Pubblicato il 29/08/2015
CRONACA

Arrestato ospite della Rems di Santo Pietro per tentato omicidio. Dubbi sugli standard sicurezza



È arrivano alla Rems di Santo Pietro col primo nucleo di 4 ospiti e già al suo secondo giorno di soggiorno aveva fatto parlare di sé, eludendo la vigilanza e allontanandosi dalla struttura. Ma Vincenzo Guttadauro, licatese classe 1986, ospite della Rems di Santo Pietro aveva solo dato un primo saggio delle sue performances, che in un crescendo di episodi di aggressività e violenza, tra cui l’incendio di una Panda di proprietà dell’Asp 3, lo hanno portato a varcare nella mattinata di venerdì 28 agosto le porte del carcere di Caltagirone con l’accusa di tentato omicidio nei confronti di un infermiere impiegato nella medesima struttura sanitaria. Ad accompagnarlo nella Casa Circondariale di contrada “Noce” il personale della Polizia di Stato di Caltagirone, che ha eseguito l’Ordinanza di Applicazione di Custodia in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Caltagirone, che ha ritenuto, sulla base dei primi riscontri effettuati, il soggetto capace di intendere e volere.

Se l’ipotesi della lucidità mentale dovesse essere confermata, cambierebbe di molto il profilo psicologico dell’uomo. E si porrebbe una domanda: che ci faceva, in una OPG prima e nella Rems dopo, un soggetto che – a quanto pare – non rientra nel quadro dei pazienti che necessitano di supporto psicologico e psichiatrico? Al momento nella struttura soggiornano 19 ospiti e il Guttadauro  nelle varie occasioni ha dimostrato di voler imporre, esibendo la propria aggressività nei confronti della struttura, la propria  leardership sugli altri ospiti. Veniamo ai fatti di cronaca.

Tutto è avvenuto nella notte tra il 22 e il 23 agosto scorsi. Nel cuore della notte Guttadauro, a quanto pare insoddisfatto per la qualità delle pietanze, si è diretto verso la cucina mettendo a soqquadro i locali e scaricando la sua rabbia sull’arredo. Tornato nella sua stanza veniva raggiunto da un vigilante che chiedeva spiegazioni dell’atto compiuto. Tutta la vicenda è stata seguita da spettatori dagli altri ospiti che per fortuna non si sono lasciati coinvolgere. Successivamente mentre risultavano vani i tentativi di chi provava a calmarlo è intervenuto l’infermiere con cui Guttadauro ha avuto un alterco che subito è degenerato. Vincenzo Guttadauro a questo punto è rientrato nella sua stanza e ha divelto un asse  di 80 cm che fungeva da sostegno a una sedia, maneggiandolo come un’arma. Nonostante i tentativi di calmarlo andati a vuoto, Guttadauro è riuscito a varcare la porta d’ingresso, a raggiungere l’infermiere, colpendolo con l’asse violentemente al corpo e al capo e stendendolo a terra con un trauma cranico e una ferita lacero contusa alla testa, senza che nessuno riuscisse a fermarlo.

Questo ennesimo episodio non fa che alimentare le preoccupazioni e i dubbi già espressi in precedenza sulla sicurezza della struttura e sulla formazione del personale. Grazie all’intervento della Polizia di Stato di Caltagirone si è evitato il peggio e la situazione è stata  normalizzata. Nessuna dichiarazione sinora, in merito a quanto accaduto, dall’Asp 3.

Ci chiediamo se non sarebbe stato meglio affidare la sicurezza piuttosto che a privati, a figure professionali quali la Polizia Penitenziaria formata adeguatamente per gestire una struttura sui generis come la Rems che non è assimilabile a un comune esercizio commerciale o a una banca. Dall’altra parte il personale sanitario è stato preventivamente preparato per trattare con pazienti che presentano un quadro assai problematico? Visto il ripetersi ormai cronico di episodi allarmanti è chiaro che qualcosa non sta funzionando. E che occorre porre rimedio prima che fatti ancor più spiacevoli possano verificarsi.

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