di Giacomo Belvedere
Il Procuratore della Repubblica di Caltagirone, Giuseppe Verzera e il Sostituto Procuratore, Anna Andreatta, a conclusione di un’articolata attività d’indagine, condotta dai Carabinieri della Sezione di P.G della Procura, hanno notificato l’avviso conclusione indagini a carico di 11 soggetti, indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata ad acquisire in modo diretto o indiretto la gestione e il controllo delle cooperative sociali presenti nel territorio di Mineo e di lavori e servizi pubblici affidati dal Comune di Mineo alle cooperative sociali riconducibili a Paolo Ragusa, nel periodo compreso tra l’ottobre 2013 e agosto 2015.
Tra gli indagati spiccano i nomi di Paolo Ragusa e della Sindaca di Mineo, Anna Aloisi, più due ex assessori, un ex consigliere comunale, dirigenti e impiegati del Comune di Mineo e alcuni dipendenti di cooperative che svolgevano prestazioni per conto di Paolo Ragusa.
Oltre all’associazione a delinquere sono stati contestati diversi reati di concussione, corruzione, abuso d’ufficio e falso.
IL CERCHIO MAGICO DELLE COOP A MINEO – L’inchiesta riguarda la posizione privilegiata che paiono avere alcune coop nell’aggiudicazione degli appalti da parte del comune di Mineo. Certo, leggendo l’elenco delle coop che risultano iscritte all’albo comunale nel 2014 e 2015, si ha l’impressione di sfogliare sempre lo stesso album di famiglia. Nel 2014 sono: Alba (Soc. Coop. Sociale), C.C.R.E.A. (Consorzio della Cooperazione Regionale per l’Ecologia e l’Ambiente), Consorzio Sol.Calatino (Soc. Coop. Sociale), San Francesco (Soc. Coop. Sociale) e Nuova Alba (Soc. Coop. Sociale). Il rappresentante legale delle prime tre è Paolo Ragusa. La coop San Francesco è associata alla rete del Consorzio Sol.Calatino. Il suo rappresentante legale è Rocco Ferraro, che non solo è funzionario del Consorzio Sol.Calatino, ma ha sostituito Paolo Ragusa alla presidenza del Consorzio dopo le sue dimissioni. La Nuova Alba appartiene anch’essa alla rete di Sol.calatino e il suo responsabile tecnico è, manco a dirlo, l’onnipresente Paolo Ragusa. Della coop C.C.R.E.A. è inoltre vice presidente l’ex consigliere comunale di “Uniti per Mineo” Giuseppe Biazzo. Nell’aggiornamento del 2015 manca nell’elenco la coop C.C.R.E.A. ma c’è una new entry: Terra e Sole–La rinascita, sempre legata alla rete di Sol.calatino mentre non viene accolta la richiesta di un’altra coop della rete di Sol.Calatino: Aria Società cooperativa sociale, con sede a Palagonia.
Il sospetto che i gruppi di opposizione hanno sempre mosso di un sostanziale regime monopolistico, aggravato da un potenziale conflitto di interessi, per la commistione tra interessi politici e imprenditoriali, non è dunque campato in aria.
Lo scontro frontale con l’allora maggioranza si ebbe 15 giugno 2015, quando l’assise comunale fu chiamata a discutere una proposta di modifica dell’art. 31 ter del Regolamento dei contratti del Comune di Mineo, avanzata dai consiglieri dell’opposizione Pietro Catania e Chiara Cutrona, finalizzata a rompere il cerchio magico delle stesse coop.
L’art. messo in discussione, in sostanza, istituiva l’ albo per le cooperative sociali, l’affidamento diretto dei lavori alle cooperative sociali fino a 200.000 euro e l’obbligo per il Comune di ricorrere a tale procedura di affidamento diretto per il 30% dei lavori di manutenzione esternalizzati annualmente dall’Ente, nonché nei casi in cui viene autorizzato con provvedimento della Giunta Municipale. L’art. 31 ter era stato aggiunto al Regolamento esistente nell’anno 2009, durante l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Castania, su proposta dei consiglieri Massimo Pulici e Maurizio Gulizia, all’epoca consiglieri di maggioranza e oggi tra gli 11 indagati. Pulici e Gulizia – denunciò un Comunicato stampa del gruppo consiliare Per la città – erano «nel gruppo del dott. Ragusa, che allora era in maggioranza e attualmente uno Assessore e l’altro ex Assessore dell’amministrazione Aloisi». L’articolo, inoltre, fu stato contestato dai gruppi di opposizione, che in quell’occasione trovarono una convergenza di intenti, in nome di una maggior trasparenza. La proposta fu stata approvata con 8 voti favorevoli e nessuno contrario o astenuto. Il gruppo “Uniti per Mineo” abbandonò l’aula al momento del voto. E ci furono pesanti strascichi polemici.
«I consiglieri comunali di opposizione – commentò duramente Paolo Ragusa – hanno trasformato il confronto politico in una vera e propria guerra armata. Questo non funziona, non è positivo e la loro attività è soltanto la ricerca del pelo nell’uovo per creare problemi a qualcuno».
Un fatto è certo: non ci sono più stati affidamenti diretti dopo che le opposizioni, nella seduta del 15 giugno 2015, cambiarono il regolamento, eliminando il 30% di riserva, e decretando lo stop agli affidamenti diretti superiori ai 10.000 euro annui (prima, come s’è detto, il limite era di 200.000 euro annui).
Più volte Ragusa ha risposto alle accuse, ritenendole infondate, frutto piuttosto di una campagna di odio nei suoi confronti. In una nota di Sol.calatino del 29 dicembre del 2014 in difesa di Ragusa, allora suo presidente, si può leggere: «Non è mica una nostra colpa se si sono iscritte solo le cooperative appartenenti al consorzio Sol. Calatino». «Percorrendo, quindi, quel sottilissimo filo che separa la legalità dall’illegalità – concludeva il comuinicato della coop -, abbiamo da sempre deciso di stare nel campo della legalità, dove i “galantuomini” non sentono affatto l’esigenza di stare in un “mondo di mezzo”».
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