Pubblicato il 04/06/2019
CRONACA

Scoperta formula di affiliazione al clan Fragalà - VIDEO



“Se prima lo conoscevo come giovane onorato da oggi in poi lo conosco come picciotto e mafioso”: il giuramento di sangue è stato scoperto nell’ambito dell’inchiesta “Equilibri”, che ha portato i Carabinieri del Ros a disarticolare il clan “Fragalà”.

“Se prima lo conoscevo come giovane onorato da oggi in poi lo conosco come picciotto e mafioso”. Scoperta, nell’ambito dell’inchiesta “Equilibri” che ha portato i Carabinieri del Ros a disarticolare il clan “Fragalà”, la formula di affiliazione al clan, che si era saldamente trapiantato nella provincia romana, stringendo alleanze con il clan dei Casalesi e i clan siciliani dei Santapaola e Cappello, determinando un clima di paura tra i commercianti e gli imprenditori e infiltrandosi dentro le amministrazioni locali.


Il patto di sangue, che sancisce il passaggio da “giovane onorato” a “picciotto”, è scritto in un italiano zeppo di errori di ortografia, che non rifugge dalle rime baciate; evoca atmosfere esoteriche, pseudo leggende di cavalieri antichi e una religiosità sui generis; prevede che ci sia un fazzoletto di seta annodato con coltello e l'immagine di San Michele Arcangelo a cui ci si appella per la protezione: il neofita deve baciare tutti i convenuti sulla fronte e giurare "di dividere centesimo per millesimo" con l'associazione mafiosa, in cui è entrato, altrimenti "porterà infamità".


Questo il testo, scritto tutto in maiuscolo: “Ne ho passato mura e muraglia a ogni passo nei scioglievo una maglia. Tre cavaglieri di battaglia dell'anno 1777 dalla Spagna si imbarcavano e in Sicilia si incontrarono, proseguirono per la Calabria e se tu mi dicano, proseguirono per Napoli si riunivano e si sparpagliarono, ma un bel giorno del 1973 sette cavaglieri di mafia si unirono della fortezza di Catania, fecero un giuramento di sangue, lo depositarono in una damigianella fina e finissima e lo nascosero nella fortezza, guai chi lo scoprirà, da una a sette coltellate alla schiena verrà colpito, battezzo questo locale come lo battezza Salvatore Fragalà, "la scimmia". Se loro lo battezzano con fiori, catene, camicia di forza e ferri, alzo gli occhi al cielo vedo una stella volare con parola d'omertà e battezzato il locale, buon vespa siete conforma per passare alla prima e seconda votazione sull’amico……


Se prima lo conoscevo come giovane onorato da oggi in poi lo conosco come picciotto e mafioso. Giura di dividere centesimo per millesimo a questa società e guai se porterà infamità: sarà discarico della società e a carico del compare. A questo punto faccio il giuramento di sangue, bacio la fronte a tutti i componenti di cui sono presenti a tavola, ci devono essere un fazzoletto di seta annodato con coltello e l'immaggine di San Michele Arcangelo e si fà presente che un nuovo mafioso e tra noi e si lavora”.

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