Pubblicato il 11/06/2015
POLITICA

Il Pd calatino sul Cara di Mineo: «Fare chiarezza». Siamo ai titoli di coda?



A Caltagirone ormai, dopo il voto di sfiducia al Sindaco Bonanno, è iniziata la corsa verso Palazzo dell’Aquila e la poltrona di primo cittadino. Una campagna elettorale che si preannuncia lunga ed estenuante e che molto probabilmente si concluderà solo a maggio del prossimo anno. Le forze politiche sono dunque al lavoro, chi ancora in sordina, chi invece giocando d’anticipo, come il Pd cittadino, che ha indetto una conferenza stampa sabato 6 giugno presso il villino Milazzo di Caltagirone per presentare il proprio percorso politico in vista delle amministrative. Presenti all’incontro, oltre ai quadri dirigenti cittadini del partito, anche il segretario regionale Fausto Raciti e quello provinciale Enzo Napoli.

“SUL CARA FARE CHIAREZZA” – Nella campagna elettorale entra con forza – né può esser diversamente – un convitato di pietra: il Cara di Mineo, il mega centro di accoglienza per rifugiati, nell’occhio del ciclone in questi giorni per l’inchiesta Mafia Capitale che ha toccato i vertici del centro di contrada Cucinella, con gli avvisi di garanzia della Procura di Catania arrivati al sottosegretario del governo Renzi Giuseppe Castiglione, al sindaco di Mineo Anna Aloisi, presidente del Consorzio dei Comuni che amministra il Cara, a quello di Vizzini Aurelio Sinatra, presidente dell’Assemblea dei Comuni; al direttore del Consorzio Giovanni Ferrera; al presidente di Sol.Calatino Paolo Ragusa.

Sul Cara menenino occorre «fare chiarezza», dichiara Napoli, che evidenzia il sospetto che con un giro di soldi così vorticoso il raggruppamento di imprese che gestisce il Cara possa condizionare i sindaci. Per tali ragioni, Raciti e Napoli confermano la fuoriuscita dei sindaci Pd dal Consorzio.

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VISITA KYENGE

Ph. Andrea Annaloro

QUANDO PER IL PD IL CARA ERA OK – In verità, in passato i giudizi dei vertici Pd sul Cara di Mineo non erano sempre stati così netti. Il 28 aprile 2014, Luisa Albanella, deputata Pd, rispondendo ad una nostra domanda circa lo stato in cui aveva trovato il centro affermò: «In cosi poco tempo non ho potuto girare tutto il Cara di Mineo, per quel poco che ho visto lo stato mi è sembrato decente.» In effetti il tempo dedicato alla visita, non più di trenta/quaranta minuti, era stato troppo poco per poter avere un quadro complessivo della struttura. Si trattò infatti più di una “visita istituzionale” di cortesia che una vera ispezione più approfondita. Albanella aveva partecipato inoltre al Consiglio comunale straordinario di Mineo il 2 gennaio 2014 assieme alla deputata regionale Pd Concetta Raia. E anche in quell’occasione dalle deputate democratiche non si rilevarono gravi problemi, a parte qualche disfunzione burocratica nei tempi di ottenimento dei permessi di soggiorno, non imputabile fra l’altro ai responsabili del Cara. La Raia ringraziò «il Sindaco Aloisi e il Consorzio dei Comuni perché si stanno occupando di questo problema». E uno dei sindaci oggi fortemente critici, Giovanni Petta, primo cittadino di S. Michele di Ganzaria, invitava ad affrontare l’emergenza restando uniti: «Non tutto è perfetto – disse – ma l’emergenza è internazionale. Questo territorio si sta spendendo in maniera egregia e forte».

Il 28 luglio 2014 l’ex ministra per l’Integrazione Cècile Kyenge, in visita al Cara menenino, segnalava solo che c’era un «problema di coordinamento». Nessun sospetto o accenno ai fatti che l’inchiesta Mafia Capitale ha portato allo scoperto.

AI TITOLI DI CODA? – Mentre i sindaci, in prima fila quelli di Ramacca e San Michele di Ganzaria Francesco Zappalà e Giovanni Petta, annunciano la fuoriuscita dal Consorzio, i sindaci Aloisi e Sinatra dichiarano le proprie dimissioni. E sul Consorzio pende il commissariamento minacciato da Cantone. Sul Consorzio dei Comuni “Calatino Terra d’Accoglienza” il giudizio del sindaco Pd di Ramacca è reciso: «Siamo ai titoli di coda». Ma l’impressione è che il sequel del film riservi ancora numerose sorprese e colpi di scena. Ultime in ordine di tempo le dimissioni di Paolo Ragusa dai vertici di Sol.Calatino. La frana è ancora all’inizio e rischia di farsi più rovinosa e travolgente prima che arrivi a valle.

Giacomo Belvedere

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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