Pubblicato il 16/06/2019
CULTURA
ph. Andrea Annaloro

Caltagirone, Convegno sturziano. De Bortoli: “Cattolici, non chiamatevi fuori” - INTERVISTA VIDEO



Si sono chiuse stamattina a Caltagirone le "Giornate sturziane".  De Bortoli, nell'intervista che ci ha concesso invita, i cattolici a uscire dall’irrilevanza e a non chiamarsi fuori, bollando come "irrispettosa e deteriore" l'esibizione strumentale dei simboli religiosi cari alla pietà popolare.


di Giacomo Belvedere

Si è chiuso stamattina a Caltagirone, con la celebrazione eucaristica in Cattedrale, presieduta dal vescovo mons. Calogero Peri, il Convegno Internazionale sturziano L’attualità di un impegno nuovo, a cento anni dall’Appello ai Liberi e Forti di don Luigi Sturzo. Il Convegno ha raccolto oggi, riunito in seduta plenaria nella Sala Karol, gli orientamenti emersi nei giorni 14 e 15 giugno, nei seminari incentrati su 12 temi/parole-chiave emblematiche del pensiero sturziano. La mattina si è aperta con un confronto tra Ferruccio De Bortoli e Stefano Zamagni.


De Bortoli  ha lanciato alcune stimolanti provocazioni al mondo cattolico, invitandolo a uscire dall’irrilevanza e a non chiamarsi fuori di fronte alle sfide di una società complessa come quella attuale. “Secondo me – ha sottolineato nell’intervista che ci ha concesso -  i cristiani hanno un dovere di seminare e di essere presenti con la loro testimonianza e non di chiamassi fuori come se fossero esclusi, un po' nostalgici e risentiti. Questo è un atteggiamento che un po' si percepisce. Dall'altro lato trovo che la chiesa non appare come un corpo unito, ma dimostra di essere percorsa da divisioni  e correnti interne”.


E ciò, appare ancor più problematico “in un momento di smarrimento e anche di perdita dei nostri valori democratici, in cui l'esempio, la testimonianza dei cattolici sarebbero assolutamente necessarie”, soprattutto “in una società secolarizzata, in cui i diritti soggettivi vengono meno, il rispetto degli altri, si sente ancora più bisogno di una presenza cattolica significativa”.


De Bortoli stigmatizza, inoltre, come “ipertrofia dell'io” l’atteggiamento di quei politici, come Salvini, che pretendono di voler dire al papa come fare il papa, bollando come “irrispettosa e deteriore” l’esibizione dei simboli religiosi cari alla pietà popolare, “segno di una volontà di strumentalizzare il messaggio a Cristiano”. Ma - aggiunge - “è anche vero che l’esibizione di simboli colpisce l'immaginazione del pubblico, perché è quasi un richiamo identitario e siccome oggi abbiamo tanti cittadini disorientati, i richiami identitari, anche quando sono impropri, anche quando sono persino un po' violenti e sguaiati, hanno un loro effetto”.


Scettico, infine, appare l'ex direttore del «Corriere», sul tentativo di risuscitare il “Grande Centro": I ritorni al passato sono velleitari e illusori”, e anche l'idea di creare un terzo Polo, ammesso che ci siano gli altri due. Una forza liberale cattolica sarebbe comunque necessaria- conclude -,bisogna avere il coraggio di sperimentare: i fallimenti sono stati molto superiori ai successi, ma bisogna sempre tentarci”.

INTERVISTA VIDEO


FOTOGALLERY


ph. Andrea Annaloro

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Commenta
Il tuo commento verrà pubblicato previa approvazione. Soltanto il nickname sarà visibile a tutti gli utenti.