Mentre si continua a parlare della fitta tela di interessi e rapporti venuti alla luce dalle due inchieste capitoline su Mafia Capitale e in attesa del processo che si terrà in autunno, i primi di novembre, a carico di 34 imputati i cui nomi figurano nelle carte dell’inchiesta su quel mondo di mezzo che negli anni era riuscito a far penetrare nelle stanze degli affari del Campidoglio e di altre Istituzioni il verme degli inciuci illegali, in quel di Mineo si configura un piccolo fatto bizzarro, che tanto non è.
Il Sindaco Anna Aloisi, presidente del Cda del “Consorzio Calatino Terra d’Accoglienza” ente amministratore del Cara, scioltosi la sera del 9 giugno, è stata nel corso della primavera di questo anno, prima a giugno poi a luglio, raggiunta da due informazioni di garanzia, una recapitata dagli uffici della Procura di Catania allora diretta da Giovanni Salvi, l’altra partita dall’ufficio del Procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera. Entrambe le procure stanno procedendo le loro indagini, mentre quella etnea su possibili connubi mafiosi, quella calatina sugli appalti.
Nel primo caso, al Sindaco è contestato il reato di turbativa d’asta, assieme a nomi eccellenti che hanno nel corso degli anni a vario titolo orbitato attorno le faccende amministrative e gestionali del Cara di Mineo, il centro più grande d’Europa ed anche, alla luce dei fatti, il più ghiotto, vista la portata dei milioni di euro dei suoi appalti: si tratta di Luca Odevaine, il Sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione eletto deputato in Sicilia nelle file di Ncd, Giovanni Ferrera che del Consorzio dei comuni “Calatino Terra d’Accoglienza” è stato direttore, Paolo Ragusa ex presidente del Consorzio Sol. Calatino, gruppo di cooperative sociali da sempre nel cartello di imprese vincitore dei tre appalti e Aurelio Sinatra Sindaco di Vizzini e presidente dell’assemblea dei sindaci del Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza”.
Nel secondo avviso di garanzia, Anna Aloisi si trova nelle carte in compagnia dell’ex primo cittadino Giuseppe Mario Mirata, dell’Ex presidente del Consorzio Sol Calatino Paolo Ragusa, della consigliera comunale e assessore Luana Mandrà e l’ex assessore Maurizio Gulizia, al centro dell’indagine della Procura calatina l’offerta di un posto di lavoro al Centro richiedenti asilo menenino alla fidanzata di un consigliere comunale di minoranza se fosse passato nei banchi della maggioranza e una offerta dello stesso tipo in cambio di un incarico in Giunta.
Rimbalza in queste ore la notizia che secondo quanto contenuto nella notifica dell’avviso dell’imminente processo d’autunno su Mafia Capitale, spedito da Roma, il Sindaco Aloisi sia passato da parte indagata a parte offesa. Dunque indagata dalle due procure siciliane ma considerata parte lesa da quella romana nell’ambito del processo Mafia Capitale. Opportuno è specificare che Aloisi non lo sarebbe in quanto persona fisica ma come personalità giuridica nella figura di presidente rappresentante del consorzio. Due cose differenti. È il Consorzio che, nella figura di chi ha presieduto il Cda, sarebbe considerato parte offesa dagli interessi posti in essere con condotta illegale da i vari indagati. Questo perché tra persona fisica e personalità giuridica esiste una differenza.
Giuliana Buzzone
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