Pubblicato il 02/09/2019
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ph. Lifeline

Migranti, il comandante della Eleonore forza il blocco e si dirige a Pozzallo



La decisione del capitano Reisch, dopo il forte temporale di ieri, che lo ha indotto a dichiarare ieri sera lo stato di emergenza e a dirigersi verso il porto di Pozzallo nonostante il divieto delle autorità italiane: Stasera ha deciso il tempo. A causa della situazione pericolosa per la vita a bordo, ho dovuto dichiarare lo stato di emergenza sulla Eleonore. Il rifugio sicuro più vicino è in Italia”.


di Giacomo Belvedere

Mentre nei palazzi romani continuano le fibrillazioni per la nascita del nuovo Governo, nel Mediterraneo, 148 persone stanno aspettando un rifugio sicuro: 104 sulla Eleonore, 31 sulla Mare Jonio, e 13 sulla Alan Kurdi.

Ieri sera il capitano della Eleonore, la nave della Ong tedesca Lifeline, Claus Reisch, ha deciso di rompere gli indugi e di forzare il blocco. “Ciao, presto l’Eleonore arriva a Pozzallo. Sarebbe bello se alcune persone e avvocati fossero lì per incontrare l'equipaggio”. Questo il tweet lanciato oggi dalla Eleonore.


La decisione del capitano Reisch, dopo il forte temporale di ieri. La gente si è inzuppata sul ponte troppo zeppo d’acqua, molti hanno avuto il mal di mare. Il capitano ha dichiarato ieri sera lo stato di emergenza e ora guida la nave Eleonoreun'imbarcazione lunga circa 20m e larga 5m, con il suo carico di 104 naufraghi, verso il porto di Pozzallo nonostante il divieto delle autorità italiane. “Dopo 8 giorni in attesa di un rifugio sicuro – ha dichiarato Reisch a caldo, subito dopo aver preso la decisione di ignorare il divieto delle autorità italiane   -, dopo innumerevoli tentativi di convincere gli stati a prendersi cura di 104 persone, stasera ha deciso il tempo. A causa della situazione pericolosa per la vita a bordo, ho dovuto dichiarare lo stato di emergenza sulla Eleonore. Il rifugio sicuro più vicino è in Italia”. 

Frattanto circa un'ora fa militari della Guardia di Finanza  sono saliti a bordo e hanno comunicato al Capitano che la nave può arrivare al porto di Pozzallo e che le persone soccorse possono sbarcare. Quindi i finanzieri prenderanno il controllo della nave per ulteriori indagini. Secondo quanto riferisce Lifeline l'incontro ha avuto toni molto tranquilli e gentili. 



Si rinnova la querelle giuridica che già si è avuta per il caso della Sea Watch e della sua capitana Carola Rackete: anche il capitano  Reisch ha agito dichiarando lo stato di necessità, per il quale, secondo l’art. 54 del C.P. “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”.


Ieri tre dei 34 migranti della Mare Jonio, ancora bloccata a Lampedusa dal divieto di sbarco, sono stati evacuati da una motovedetta della Guardia costiera per condizioni di salute incompatibili con la permanenza sulla nave.

Intanto la Alan Kurdi, nave della ong tedesca Sea Eye con 13 migranti soccorsi il 31 agosto a bordo, si sta dirigendo verso Malta dopo che, giunta in prossimità delle acque territoriali italiane a Lampedusa, si è vista consegnare dalla Guardia di finanza il divieto di ingresso firmato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini e sottoscritto anche dai colleghi Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli. L'intervento di salvataggio era avvenuto in acque Sar (Ricerca e soccorso) maltesi.

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