi d’arredo che potessero facilitare l’arrampicamento. La prima fuga era avvenuta attraverso una finestra del primo piano mentre la seconda scavalcando la recinzione del cortile, una recinzione costituita da paletti, studiata appositamente per non dare l’impressione agli internati di essere prigionieri del luogo in cui abitano. La Procura di Caltagirone, dopo le segnalazioni dei carabinieri di quanto avvenuto, apriva un procedimento a carico di ignoti per il reato di procurata evasione.
Le R.E.M.S. sono state istituire attraverso il Decreto Legge del 22 dicembre 2011, convertito dalla Legge n 9 del 2012, il 31 marzo di questo anno sono stati superati gli ospedali psichiatrici giudiziari ed il trasferimento è dunque stato eseguito presso le residenze nuove o convertite. Una parte dei soggetti attualmente internati a Santo Pietro sono ritenuti socialmente pericolosi, questo dato però non deve portare a demonizzare la persona piuttosto a comprendere e valutare l’opportunità di un luogo piuttosto che un altro di strutture che determinano un impatto sociale considerevole e aprire una concertazione con il territorio, cosa che i cittadini e i comitati ritengono non sia stata fatta.
Giuliana Buzzone
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