Pubblicato il 07/07/2020
POLITICA
ph. Il Sette e Mezzo

Caltagirone, “convergenze parallele” sul Social Housing tra maggioranza e opposizione



Approvata a larga maggioranza (14 sì e 3 astenuti) la mozione sul Social Housing: proposto il reinserimento, fra gli immobili su cui intervenire, del palazzo Gravina – Spadaro o, se non possibile, di un altro immobile del centro storico.


La quiete dopo la tempesta. Dopo mesi di roventi polemiche, reciproche accuse, e toni accesi, il Consiglio comunale di Caltagirone, nel corso della lunga seduta di ieri sera, ha trovato una larga intesa, o piuttosto,  “convergenze parallele” su una mozione sul Social housing presentata dai consiglieri d’opposizione - Simone Amato, Piergiorgio Cappello, Vincenzo Di Stefano, Marco Failla, Aldo Lo Bianco, Cristina Navarra, Mario Polizzi ed Elisa Privitera –, così come integrata da due emendamenti proposti dai consiglieri di maggioranza Sergio Domenica, Oriella Barresi, Piera Iudica e Massimo Alparone e accolti dai firmatari della mozione.

La mozione propone il ritorno all’ipotesi originaria del Piano, che contemplava la riqualificazione del palazzo Gravina – Spadaro, che viene caldeggiato “viste la rilevanza che lo stesso ha avuto in fase di approvazione del progetto poi risultato primo in graduatoria, la grave condizione di decadenza in cui versa l’immobile in questione e la contestazione sollevata in sede giudiziaria dagli eredi del palazzo stesso, che in caso di condanna comporterebbe per il Comune un aggravio di spesa”. impegna l’Amministrazione comunale “a compiere tutti gli atti necessari, utili, legittimi e privi di conseguenze contabili per il Comune, per il reinserimento, fra gli immobili oggetto dell’intervento, del palazzo Gravina – Spadaro di via Luigi Sturzo.

Nell’ipotesi in cui subentrino reali e comprovate situazioni ostative – prosegue il documento – si individui un altro immobile ricadente nel centro storico”.

La mozione, così integrata, è stata approvata a larghissima maggioranza (14 sì e 3 astenuti) dall’assise. Hanno votato a favore del documento, oltre agli otto proponenti e ai quattro sottoscrittori degli emendamenti, anche altri due consiglieri di maggioranza (Andrea Bizzini e Aldo Grimaldi), mentre gli altri tre consiglieri di maggioranza presenti in aula (Francesco Incarbone, Vincenzo Gozza e Margherita De Caro) si sono astenuti.

Col documento si impegna inoltre la Giunta municipale “a compiere tutti gli atti necessari e utili al reinserimento, fra i lavori del programma, “della realizzazione della nuova caserma dei carabinieri in un’area o in un immobile di proprietà del Comune appositamente messa/o a disposizione”. Nella mozione si rilevano altresì “le perduranti criticità, di natura giuridica e procedurale, afferenti i lotti G ed H, in via Madonna della Via, in relazione ai quali permane, in capo alla Società Caltagirone Social Housing, l’assoluta indisponibilità degli immobili in essi inseriti, dato che gli stessi alla data odierna continuano a essere nella esclusiva disponibilità del Tribunale di Caltagirone in quanto oggetto di pignoramento, trascrizioni e ipoteche.

Il voto sulla mozione, illustrata da Vincenzo Di Stefano (che ha reclamato “assoluta trasparenza” sull’intera vicenda), è stato preceduto da un articolato dibattito, scaturito dalla relazioni sull’argomento del dirigente del settore Lavori pubblici, Sebastiano Leonardi.

Questi ha motivato l’apparente contraddittorietà delle dichiarazioni da lui rese il 28 febbraio con le controdeduzioni da lui stesso rassegnate a giugno alla Regione “con la sopraggiunta conoscenza di atti che hanno consentito il superamento delle criticità prima rilevate”.

Tutti gli interventi – di Cristina Navarra, Oriella Barresi, Aldo Grimaldi, Piergiorgio Cappello, Simone Amato, Marco Failla, Vincenzo Gozza, Aldo Lo Bianco, Sergio Domenica, Mario Polizzi, Massimo Alparone, Sergio Gruttadauria e Andrea Bizzini – sono stati incentrati sulla necessità di fare chiarezza (in molti ritenendo ancora sussistenti i “nodi” evidenziati) e di salvare sì il finanziamento di 15 milioni di euro, ma a condizione che ciò avvenga nel rispetto pieno di norme e procedure.

Si è rivelata prevalente l’opzione per il ritorno dell’intervento a Palazzo Gravina – Spadaro o, comunque, in un’altra location della parte antica della città. L’opposizione ha continuato ad accusare l’Amministrazione di “comportamento pilatesco”. A conclusione il presidente dell’assise, Massimo Alparone, ha osservato che “i lavori sono stati caratterizzati da spirito costruttivo e dall’unico obiettivo della tutela degli interessi della città”.

In apertura di seduta ci sono stati interventi su una serie di problematiche: da Vincenzo Di Stefano (sugli incendi nel bosco di Santo Pietro), a Roberto Gravina (sulle tante buche stradali), ad Aldo Grimaldi (sui pericoli creati dai cani randagi ai pedoni), a Simone Amato (sulle “inefficienze informatiche” dello Sportello unico attività produttive), a Piergiorgio Cappello (sui progetti di pubblica utilità per i percettori del Reddito di cittadinanza), ad Aldo Lo Bianco (sul “prolungarsi dei lavori” in piazza Municipio), a Sergio Domenica (sulla necessaria pulizia nel bosco), Mario Polizzi (su aspetti tecnico – procedimentali nella convocazione delle commissioni), Andrea Bizzini (sullo “stato di incuria della fontana alla stazione”), Vincenzo Gozza (sulla richiesta pulizia delle strade e sul Pronto soccorso dell’ospedale) e Marco Failla (sulla scerbatura e la pulizia delle strade, ritenute insufficienti).

Sulle questioni poste si erano avuti gli intervenuti gli assessori Luca Distefano e Francesco Caristia, illustrando “gli interventi già effettuati o le attività in programma da parte dell’Amministrazione, per quanto di propria competenza, per fare fronte agli inconvenienti lamentati”. 

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