Pubblicato il 15/04/2020
SOCIETÀ

Covid-19, in Sicilia al via i test sierologici



Previsti test sierologici quantitativi sul personale sanitario, mentre per le persone che popolano le Rsa, le Cta, le Case di riposo si procederà con i test sierologici qualitativi cioè con le card. Test anche per le Forze dell'ordine, per gli uffici pubblici, la popolazione carceraria e comunque su una porzione significativa della cittadinanza siciliana.

Uno screening epidemiologico attraverso i test sierologici per contrastare il contagio da Coronavirus. È quanto verrà messo in campo in Sicilia attraverso un'azione mirata sulla base del parere reso, nei giorni scorsi, dal Comitato tecnico scientifico per l'emergenza Covid-19 nell'Isola. L'obiettivo del governo Musumeci è quello di monitorare l'andamento del contagio come avvenuto per altre epidemie.



«Pur ribadendo l'importanza del tampone rinofaringeo che resta, comunque, il principale strumento di rilevamento della malattia - sottolinea l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - attraverso i test sierologici puntiamo ad un'azione su un campione significativo della popolazione che ci consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia».



I test sierologici, ritenuti complementari al tampone, così come indicato dal Comitato tecnico scientifico siciliano, verranno condotti su precise categorie: sul personale sanitario si effettueranno i test sierologici quantitativi, mentre per le persone che popolano le Rsa, le Cta, le Case di riposo, ad esempio, si procederà con i test sierologici qualitativi cioè con le card.



Nello screening epidemiologico, che la Regione condurrà attraverso la supervisione del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell'assessorato alla Salute, sono previsti, infatti, test per le Forze dell'ordine, per gli uffici pubblici, la popolazione carceraria e comunque su una porzione significativa della cittadinanza siciliana.


«L'avvio di operazioni di screening a partire dalle Rsa, dalle Cta, dalle Case di riposo e più in generale dalle comunità che ospitano pazienti fragili - commenta l'assessore alle Politiche sociali, Antonio Scavone - assieme a un elevato controllo sanitario va allargato anche al personale delle strutture, ma non può limitarsi ad esso. Infatti bisogna puntare anche ad altre categorie».

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