Pubblicato il 27/08/2020
POLITICA

Musumeci, ordinanza sui migranti è sospesa: lo ha deciso il Tar



Hotspot chiusi e svuotati entro le 24 del 24 agosto e divieto di ingresso, transito e sosta nel territorio della Regione Siciliana da parte di ogni migrante che sbarchi nell’isola. Ma il Tar della Sicilia ha accolto l'istanza cautelare presentata dal governo. Ordinanza sospesa in attesa della camera di consiglio fissata il 17 settembre.

Hotspot chiusi e svuotati entro le 24 del 24 agosto e divieto di ingresso, transito e sosta nel territorio della Regione Siciliana da parte di ogni migrante che sbarchi nell’isola. Questo stabiliva l’ordinanza del Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Un’ordinanza che da subito ha suscitato dubbi giurisdizionali, aprendo conflitti istituzionali non da poco e accendendo roventi polemiche politiche.

Dal Viminale è arrivato l’altolà al governatore siciliano e il ricorso al Tar della Sicilia, che con un decreto cautelare monocratico a firma del presidente della Terza Sezione depositato oggi pomeriggio, ha sospeso l'efficacia dell'ordinanza di Musumeci, in attesa della camera di consiglio fissata il 17 settembre.

In effetti l’ordinanza, oltre a sollevare un conflitto istituzionale con lo Stato, tocca questioni complesse che appaiono di difficile soluzione, e invade anche il campo del diritto internazionale, sia in materia di accoglienza ai profughi, che devono essere sbarcati nel porto sicuro più vicino, sia per quanto riguarda il cosiddetto Regolamento di Dublino, firmato anche dall’Italia, che norma i flussi migratori e le procedure di accoglienza.

Inoltre, proprio le ragioni sanitarie, di prevenzione e contenimento del Covid, che si adducono a giustificazione della decisione presa, fanno apparire contraddittoria la chiusura ex abrupto di tutti gli hotspot e centri di accoglienza: si vieta ai migranti di sbarcare, ma se sbarcano comunque, come è prevedibile, che si fa? Anche i rimpatri immediati, con un ponte aereo, appaiono, come ha dimostrato l’esperienza, più slogan che misure praticabili nell’immediato: hanno un costo assai elevato, un’incidenza minima, una dubbia praticabilità (dove li rimpatri senza accordi bilaterali con i Paesi di origine?), senza contare che in molti di questi Paesi la legalità è una chimera e il rischio per l’Italia di dover rispondere in sede di giudizio internazionale di violazione dei diritti dell’uomo è dietro l’angolo.

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