La Procura di Caltagirone ha chiesto il rinvio a giudizio del sindaco di Mineo, Anna Aloisi, già presidente del Consorzio Calatino terra d’Accoglienza” che amministrava il Cara prima della messa in mora dopo le perquisizioni e gli avvisi di garanzia emessi dalla Procura etnea, dell’ex primo cittadino Giuseppe Mario Mirata, dell’ex presidente del Consorzio Sol Calatino Paolo Ragusa, dell’ex consigliere e assessore comunale Luana Mandrà e dell’ex assessore comunale Maurizio Gulizia. Le informazioni di garanzia erano partite quest’estate, a seguito di un’indagine su una presunta parentopoli che riguarderebbe assunzioni sospette presso il Centro di accoglienza di Contrada Cucinella. Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, istigazione alla corruzione e corruzione in atti d’ufficio.
Nel mirino della Procura calatina ci sarebbero due episodi: un posto di lavoro nel Cara, rifiutato, alla fidanzata di un consigliere comunale di minoranza in cambio di un “trasloco”, armi e bagagli, alla maggioranza, e un’analoga offerta in cambio di un posto di assessore. L’udienza preliminare si terrà il 18 febbraio davanti al Gup di Caltagirone, Salvatore Ettore Cavallaro.
Nella lunga e articolata intervista che ci ha concesso a luglio, il procuratore Verzera aveva tracciato il quadro entro cui si muoveva l’inchiesta della Procura calatina: dalla compravendita di consiglieri per farli transitare dall’opposizione alla maggioranza – una sorta di baratto di posti in cambio di appoggio all’amministrazione -, all’appalto milionario, secondo Verzera «conferito ad personam»; sino alla commistione tra affari e politica: «un appalto di così rilevante importo, la gestione di somme di denaro ingentissime – dichiarò nell’intervista il procuratore – implicano che politici del posto facciano il possibile per poter governare un piccolo comune che gestisce una situazione economica così impressionante. E quindi è chiaro che la ricerca del consenso popolare per prendere la poltrona di sindaco di assessore sia fortissima».
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