Pubblicato il 14/09/2015
SOCIETÀ

La marcia delle donne degli uomini scalzi a Caltagirone



Come Francesco, il Poverello di Assisi. Si sono scalzati per essere poveri con i poveri, ultimi con gli ultimi della storia, che la miseria, la fame e la guerra spingono sulle sponde dell’Europa. «Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo – si legge in un appello lanciato da un gruppo di artisti e attivisti al Festival del Cinema di Venezia (Andrea Segre, Giulio Marcon, Ascanio Celestini e Gianfranco Bettin) – e noi stiamo con loro». L’iniziativa in poco tempo ha trovato l’adesione di diverse personalità dello spettacolo, della cultura, della politica e religione. Primi firmatari dell’appello sono Lucia Annunziata, Don Vinicio Albanesi, Gianfranco Bettin, Marco Bellocchio, Don Albino Bizzotto, Elio Germano, Gad Lerner, Giulio Marcon, Valerio Mastrandrea, Grazia Naletto, Giusi Nicolini, Marco Paolini, Costanza Quatriglio, Norma Rangeri, Roberto Saviano, Andrea Segre, Toni Servillo, Sergio Staino, Jasmine Trinca, Daniele Vicari, Don Armando Zappolini. A piedi nudi per stare dalla parte «di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere» e si mette in cammino per cercare una nuova vita in Europa. Da Venezia l’appello ha contagiato l’Italia: in 60 le città, da nord a sud, da Milano a Pozzallo, si è marciato l’11 settembre in solidarietà con tutti i profughi in cammino verso la pace e libertà.

A Caltagirone la Marcia delle donne e degli uomini scalzi si è tenuta venerdì 11 settembre, con partenza alle 18.15 in piazza della Rinascita e arrivo allo spiazzale del Tribunale. Hanno aderito alla marcia i sindacati, L’ANPI, l’Associazione SEN di Licodia Eubea, le Mamme No MUOS, l’Arci, L’Astra volontari, l’associazione Demetra Onlus. «Il Vescovo della Diocesi di Caltagirone Mons. Peri – spiegano gli organizzatori – non potrà essere con noi perché fuori sede ma condivide lo spirito dell’iniziativa e idealmente sarà con noi».

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L’idea forza della marcia è quella di mettersi nei panni dell’altro: «È difficile poterlo capire – si legge nell’appello partito da Venezia – se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra».

Le donne e gli uomini scalzi chiedono un radicale cambiamento delle politiche sull’immigrazione, la certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; un’accoglienza degna e rispettosa per tutti; la chiusura e lo smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; la creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa che superi il regolamento di Dublino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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