Pubblicato il 09/12/2017
CRONACA

Chi è l’uomo trovato morto orrendamente mutilato a Caltagirone?



Al vaglio degli inquirenti tutti gli elementi, anche minimi, che possano far risalire all’identità della vittima. Lunedì l’autopsia potrebbe fornire nuove risposte ai numerosi interrogativi ancora aperti. Si esclude, al momento, la pista mafiosa.
di Giusi Scollo – Giacomo Belvedere

Caltagirone sotto choc dopo il macabro rinvenimento, ieri mattina in contrada Mazzone, del cadavere di un uomo, orrendamente mutilato, privo della testa, del braccio sinistro e di parte della spalla sinistra e con il braccio destro ridotto a un moncherino di sole ossa, probabilmente spolpato dai cani randagiLascia sgomemti l’inaudita ferocia con cui ci si è accaniti sul povero corpo.

Una mattina da dimenticare anche per l’ignaro passante uscito per la consueta passeggiata con il cane, che ha fatto la raccapricciante scoperta. La giornata dell’Immacolata, tra l’altro, ha regalato ieri alla città un sole invitante. L’ideale per prendere una boccata d’aria e sgranchirsi le gambe. Orrenda la scena che si è presentata ai suoi occhi: a prima vista pensava di trovarsi di fronte ad un manichino ma, insospettito dalla presenza di un numero eccessivo di mosche ha lanciato l’allarme, allertando i Carabinieri.

L’uomo era riverso bocconi e orrendamente mutilato, privo della testa, del braccio sinistro e di parte della spalla sinisra e con il braccio destro ridotto a un moncherino, con le sole ossa e la carne forse spolpata dai cani randagi. Sul posto sono prontamente intervenuti il comandate dell’arma calatina, Sergio Vaira, il Nucleo Operativo di Caltagirone, diretto dal luogotenente Tommaso Cilmi, gli uomini della Scientifica e il medico legale, la dott. ssa Maria Francesca Berlich per gli accertamenti del caso. La zona è stata transennata e interdetta. 

Intanto proseguono senza sosta le indagini. Pochi i dati in possesso degli inquirenti su cui lavorare, in attesa di avere ulteriori informazioni utili dall’esame del materiale refertato, dall’autopsia, che si terrà lunedì prossimo, e dagli esami tossicologici e del dna. Una prima ipotesi formulata dagli investigatori è che la mutilazione sia stata compiuta per impedire l’identificazione della vittima dal volto o dalle impronte digitali. L’amputazione delle braccia, inoltre, fa pensare a un voler cancellare altri segni di identificazione (nei, voglie o tatuaggi).

Da una prima sommaria ricostruzione, pare che il cadavere, sprovvisto di documenti, circa 50 anni di età, di probabile nazionalità rumena, fosse morto da almeno 24 ore, come ha attestato l’ispezione cadaverica. Quindi l’assassino o gli assassini (ma è poco probabile che una persona possa aver fatto tutto da solo) hanno trasportato, successivamente al delitto, il cadavere nella zona e quindi lo hanno trascinato per i piedi giù lungo una china e lasciato in bella vista tra le sterpaglie. Le scarpe sporche di fango confermano che la morte sia avvenuta altrove, dal momento che sul luogo del rinvenimento non c’è traccia di fango. Dall’esame del terriccio sulle scarpe si porebbe forse risalire al luogo del delitto. Inoltre, se il delitto fosse stato consumato in Contrada Mazzone, l’uomo sarebbe stato trovato riverso in un lago di sangue.

Dunque sarebbe stata scelta una zona sufficientemente fuori mano, ma forse conosciuta dagli autori del delitto, per poter, senza essere visti, “scaricare ” l’ingombrante fardello, ma non del tutto disabitata, per far sì che il corpo fosse ritrovato. Il cadavere, infatti non è stato nascosto nella pineta, ma si trovava gettato fra le sterpaglie a pochi metri dal marciapiede soprastante. Come se si volesse che il corpo fosse ritrovato, forse per lanciare un segnale di intimidazione. Un messaggio minatorio che gli assassini volevano assolutamente che arrivasse a chi di dovere, tanto da arrischiare il trasporto della salma, probabilmente in auto, col pericolo di essere scoperti, dato che la zona non è del tutto disabitata.

La vittima indossava un tipico giubbotto mimetico, di colore blu. Le parti del corpo sono state amputate in maniera netta, come se fosse stata usata un’arma particolarmente tagliente, come un’ascia o un machete. Sul cadavere, i segni dei morsi dei cani randagi.

Ignote ancora le cause della morte. Dall’esame autoptico potrebbero venire conferme agli interrogativi oggi senza risposta. Non è dato, infatti, sapere se l’uomo sia morto a seguito delle mutilazioni subite e se la morte sia avvenuta per altra causa. Al momento, gli inquirenti, non escludono alcuna ipotesi sull’omicidio, anche se la pista della criminalità organizzata non sarebbe ritenuta attendibile. Più probabile quella di un delitto maturato nell’ambito della sfera personale. Nessuna denuncia di scomparsa è stata presentata in questi giorni. Le indagini, su cui gli inquirenti mantengono il massimo riserbo e che si presentano assai complesse, proseguono febbrili per ritrovare indizi, seppur minimi, che possano far risalire all’identità dell’uomo. Lunedì è prevista l’autopsia.

Non è il primo caso del genere che si verifica a Caltagirone. Nei primi giorni di gennaio del 2013 un rumeno, Sevastian Andrijoiu, di 43 anni, fu ucciso con un colpo d’ascia al cranio che fracassò la testa, in un casolare nell’ Agro di Granieri in contrada Casabaida. In quel caso, però, l’omicidio fu denunciato e si risalì all’assassino: il connazionale venticinquenne Tomita Vlad, che confessò il delitto, e il suo complice  trentatreenne di Giarratana, Salvatore Impeduglia, che avrebbe accompagnato l’omicida sulla scena del delitto con la sua auto, una Ford Fiesta.

Il 2 febbraio del 2015, invece, fu rinvenuto il cadavere di un uomo, di circa 50 anni, in via Fisicara, morto da almeno due settimane, sospettato di essere un senzatetto di origini rumene. In quel caso non arrivò alle forze dell’ordine alcuna segnalazione di persona scomparsa.

VIDEO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Commenta
Il tuo commento verrà pubblicato previa approvazione. Soltanto il nickname sarà visibile a tutti gli utenti.