Pubblicato il 17/09/2019
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ph. Il Sette e Mezzo

Lorenzo Salerno conquista la Normale di Pisa: primo alla selezione nazionale per Lettere classiche



Lorenzo ha spiazzato tutti presentandosi alle selezioni non per Fisica - come tutti si aspettavano -, ma per Lettere classiche e ricevendo i complimenti della Commissione per l’ottima preparazione al senso critico ricevuta dai suoi insegnanti. Il che sfata il luogo comune delle scuole del Sud indietro rispetto a quelle del Nord. Succede quando la scuola si misura sull’educazione all’humanitas che dà e non sull’addestramento ad anonime competenze che fornisce.

di Giacomo Belvedere

Immaginate di  sottoporvi a allenamenti stressanti e mirati per partecipare alle Olimpiadi nei 100 metri. Poi, d’un tratto, cambiate idea - non sulle Olimpiadi, a cui intendete ancora partecipare -, ma sulla competizione. Decidete di partecipare alla maratona. Una follia, vi diranno, e - anche se non ve lo diranno - lo leggerete nei volti di tutti. Ma voi, testardi, non vi fate influenzare. E – sorpresa! – vincete l’oro alla maratona.


La similitudine calza a pennello per spiegare ciò che ha fatto un ragazzo di Mineo, Lorenzo Salerno, che si è classificato primo alla severissima selezione per l’ammissione alla prestigiosa Scuola Normale di Pisa (solo 28 gli ammessi). Con una media finale di 85,33 punti.

Frenate gli applausi. Lorenzo Salerno non è nuovo a queste imprese: in prima media ha vinto una borsa di studio (un anno di pallavolo gratis più un premio in denaro) per la pagella più alta tra gli alunni di prima media. Nel 2013, quando frequentava la seconda media, ha vinto la finale nazionale dei Giochi Matematici del Mediterraneo svoltasi a Palermo.  In terza media è stato tra i vincitori del concorso di poesie a Fabriano, con una poesia dedicata al tema dei migranti.


Al Liceo Scientifico Majorana di Caltagirone, poi, il suo palmares è pieno di successi alle Olimpiadi di Fisica e Matematica e alle Etniadi di Matematica, sia nelle competizioni da singolo sia in squadra. Tant’è che in un’intervista del 13 maggio 2016, fresco vincitore delle Etniadi di Matematica, ci aveva confessato che il suo sogno nel cassetto, “un sogno lontano e grande”, era studiare Fisica per andare al Cern.


Ma sta qui il punto. Lorenzo Salerno non si è presentato alla Normale di Pisa per concorrere nell’ambito scientifico, l’agognata Fisica, per la quale si stava preparando già da due anni, ma per Lettere classiche. Passi la maturità col massimo dei voti e poi decidi di fare un cambio radicale: scegli Lettere. Tra l'altro rischiando, anche perché, ovviamente, non lo avevi preventivato inizialmente. Un vero coup de théâtre, un azzardo imprevisto, una sorpresa, che ha rimesso in gioco le sue scelte. “Ho capito - ci ha detto, semplicemente - “che forse avrei voluto fare qualcos’altro”. Una frase, che nella sua semplicità la dice lunga su chi è veramente Lorenzo.


Perché Lorenzo ama le sfide. E si può stupire della sua scelta solo chi non lo conosce davvero. Certo, Lorenzo non ha dovuto solo affrontare la difficoltà di cambiare la preparazione in corso d’opera. “Ho dovuto recuperare la preparazione, che mi mancava, nel corso dei mesi estivi, subito dopo la maturità”. Un tour de force non indifferente. E tuttavia sbaglierebbe chi lo intendesse come il leopardiano “studio matto e disperatissimo”: è stata semmai una scommessa con se stesso. Senza tralasciare le uscite con gli amici la sera. 


Ma – e forse questa è stata la sfida più difficile - ha dovuto fare “digerire” alla sua famiglia, agli amici, agli insegnanti una scelta spiazzante che sembrava dettata dalla pura improvvisazione e irrazionalità. Per non dire del pregiudizio che, se con la cultura non si mangia, figuriamoci con le Lettere. Ma, alla fine chi gli è più vicino e lo conosce davvero lo ha sostenuto e supportato. Da parte dei miei – ci ha detto - ho trovato sempre molta comprensione e mi hanno sempre appoggiato Certo dopo dubbi iniziali, perché non si può negare che una scelta del genere oggi, nell'immaginario comune, comporti anche un certo senso di precarietà, quasi come se destinasse solamente all’insegnamento. Devo dire che penso che la Normale possa offrire qualcosa di più e quindi dare anche qualche certezza in più  e una certa garanzia di apertura all’ambito lavorativo”.


La verità è che Lorenzo incarna perfettamente l’ideale dell’intellettuale umanista rinascimentale: un uomo a tutto tondo, curioso, versatile, ma soprattutto disponibile e socievole, che non conosce i compartimenti stagni in cui sovente rinchiudiamo le discipline, separando accuratamente quelle umanistiche da quelle scientifiche. E non è un caso, semmai un voluto ed esibito señal, che durante l’intervista che ci ha concesso, Lorenzo indossi una t-shirt in cui vi è un testo di Leonardo da Vinci, con la sua nota scrittura "speculare" da destra e sinistra. “Secondo me matematica e letteratura non vanno separate – ci disse nel 2016. “A me, ad esempio, quando leggo delle poesie o provo a scriverle, mi piace ritrovarci la matematica dentro, per esempio nel numero delle sillabe dei versi. Sono due cose concatenate, un po’ le due anime non solo del nostro sapere ma del mondo: quella che ci fa guardare il mondo con la meraviglia delle materie umanistiche, ma anche quella che ci fa capire come funziona”.


Le cronache liceali raccontano di lui che, appassionatosi nello studio delle terzine dantesche e della canzone petrarchesca, si sia anche cimentato nella scrittura di endecasillabi e settenari. La poesia per lui, con il suo ritmo, la sua metrica, il suo equilibrio formale, in cui la razionalità dà ordine alle emozioni e ai sentimenti, concilia arte e scienza. È inoltre appassionato lettore, ma anche scrittore di romanzi del genere fantasy e nutre la passione per il pianoforte. 


“Al di là poi della valutazione finale nelle singole discipline – ha ribadito nell’intervista odierna -, ciò che conta secondo me è proprio la passione, la curiosità con cui affrontiamo le varie discipline: perché veramente ogni cosa suscita in me una sorta di curiosità, il desiderio di sciogliere un enigma, che è inserito all'interno della disciplina. E in ogni disciplina c’è qualcosa che mi attira”.

La scommessa è stata vinta. Diciamo pure, senza esagerazione, che Lorenzo ha sbancato. Ma di questo non si inorgoglisce e dà merito alla formazione ricevuta. “La preparazione che richiede l’accesso alla Normale è di un certo livello – ci spiega -, ma ho ricevuto al Liceo dai miei insegnanti una preparazione ben solida, per cui anche grazie a loro ho potuto iniziare partendo da presupposti già molto alti”. Un livello eccellente, di cui si sono accorti i professori della Normale e che sfata tutti i luoghi comuni sulle scuole del Sud indietro rispetto a quelle del Nord: “I professori hanno notato che il senso critico è una caratteristica propria della nostra istruzione meridionale e hanno sottolineato che le nostre università danno ai nostri insegnanti una formazione pregnante, solida e accurata, che ovviamente ricade sugli alunni, perché gli insegnanti, che sanno lavorare bene nei licei, trasmettono questo tipo di approccio all’umanesimo anche ai loro studenti”.


Un approccio critico, non banale né superficiale, di cui Lorenzo ha dato prova commentando alcuni passi del Purgatorio di Dante, in particolare la vicenda di Pia de' Tolomei. Con una precisazione: si poteva scegliere una Cantica e Lorenzo portava all’esame orale il Paradiso, non il Purgatorio.  Ma la commissione se ne è accorta solo dopo, tanta era l’accuratezza, la precisione e la profondità delle sue riflessioni.  


Lorenzo sente di dovere per questo ringraziare i suoi insegnanti del Liceo. “Tutti quelli che hanno assistito in questo ultimo anno a questa metamorfosi” e l’hanno accompagnato in questa scelta. “Devo dire grazie a tutti insegnanti di qualsiasi disciplina”. Ma gli insegnanti delle discipline scientifiche ci sono rimasti male? “No, tutt’altro. Certo speravano che proseguissi in questo ambito, ma hanno salutato con assoluto garbo e stima questo mio cambiamento”. “E poi ovviamente – conclude – devo un grazie particolare alla mia insegnante di Italiano e Latino, che mi ha sostenuto, non solo durante i 5 anni di liceo, ma anche durante quest’ultima fase. Durante gli scritti e poi agli orali è stata sempre presente ed è anche grazie a lei  se ho ricevuto queste gratificazioni nell’ambito della Normale”.

L'INTERVISTA



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