Pubblicato il 22/04/2015
POLITICA

Caltagirone, Bonanno ultimo atto. Il Consiglio vota la sfiducia



Esce di scena il sindaco di Caltagirone Nicola Bonanno. Ieri notte il Consiglio comunale, dopo un dibattito appassionato e senza esclusione di colpi, in un’aula gremita all’inverosimile,  ha votato la mozione di sfiducia presentata da 16 consiglieri. La mozione è stata presentata dal consigliere Sergio Domenica, che a nome dei 16 firmatari, ha accusato il Sindaco di immobilismo politico-amministrativi e di non aver saputo risanare i conti dell’Ente, come dimostrato dalla triplice bocciatura dell’ipotesi di bilancio di previsione stabilmente riequilibrato per l’esercizio finanziario 2012-2013-2014: da parte del Ministero dell’Interno, del Collegio dei Revisori dei Conti e del Consiglio comunale di Caltagirone.

Fuori tempo massimo si sono dunque rivelati i tentativi in extremis di salvare la sindacatura. Negli scorsi giorni il NCD aveva aperto a FI, proponendo di azzerare la giunta e ricompattare attorno al sindaco la maggioranza. Al commissario cittadino del partito Sergio Gruttadauria era stata offerta la vicesindacatura. Ma le trattative non sono andate in porto. A vuoto sono andate anche le avances nei confronti del Movimento 5 Stelle, verso cui in diverse occasioni in questi anni il sindaco Bonanno non ha mancato di esprimere parole di apprezzamento.

Ph. Giuliana Buzzone

Ph. Giuliana Buzzone

Era circa mezzanotte quando si è andati alla conta finale. La mozione di sfiducia è passata con il quorum di 20 voti favorevoli e 10 contrari. Hanno votato a favore i 16 consiglieri firmatari, a cui si sono aggiunti i tre consiglieri di FI e il consigliere Giovanni Garofalo, che nonostante le precarie condizioni di salute, ha voluto essere presente per non far mancare il suo voto.

BONANNO: “NON HO CEDUTO AI RICATTI”– «Sono orgoglioso del lavoro che ho fatto sino ad oggi – ha commentato a caldo il sindaco Bonanno – con tanti sacrifici miei e di questa Giunta, e di tutti quelli che ci hanno lavorato. Abbiamo fatto un lavoro serio e trasparente». Bonanno non rinuncia ad un ultimo durissimo affondo polemico: «Quando riesci a svelare certe verità forse qualcuno si sente il carbone bagnato, allora fa di tutto per toglierti di mezzo e stasera ci sono riusciti. Continuerò a guardare negli occhi i miei figli fiero di aver fatto il mio dovere e di non aver ceduto ai ricatti politici, perché non ho voluto dare poltrone. Ho proposto un progetto nuovo. Può darsi che la città non abbia capito o può darsi che questi pseudo politici che oggi hanno voltato le spalle a un progetto serio, a un progetto di rinnovamento per la città, si siano venduti e abbiano preso gli ordini da lontano e non sono forse degni di stare in questa città».

Ph. Andrea Annaloro

Ph. Andrea Annaloro

Dopo aver stravinto con un consenso plebiscitario le elezioni tre anni fa, Bonanno ha dovuto navigare in acque non sempre tranquille, nonostante l’ampia maggioranza di cui godeva in Consiglio comunale. Nel corso del triennio la Giunta è stata rinnovata in toto per ben tre volte e cambiati complessivamente 18 assessori. La maggioranza si è progressivamente sgretolata, riducendosi alla fine a soli 10 consiglieri. Tuttavia sinora il Sindaco calatino era riuscito a superare indenne tutti gli ostacoli, non ultimo la precedente mozione di sfiducia del 30 giugno dello scorso anno, che era stata accompagnata da una campagna di pressing mediatico e da una raccolta di firme popolare.



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DOPO LA SFIDUCIA SI VA TUTTI A CASA  – La mozione di sfiducia al sindaco è disciplinata dall’art. 10 della legge regionale della Sicilia n. 35 del 15.09.1997, così come sostituito dall’art. 2, comma 1, della L. R. n. 25/2000 e modificato dall’art. 7 della legge elettorale n. 6 del 5.04.2011. Secondo quanto stabilito dalla norma, il sindaco non può essere sfiduciato nei primi ventiquattro mesi del mandato, il cui termine decorre dalla data di insediamento del primo cittadino, e negli ultimi centottanta giorni del mandato stesso. Per quanto riguarda la calendarizzazione della mozione di sfiducia, essa deve essere discussa non prima di 10 giorni e non oltre 30 dalla data di presentazione. Per essere approvata, inoltre, la mozione necessita dei due terzi del totale dei consiglieri. La legge stabilisce che essa deve essere “motivata” ma non fornisce ulteriori precisazioni sulle modalità di questa motivazione, che può avere carattere giuridico–amministrativo o più squisitamente politico.

La sfiducia ha effetto immediato. Si procede con decreto del Presidente della regione, su proposta dell’Assessore per gli Enti locali, alla dichiarazione di anticipata cessazione dalla carica degli organi elettivi del comune, nonché all’amministrazione commissariale dell’ente con le modalità dell’articolo 11 della legge regionale 11 settembre 1997, n. 35. Decadono dal loro mandato il sindaco e la Giunta, il Consiglio viene sciolto. L’ordinaria amministrazione è garantita pro tempore, in attesa della nomina del commissario regionale, dal vice sindaco. Le elezioni del Consiglio comunale e del Sindaco saranno alla prima tornata elettorale utile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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