Pubblicato il 24/03/2015
POLITICA

Caltagirone, si va verso la sfiducia sul filo del rasoio



Si surriscalda il clima politico a Caltagirone. Dopo la bocciatura del bilancio, avvenuta il 20 marzo, arriva un’altra tegola sul capo dell’amministrazione Bonanno. Lunedì 23 marzo nella sala “Arturo Vella” del Municipio di Caltagirone, si è tenuta una conferenza stampa dei gruppi consiliari “Uniti per il centrosinistra”, “Avvenire Caltagirone”, ”Sicilia democratica”, e consiglieri del Gruppo misto. È stata presentata alla stampa la mozione di sfiducia al sindaco Nicola Bonanno firmata da 16 consiglieri. I tre consiglieri di Forza Italia, pur non avendo firmato la mozione hanno dichiarato che la voteranno. Si è dunque ricompattato un ampio fronte di opposizione alla Giunta Bonanno: “abbiamo assunto la decisione di sfiduciare il sindaco – questa la motivazione – a causa della gravissima situazione politico – amministrativa in cui versa la città”

Il dado è dunque tratto e si va alla resa dei conti. In caso di non approvazione del bilancio, la normativa regionale prevede lo scioglimento del Consiglio ma non la decadenza del Sindaco. Si spiega perché il Consiglio abbia deciso di giocare di anticipo, presentando la mozione di sfiducia. È stato compiuto il primo passo di un iter che tuttavia si presenta accidentato e il cui esito non è affatto scontato. Secondo art. 10, 2° comma della legge regionale n. 35 del 15 settembre 1997, la mozione di sfiducia deve essere presentata da almeno due quinti dei consiglieri assegnati che devono sottoscriverla e motivarla. La discussione può avvenire non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione (art.10, 2° comma). Per approvare la mozione di sfiducia, questa deve essere votata, nei comuni con più di 10 mila abitanti, per appello nominale dal 65 per cento dei consiglieri assegnati (art.10, 1° comma). Nel caso di Caltagirone il quorum è di 20 consiglieri su 30.

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UNA PARTITA SUL FILO DEL RASOIO – Bonanno, dal canto suo, ha dichiarato che le dimissioni chieste da più parti dalle opposizioni non sono per lui un problema, ma che la richiesta è da irresponsabili, in quanto consegnerebbe la città nelle mani di un commissario che attuerebbe una politica di lacrime e sangue. E dunque è prevedibile che si vada alla conta finale. Nell’ultimo voto sul bilancio il sindaco ha contato su 8 voti favorevoli. Presumibilmente anche i due consiglieri del NCD, che non hanno votato il bilancio, astenendoci, voteranno contro la mozione. E siamo a 10. Le opposizioni contano su 19 voti a favore, un numero ragguardevole ma insufficiente a raggiungere il quorum. In forse il consigliere Giovanni Garofalo, assente in questi giorni dalla scena politica per motivi di salute, il cui voto potrebbe costituire l’ago della bilancia.

La partita si gioca dunque su filo del rasoio. Difficile sapere come finirà: se la sindacatura Bonanno chiuderà i battenti dopo le festività pasquali oppure se il sindaco riuscirà a passare indenne come a giugno dell’anno scorso lo scoglio insidioso della sfiducia, magari rafforzando l’esecutivo con nuovi innesti. Nel dubbio, c’è chi scalpita perché sente già nell’aria l’odore di elezioni anticipate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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