Pubblicato il 01/12/2013
POLITICA

CRONACA DI UN BILANCIO ANNUNCIATO



di Giacomo Belvedere

CRONACA DI UN BILANCIO ANNUNCIATO – Tensione e nervosismo ieri al Consiglio comunale di Caltagirone. Si va avanti tra sussurri, grida, arresti e ripartenze. Ma è un agitarsi a vuoto. Non c’è niente di nuovo sotto il sole. Il bilancio stabilmente riequilibrato 2012 continua ad essere come l’araba fenice «che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa». Ieri scadeva il termine ultimo per l’approvazione del bilancio da inoltrare al Ministero degli Interni. L’originario termine previsto il 5 novembre è stato infatti poi prorogato al 30. Dalla dichiarazione di dissesto, votata dal Consiglio comunale di Caltagirone l’11 marzo, ad oggi, ne è passata di acqua sotto i ponti. C’è una nuova Giunta e il Sindaco ha man mano perso importanti pezzi della sua maggioranza. In questi mesi si sarebbe dovuto lavorare per la predisposizione degli atti previsti dalla normativa vigente in merito al bilancio. Ma ieri mattina il bilancio non c’era. Il Vice Sindaco Salvatore Piazza spiega che ci sono solo problemi tecnici relativi alle stampe delle schede, inconveniente  a cui stanno provvedendo gli uffici, attivati per espletare tutti gli atti necessari. Ma tra i Consiglieri non sono in molti a credere alla versione ufficiale: la convinzione diffusa è che il bilancio non può essere portato in Consiglio perché deve ancora essere approvato dalla Giunta. Fatto sta che sono presenti in aula, oltre a Piazza, gli assessori Massimo Favara e Giuseppe Marranzano, mentre il Sindaco Nicola Bonanno è assente, verosimilmente impegnato a dirimere l’intricata matassa.

1455020_10201863800628345_969067213_nLA DENUNCIA DEI REVISORI: «GRAVI IRREGOLARITÀ CONTABILI»  – Difficile fare la cronaca di una seduta convulsa, a tratti caotica. Da subito è chiaro a tutti che il bilancio non vedrà la luce in giornata e sale il nervosismo in aula. Inoltre c’è un referto del Collegio dei Revisori dei Conti, inviato il 28 novembre scorso, ma consegnato ai consiglieri solo la mattina del Consiglio, in cui si denunciano «gravi irregolarità della gestione – articolo  86 del regolamento di contabilità». La seduta viene quindi sospesa per consentire la riunione dei capigruppo. Alla ripresa dei lavori, il presidente del Collegio dei  Revisori dei Conti, Fabio Amato, relaziona sulla nota. Nel referto l’Organo di revisione rileva che già nel mese di ottobre 2012 aveva segnalato, a proposito della determinazione delle aliquote dell’imposta municipale propria e dell’addizionale comunale per l’anno 2012, che «le altre possibili misure di carattere finanziario (riduzione e razionalizzazione delle spese) non sarebbero da sole, sufficienti ad assicurare l’equilibrio del Bilancio 2012». Come è noto, nell’ottobre dello scorso anno, l’amministrazione aveva prima approvato l’aumento delle aliquote al massimo ma poi aveva ritirato la delibera. Determinando un mancato introito stimato in circa quattro milioni e mezzo di euro.

Secondo la nota dei revisori, inoltre, l’Ente non avrebbe rispettato scrupolosamente le disposizioni vigenti in materia di spesa. Tale inosservanza «oltre a costituire grave irregolarità gestionale e contabile, potrebbe comportare l’impossibilità di addivenire alla predisposizione di una ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato con gravissime conseguenze per la comunità amministrata». Il condizionale è d’obbligo, ma i Revisori stendono una pesante ombra di dubbio sul bilancio 2012. Ci si chiede come mai, un documento così importante non sia venuto a conoscenza dei consiglieri in tempo utile. Ma c’è di più. Non si sarebbero rispettati gli obiettivi e i vincoli del patto di stabilità 2012: «significative appaiono le circostanze che hanno determinato la violazione del patto di stabilità interno 2012 e la determinazione della effettiva differenza tra il risultato netto e l’obiettivo annuale del saldo finanziario». Si segnalano altresì  «incongruenze ed irregolarità contabili tali da incidere sul calcolo del saldo finanziario, come da nota prot. n. 27738 del 4.07.2013 inviata al Sindaco, ai Consiglieri comunali, all’Assessore al Bilancio, al Segretario Generale e al Responsabile del Servizio finanziario». A queste irregolarità l’ufficio competente ha dato una risposta solo parziale, per cui i Revisori concludono affermando che, a seguito della nuova documentazione acquisita «si palesava, non solo un’ulteriore discordanza tra i dati già forniti dagli uffici e considerati in precedenza, ma anche un notevole peggioramento del risultato netto in termini di mancato rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno 2012».

Il penultimo rilievo mosso dall’Organo dei Revisori, è assai grave e riguarda irregolarità riscontrate nell’utilizzo dei fondi vincolati, le cosiddette entrate aventi specifica destinazione. Come è noto, l’utilizzo in termini di cassa dei fondi vincolati per il finanziamento di spese correnti, obbliga, nel termine più breve possibile, al reintegro delle somme. «È da tener presente – prosegue la nota – che gli squilibri derivanti dalle gestioni vincolate, conseguenti all’utilizzo di entrate a specifica destinazione non ricostituite, rappresentano una delle cause più frequenti di dissesto degli enti locali». Parole che pesano come un macigno. Dalla verifica effettuata dai Revisori sono emerse irregolarità riguardo alla gestione dei fondi vincolati relativi al finanziamento regionale per la ristrutturazione dell’ex Casa delle Fanciulle e a quelli relativi ai Fondi statali Contratti di Quartiere. «Tali irregolarità – conclude il Collegio dei revisori –, così come riscontrate, oltre a costituire fonte di disordine contabile, risultano ipoteticamente produttive di danno erariale e possono costituire anche una distrazione delle risorse dell’ente rispetto alle finalità programmate». In ultimo, i Revisori hanno accertato «la mancata trasmissione della dichiarazione Iva e Irap per l’anno di imposta 2012» La nota scende tagliente come la lama di una ghigliottina sul nascituro bilancio. È pur vero che il documento dei Revisori non riguarda direttamente il bilancio stabilmente riequilibrato 2012 e si parla delle conseguenze su di esso in via ipotetica, ma è un’ipotesi che sa tanto di ipoteca.

1455106_10201863791388114_1134011703_nASPETTANDO GODOT – A questo punto, la Conferenza dei Capigruppo decide di rinviare la  discussione sul bilancio a martedì, previa valutazione del bilancio da parte della I Commissione. Sempre che nel frattempo non ci sia un altro coup de théâtre in questa interminabile commedia all’italiana. In attesa che il bilancio si materializzi, si passa dunque alla discussione dei punti al’o.d.g. relativi agli atti propedeutici all’approvazione del bilancio. Viene votata con 15 voti favorevoli, l’alienazione dei beni non strumentali del Comune al fine di “fare cassa”. Praticamente il 90% dei beni è in vendita.

Dopo la trattazione del primo punto all’o.d.g. la seduta procede in modo assai confuso. Si decide sospendere per un’ora perché viene a mancare il numero legale. Alla ripresa dei lavori, l’ex maggioranza del Sindaco propone di rinviare a mercoledì, poi ci ripensa e si va avanti. Vengono così approvati tutti i provvedimenti propedeutici al bilancio. Sembra ricompattarsi la maggioranza che votò il dissesto, ma, a ben vedere, vi sono alcune defezioni importanti. Non siamo tornati all’11 marzo 2013. L’opposizione vota contro, ma annuncia che non farà ostruzionismo. La sensazione è che, impossibilitato a discutere della questione principale, vale a dire del bilancio, al Consiglio manchi l’argomento del contendere e si affilino e provino le armi in scaramucce di secondo piano, prima della battaglia finale.

1457557_10201863795588219_1579321674_nGLI INTERVENTI  DEI CONSIGLIERI – Secondo quanto dichiara Luca De Caro sul suo profilo Fb, «le gravi e serie dichiarazioni fatte dal Presidente Amato chiamano in causa direttamente i dirigenti, ed ex dirigenti, del Comune (e potrebbero avere serie conseguenze) ai quali deve essere dato modo di illustrare, ed eventualmente spiegare, le loro azioni. Ed il luogo preposto dalla legge per fare ciò è la I Commissione».

Fabio Roccuzzo dichiara di votare contro la vendita dei beni immobili del comune perché  «l’alienazione dei beni non strumentali è un atto che discende direttamente dalla dichiarazione di dissesto a cui noi fummo contrari. E dunque per coerenza oggi votiamo contro». Poi chiarisce: «L’elenco concordato con la Commissione prefettizia è immodificabile. Oggi non possiamo entrare nel merito a causa del dissesto dichiarato. Ma chi votò il dissesto si assuma la responsabilità della dismissione dell’intero patrimonio del Comune».

Giovanni Garofalo ricorda che «ai tempi della vecchia DC i Comune comprava beni invece di venderli». E avverte: «Se il Comune vende al privato, dovrà un giorno riacquistarli dal privato».  Ma poi vota a favore dell’immediata esecutività del provvedimento.

Fortunato Parisi fa notare la contraddizione in cui incappa chi «prima ha votato il dissesto ed oggi è contro l’alienazione dei beni». Inoltre si dichiara assai scettico sull’effettiva incidenza del provvedimento sulle casse comunali a causa della crisi: «bisogna essere assai fiduciosi per pensare che riusciremo a vendere il 10% dei beni immobili inseriti nell’elenco dei beni in vendita».

Roberto Gravina ribadisce che coerentemente con il voto su dissesto voterà a favore. Tuttavia precisa che «i beni in vendita lo erano già nel bilancio del 2011. Si tratta per lo più di alloggi popolari che dopo 20 anni sono riscattabili». E dunque vota a favore dell’alienazione ma con un distinguo: «non perché io faccia parte della maggioranza del Sindaco».

Settimo De Pasquale condivide l’idea che «chi si è assunto la responsabilità di accertare il dissesto dell’Ente, sente oggi la responsabilità di esitare gli atti conseguenti». Ma precisa che l’Ente è  in grave crisi finanziaria e «che non ci sono  le condizioni per un piano di rientro. Ma anche nel caso che quest’ipotesi fosse realistica, si sarebbero comunque dovuti alienare i beni per fare cassa. I beni non sono dunque in vendita a causa del dichiarazione di dissesto».

Franco Pace, nel suo intervento molto polemico, parla senza mezzi termini di  “corbellerie” che è stato costretto a sentire. «È falso – a suo avviso – che in passato si sia messo in vendita il 90% dei beni comunali. Altro conto è fare un piano di vendita per riequilibrare la situazione». Inoltre, occorre chiarire che «21 milioni di disavanzo non sono 21 milioni di debito. Altrimenti l’eventuale disavanzo di 6 milioni nel 2012 deve essere considerato un debito di 6 milioni?». Poi conclude caustico: «Oggi dovete votare il bilancio. Assumetevene la responsabilità. Bisogna portare i pantaloni lunghi e non quelli corti in quest’assise».

Andrea Lirosi è assai critico su Fb e parla apertamente di «follie di questo consiglio comunale» tra cui «l’approvazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato di un 2013 che è già finito!», fatto che «ci costringe a ragionare a consuntivo e non più a preventivo». Poi l’affondo: c’è «la volontà stavolta manifesta di delegittimare il consiglio comunale piegandolo ai dictat di questa amministrazione!». Infine l’amarezza per il fatto che vengano votati «provvedimenti senza avere cura di verificare l’esistenza della dotazione finanziaria, senza preoccuparsi di eventuali pareri dei revisori contabili a tutela degli atti stessi…così…sprezzanti di ogni pericolo! Il disappunto è immenso…l’amarezza per aver contribuito attivamente ad una simile disfatta è impareggiabile!».

Siamo ancora in attesa di conoscere il bilancio riequilibrato 2012. Non è mai troppo tardi si direbbe. Non ci resta che aspettare, dunque, sperando di non aspettare invano Godot.

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