Ieri i volontari avevano ricevuto una telefonata da un barca in pericolo con circa 56 persone a bordo, partita dalla Libia giorni fa. L’organizzazione umanitaria smentisce che la barca sia stata soccorsa e riportata in Libia. “Le persone a bordo meno di un'ora fa e sono ancora in pericolo senza nessun soccorso in vista. Sono a mare da più di 60 ore!”
“Tragedia in diretta e nessun intervento!”. L’allarme è stato lanciato da Alarm Phone, la piattaforma satellitare che supporta i naufraghi nel Mediterraneo. Ieri i volontari avevano ricevuto una telefonata da un barca in pericolo con circa 56 persone a bordo, partita dalla Libia giorni fa. Sono state informate le autorità libiche, italiane e maltesi ieri pomeriggio, ma - a quanto riferisce Alarm Phone – “nessuno ha lanciato un soccorso. I naufraghi temono di morire e chiedono aiuto!”.
“Alle 10.15 - ha scritto stamattina Alarm Phone su Twitter -
abbiamo ricevuto un’altra posizione GPS dalla barca e informato le autorità.
Visto che la c.d guardia costiera libica è irreperibile, abbiamo informato di
nuovo la Guardia Costiera. Pare che non abbiano intenzione di intervenire”. Le persone a bordo hanno detto di imbarcare acqua e varie persone, inclusi bambini sono andate fuoribordo.
Ancora alle 13 la situazione risultava preoccupante. Alarm Phone ha informato i comandi dell’operazione Sophia, la Guardia Costiera italiana, la Guardia Costiera francese, le Forze Armate Maltesi e la cosiddetta guardia costiera libica. “Ma invano”, scrive l’organizzazione umanitaria.
L’ultimo tweet circa mezz’ora fa: “I giornali hanno comunicato che una barca è stata soccorsa e riportata in Libia. Questa NON è la stessa barca che ci ha contattati: abbiamo parlato con le persone a bordo meno di un'ora fa e sono ancora in pericolo senza nessun soccorso in vista. Sono a mare da più di 60 ore!”.
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